Storie universitarie/11: intervista a Chiara, renatese con la passione per la matematica
Tra questi pochi eletti che non si spaventano di fronte a complessi problemi con parabole e iperboli c'è Chiara Canclini. Studentessa di Renate, Chiara ha conseguito la laurea in triennale in matematica presso l'università Bicocca di Milano ed è ora iscritta al primo anno di magistrale in matematica sempre nel medesimo ateneo.
Chiara Canclini intervistata da Andrea Besati
1.Come nasce la tua scelta di studiare matematica all'università?
Ho scelto di studiare matematica perché ho sempre coltivato una passione per questa materia, tanto è vero che non ho mai avuto difficoltà nell'apprendimento. In questo percorso, inoltre, un ruolo importante lo hanno avuto le maestre e i docenti che ho incontrato: mi ricordo ancora la maestra che alle elementari mi insegnava matematica e scienze e già in quel momento sentivo che quegli argomenti mi piacevano particolarmente. Ho poi avuto la fortuna di trovare ottimi docenti anche nelle fasi successive della mia carriera scolastica.
2.Come mai hai deciso di studiare in Bicocca? Con quali strumenti hai raccolto le informazioni utili alla scelta?
Non volendomi trasferire, ho preso in considerazione due università di Milano, ovvero la Statale e la Bicocca. Ho scelto la seconda innanzitutto perché più vicina, quindi mi avrebbe consentito di risparmiare tempo e soldi per quanto riguarda i trasporti. Ho optato per la Bicocca anche perché il modo in cui era strutturato il piano di studi mi è sembrato più preciso ed efficace. A differenza di quanto accade in Statale, infatti, solo al terzo anno si ha la possibilità di scegliere in autonomia alcuni corsi. Per quanto concerne gli strumenti utili alla raccolta delle informazioni, ho usato soprattutto i siti istituzionali delle università e il sito del dipartimento della Bicocca. Mi ero recata all'open day organizzato dalle facoltà scientifiche di quest'ultima ma non mi aveva convinto particolarmente. Fortunatamente, in quanto membro dell'Azione Cattolica, ho avuto la possibilità di accedere a percorsi tesi ad accompagnare i diplomati nella scelta di cosa fare dopo le superiori. Grazie a queste iniziative, sono riuscita ad entrare in contatto con diversi studenti delle triennali in matematica sia in Bicocca sia in Statale.
3.Secondo te, quali sono le caratteristiche che uno studente dovrebbe possedere per portare avanti in modo efficace un percorso di studi come il tuo?
Tieni a mente una cosa: quello che ho imparato in cinque anni di liceo scientifico equivale a parte del programma di un corso del primo semestre del primo anno. Tutto il resto non solo è costituito da nozioni nuove ma da argomenti che vanno molto al di là di ciò che la gente comune considera essere la matematica. In una situazione simile, secondo il mio parere, più che caratteristiche tecniche, quali per esempio la capacità di apprendere le nozioni e di applicarle negli esercizi, uno studente che vuole intraprendere questo corso di studi deve avere la mente aperta. In altre parole, egli deve lasciarsi stimolare dai concetti e deve avere quella curiosità che ti spinge a indagare nel profondo cosa c'è alla base di molte cose che ci circondano.
4.Sul piano didattico il corso di laurea si è rivelato migliore, peggiore o identico alle tue aspettative? C'è un argomento o un esame che hai trovato più affascinante degli altri?
Non sono in grado di dire se il corso sia risultato migliore o peggiore rispetto alle mie aspettative perché è stato semplicemente diverso da quello che mi attendevo. Sai che dovrai seguire i corsi di analisi 1 e 2, algebra 1 e 2, geometria 1 e 2, ma effettivamente non sai, almeno per me è stato così, quello che effettivamente studierai. Uno dei corsi che mi è piaciuto di più è stato il corso di probabilità, sostenuto durante il primo semestre del terzo anno: esso ha cambiato totalmente la mia visione di questo ramo della matematica. Indagando la teoria di base, infatti, sono riuscita a comprendere e ad apprezzare meglio la vera natura dei problemi di probabilità, che alle superiori avevo detestato. Anche i corsi di analisi numerica mi hanno affascinato perché ho sperimentato la programmazione di algoritmi.
5.Sul piano organizzativo, invece, quali sono gli elementi della tua esperienza in triennale che hai più apprezzato? Quali quelli con cui hai fatto più fatica a convivere?
In un contesto in cui una matricola non ha piena consapevolezza di ciò a cui sta andando incontro, un piano di studi strutturato senza esami a scelta per i primi due anni è molto importante. Da un lato impedisce allo studente di perdersi, complici anche le problematiche burocratiche da affrontare, dall'altro lato corrisponde ad un approccio consolidato alla materia. Gli orari delle lezioni seguivano uno schema abbastanza "classico" poiché erano per lo più in mattinata senza pause troppe lunghe tra corso e l'altro. L'elemento con cui ho fatto più fatica a convivere è stata sicuramente la didattica a distanza, situazione ovviamente collegata non tanto all'università quanto alla pandemia. Tra professori che non caricano materiale in tempo e video più lunghi della durata prevista per la lezione è stato un grande caos.
6.Quale strada hai scelto di intraprendere dopo la triennale? Perché? In che settore speri di lavorare un giorno?
Durante la mia esperienza in triennale, ho capito una cosa: voglio andare a insegnare matematica alle scuole superiori. Per farlo è necessario innanzitutto avere una laurea che ti abiliti e dato che la magistrale in matematica era tra queste, ho deciso di intraprendere questo percorso. Poiché mi ero trovata bene a livello di clima in Bicocca, ho optato per rimanere nello stesso ateneo in cui avevo appena terminato la triennale. In realtà non escludo comunque altri settori di impiego, come per esempio quelli legati all'analisi dei dati. Dopo la laurea ho ricevuto diverse richieste di colloquio ma le ho gentilmente declinate.
7.Che consiglio ti sentiresti di dare a chi sta valutando di iscriversi ad un corso di laurea triennale in matematica?
Rimanere umili, essere consapevoli di difficoltà e armarsi di tenacia e perseveranza. Qualsiasi percorso di studi voi abbiate fatto, infatti, la matematica che conoscete rappresenta una piccolissima parte di quello che vi aspetta. Per questo, è meglio adottare la filosofia del "io so di non sapere". Bisogna anche essere consapevoli delle difficoltà a cui si va incontro, per esempio sul piano del linguaggio e dell'astrazione. A volte finirete la lezione senza averci capito molto, quindi dovrete riguardare gli appunti. Ciò richiederà tempo e fatica. Tale fatica, però, sarà appagata dalla soddisfazione per i risultati che raggiungerete e dalle capacità, matematiche e non solo, che avrete acquisito.