Maresso: ''patteggia'' un anno il proprietario dell'alloggio scenario di un'esplosione nel 2019

E' stato condannato ad un anno di reclusione - con il beneficio della pena sospesa - il cinquantenne (F.S. le sue iniziali) proprietario dell'appartamento di Maresso di Missaglia che il 1°novembre 2019 era stato interessato da una violenta deflagrazione, conseguente ad una fuga di gas. Uno scoppio avvenuto all'ora di cena che aveva compromesso la stabilità di buona parte dell'edificio residenziale situato all'angolo fra Via Manzoni e Via don Biffi.

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Iscritto nel registro degli indagati dal sostituto procuratore Giulia Angeleri, l'imputato doveva rispondere di disastro colposo (secondo l'articolo 449 del codice penale). Gli accertamenti affidati nell'immediatezza dei fatti ai carabinieri della stazione di Casatenovo - unitamente ai vigili del fuoco del comando provinciale - avevano infatti portato alla luce presunti profili di responsabilità a carico del missagliese, che nel violento scoppio aveva riportato ferite gravi, tali da richiederne l'immediato trasferimento in ospedale per essere sottoposto alle cure del caso.
Da subito infatti gli inquirenti avevano cercato di risalire alle cause alla base della deflagrazione, udita a centinaia di metri di distanza, alla quale aveva fatto seguito un parziale cedimento dell'immobile, dove si erano aperte delle vistose crepe, o meglio delle vere e proprie ''fratture''. Per fortuna in quegli istanti non stava passando nessuno, nè in auto, nè a piedi: le conseguenze avrebbero potuto essere davvero pesanti, a giudicare dai detriti e dalla porta blindata dell'appartamento nel quale si è registrato lo scoppio, scagliata a diversi metri di distanza.

Assistito dall'avvocato Balconi del foro di Monza, il missagliese ha chiesto di patteggiare la pena di un anno, su consenso prestato dal PM Angeleri. Esattamente quanto gli è stato inflitto nel primo pomeriggio odierno dal giudice per le udienze preliminari Salvatore Catalano dopo essersi ritirato in camera di consiglio.
Presente in aula anche l'avvocato Simona Crippa, costituitasi parte civile per conto di una delle famiglie residenti nell'edificio scenario della deflagrazione e costretta a rimanere fuori casa per parecchi mesi. Oltre all'alloggio degli imputato, anche le abitazioni confinanti sono rimaste inagibili sino a pochi mesi fa, così come l'imbocco di Via don Biffi, chiusa al transito veicolare per quasi due anni, stante il pericolo di crollo e l'impossibilità di intervenire tempestivamente. Riacquisita solo di recente l'agibilità della palazzina, a seguito anche di sopralluoghi da parte di un geologo che aveva affiancato il Comune nella supervisione dei lavori.

Dopo una serie di interlocuzioni con il proprietario dell'appartamento nel quale si era verificato il sinistro e con i vicini, il Comune di Missaglia aveva poi deciso di farsi carico dell'intervento per la messa in sicurezza di una parte di immobile danneggiato, anticipando la spesa necessaria. L'obiettivo era infatti la riapertura della strada nell'interesse dei residenti, non essendo il titolare dell'alloggio interessato all'incendio in grado di provvedere al pagamento delle opere, il cui costo dovrà comunque essere posto a suo carico secondo gli accordi raggiunti fra le parti.
Stamani la definizione della vicenda sul fronte penale, con la condanna del missagliese - che ha deciso di avvalersi di un rito alternativo - ad un anno (con il beneficio della pena sospesa); il giudice ha disposto altresì il pagamento delle spese processuali alla parte civile.
G. C.
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