Casatenovo, Io Tifo Positivo: le classi quinte incontrano Buksa, cestista della Briantea 84

Il progetto Io Tifo Positivo ritorna tra i bambini delle classi quinte delle scuole primarie di Casatenovo nella mattinata di mercoledì 30 marzo per parlare ancora di inclusione e rispetto nello sport.
Nello specifico le classi partecipanti sono state la 5°A e la 5°B di Capoluogo, la 5° di C.na Crotta, la 5° di C.na Bracchi e la 5°A e la 5°B di C.na Grassi, tutte collegate in videoconferenza con i propri insegnanti. Alle 11,30 i ragazzi dei quattro plessi si sono collegati online per incontrare uno dei campioni della Briantea 84, squadra plurititolata di basket in carrozzina e padrona di casa del PalaMeda: Luka Buksa.

Il progetto, promosso da Comunità Nuova, era in realtà stato avviato giorni prima con interventi ed eventi rivolti alle sei classi e dei quali ne ha dato conto lo stesso Giovanni Pasculli, project manager dell'organizzazione e responsabile dell'iniziativa che ha coordinato l'intera mattinata.
"Grazie a tutti per la vostra presenza da Io Tifo Positivo e complimenti a tutte le classi per come si sono comportate e hanno affrontato l'evento Gioco-Tifo della settimana scorsa. È stata l'occasione per dimostrare di saper fare gioco di squadra anche all'interno della classe e questo è stato molto bello e significativo e ci rende orgogliosi. Oggi siamo qui per incontrare un testimonial di Briantea 84, una delle società più titolate a livello nazionale ed europeo. Tra poco incontreremo infatti Luka Buksa, giocatore di origine croata e giovanissimo talento della squadra che ci parlerà della sua storia, della sua disabilità e di cosa rappresenta lo sport per lui" ha quindi commentato inizialmente Pasculli, introducendo l'ospite d'onore della mattinata.

La parola è prima passata agli educatori di Comunità Nuova, Stefano Merchiori e Ilaria Gardini, i quali hanno rinnovato i complimenti alle classi e hanno sottolineato l'importanza del tema dell'inclusione non solo intesa come partecipazione volontaria ma anche come accorgimento spontaneo dei compagni verso le fragilità di qualcun altro. È infatti lo sport che dovrebbe adattarsi alle persone e non viceversa, come ha commentato appunto Ilaria Gardini.
Collegato in videoconferenza per i saluti istituzionali c'era anche l'assessore all'istruzione di Casatenovo, Gaetano Caldirola, che sostiene il progetto Io Tifo Positivo da tanti anni. L'amministratore ha infatti ricordato che il tema dell'iniziativa è sicuramente lo sport ma il significato intrinseco riguarda anche la vita dei ragazzi perché l'obbiettivo è quello di trasporre gli aspetti teorici visti in classe al piano pratico, fino ad integrarli ordinariamente nella propria quotidianità.

La speranza è proprio quella che le parole di rispetto e inclusione non rimangano solo tali ma entrino a far parte complessivamente dell'esperienza del singolo, partendo da giovanissimi con questa buona pratica. Sul punto si è detta d'accordo anche l'insegnante della scuola primaria di C.na Grassi, Elisa Galbusera, che ha voluto ringraziare l'amministrazione comunale e gli organizzatori di questa esperienza, formativa e divertente allo stesso tempo.
Il "palco" virtuale è stato quindi finalmente dato al giovanissimo ospite della mattinata, Luca Buksa, numero 77 e classe 2001 che con un grande sorriso ha salutato tutti i ragazzi e ha raccontato in breve la propria storia personale e sportiva.

"Grazie a tutti per l'invito, sono molto felice di essere qui con voi oggi" ha esordito il giovane atleta. "Io sono italo-croato, ho una doppia cittadinanza perché mia madre è italiana ma sono nato in Croazia. Sono stato disabile, in carrozzina, da sempre e da sempre amo praticare sport. Ho cominciato con il nuoto che ho fatto per 10 anni e sono poi passato all'atletica, in particolare al lancio del peso, del giavellotto e del disco, dove ho raggiunto importanti traguardi e risultati, come ad esempio il titolo di campione mondiale nel lancio del peso. Mi sono avvicinato al basket in carrozzina grazie alla squadra della mia città, il Kkosi Kostrena, ho fatto un primo allenamento e nella foga sono finito dritto dritto in un muro perché non sapevo come moderare la velocità. Poi sono entrato nella Briantea 84 e sono sempre rimasto qui a Meda. Il basket è fatto sicuramente di lavoro e impegno individuale ma senza la squadra, l'aiuto reciproco e la cooperazione non si può andare da nessuna parte".

A sostegno delle parole di Luka è intervenuto anche il responsabile dell'ufficio stampa e della comunicazione di Briantea 84, Simone Rabuffetti il quale ha descritto il giovane come una persona determinata, costante nell'impegno e con voglia di fare e di mettersi in campo. Simone ha anche raccontato un aneddoto a dimostrazione della ferrea dedizione di Luka, citando il fatto che durante allenamenti o gare il giovane italo-croato sia sempre il primo ad arrivare e sempre l'ultimo ad andarsene, sintomo che la sua voglia di crescere e misurarsi non conosce confini. Prima di aprire dunque alle domande dei ragazzi preparati appositamente per Luka, è stato trasmesso un video di una partita della Briantea con un'intervista del giovane in cui traspare tutta la sua emozione e determinazione.

 

La curiosità nelle domande dei ragazzi ha spinto a formulare quesiti molto variegati tra loro per conoscere meglio l'atleta, come ad esempio quale sia stato l'aspetto più faticoso della sua vita sportiva, come cambino le regole del basket in carrozzina e quali siano le sue passioni fuori dal campo.

I ragazzi proseguiranno nel percorso del progetto Io Tifo Positivo questo sabato 2 aprile presso il PalaMeda tifando proprio Luka e i suoi compagni di squadra della Briantea in una partita importantissima che decreterà l'accesso alla finale per lo scudetto.
M. B.
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