Barzago: un’assemblea pubblica per spiegare cos’è il controllo del vicinato

Controllo del vicinato. Non del vicino, del vicinato. L'assemblea pubblica tenutasi nella serata di martedì 5 aprile presso la sala civica di Barzago aveva proprio lo scopo - fra gli altri - di spiegare alla cittadinanza questa sostanziale differenza.
''Circa un anno fa, come amministrazione, ci siamo recati in Prefettura per aderire al protocollo d'intesa tra comuni e forze dell'ordine sul controllo del vicinato. Prendiamo l'impegno con i cittadini di continuare ad investire nello sviluppo del sistema di videosorveglianza del territorio comunale. Siamo consci, però, che la videosorveglianza non sempre è sufficiente e per questo crediamo molto in quello che racconterà questa sera il dottor Piemonti'' ha sostenuto Mirko Ceroli, sindaco di Barzago, nel suo saluto introduttivo.

Da sinistra Raul Piemonti, referente provinciale AcdV; Mirko Ceroli, sindaco Barzago; Maresciallo Ezio Riboldi,
comandante della stazione dei carabinieri di Cremella; Stefano Panzeri della polizia locale di Barzago.

''Nato tra gli anni '60 e '70 negli Stati Uniti, il controllo del vicinato è stato introdotto in Italia a partire dal 2009, quando è stata fondata l'associazione di cui faccio parte. Oggi, l'AcdV comprende 120 soci, tutti volontari, un comitato tecnico - scientifico e un comitato legale, i quali supportano le oltre 75 mila famiglie italiane che hanno scelto di entrare nel programma'' ha raccontato Raul Piemonti, referente per le province di Lecco e Monza dell'Associazione controllo del Vicinato, il quale poi ha aggiunto ''Oggiono e Annone hanno aderito a questo progetto alla fine dello scorso anno e, da quello momento, i gruppi di controllo del vicinato si sono via via ingranditi fino a coinvolgere, ad oggi, rispettivamente 70 e 50 famiglie''. Qualcuno potrebbe chiedersi "sì okay tutto bello ma le ronde di notte in città poi le facciamo?". Raul Piemonti è stato categorico in proposito: ''Fare controllo del vicinato non significa fare le ronde e, se ciò dovesse avvenire, l'associazione si chiamerebbe immediatamente fuori. Qualche anno fa in un comune in provincia di Como uscivano di notte con armi bianche e magliette con scritto "controllo del vicinato". Si sono esposti ad un grave pericolo inutilmente e hanno ricevuto denunce penali. Poi bisogna ricordarsi che il primo soggetto considerato responsabile per lo sviluppo di ronde sul territorio del suo comune è il sindaco''.

Se non vuol dire organizzare le ronde, allora che cosa significa fare "controllo del vicinato"? ''Significa incrementare il livello di attenzione verso ciò che succede nell'ambiente in cui si vive quotidianamente. Osserva, chiama, informa. Il controllo del vicinato si articola in tre passaggi e l'associazione supporta i cittadini in ognuno di questi'' ha affermato il referente di AcdV. Innanzitutto, osservare. Individuare le vulnerabilità, come una scala in bella vista sul balcone o una vanga dimenticata in giardino, e prestare attenzione alle anomalie, come un antifurto che suona, un rumore di lavori ad ora tarda o una macchina sospetta. ''L'associazione consegnerà a chi entrerà nel programma un manuale di 54 pagine sulla sicurezza residenziale in cui troverete tutta una serie di indicazioni utili a gestire le vulnerabilità delle vostre abitazioni. I dettagli. Prestare attenzioni ai dettagli è fondamentale: un fanalino rotto di un furgone sospetto può essere un particolare molto utile per un eventuale riconoscimento'' ha sottolineato Raul Piemonti.

In secondo luogo, chiamare. Qui è emerso il cuore del concetto di "controllo del vicinato": la collaborazione con le forze dell'ordine. ''Quando una persona assiste ad un furto, non chiama i vicini per andare a prendere insieme il ladro ma chiama le forze dell'ordine. L'associazione spiegherà agli aderenti come effettuare delle segnalazioni qualificate e responsabili: riportare le informazioni necessarie nel più breve tempo possibile''.
Infine, informare gli altri membri del gruppo. ''Solo dopo aver chiamato le forze dell'ordine si riportano le informazioni sul gruppo di WhatsApp con gli altri aderenti al controllo del vicinato. L'associazione consegnerà a tutti i partecipanti anche un documento contenente alcune indicazioni sulla corretta diffusione di video e fotografie'' ha spiegato il referente di AcdV. Ogni gruppo di controllo del vicinato ruota intorno alla figura di un coordinatore, il quale tiene i contatti con il referente provinciale, riceve la formazione che restituisce agli altri membri e gestisce il flusso di informazioni che vengono condivise sul gruppo, avendo cura di verificare la fonte di ogni segnalazione prima di chiamare le forze dell'ordine.

Raul Piemonti e il maresciallo Ezio Riboldi

Qual è l'obbiettivo di tutto questo? ''L'obbiettivo del programma di controllo del vicinato è incrementare la percezione di sicurezza dei cittadini e migliorare la qualità dei rapporti e la fiducia all'interno della comunità. Io ci credo molto ma è indispensabile che le persone si mettano in gioco in prima persona" ha affermato Raul Piemonti con particolare entusiasmo. Nel suo intervento, il maresciallo Ezio Riboldi, comandante della stazione dei carabinieri di Cremella, ha ribadito quanto sia fondamentale la partecipazione dei membri delle comunità affinché il programma di controllo del vicinato produca buoni risultati.
Il maresciallo ha poi evidenziato un elemento molto importante: ''bisogna denunciare sempre, anche i tentativi di furto, perché possono essere funzionali a far arrivare una pattuglia nella zona''.

Appello condiviso anche dal dottor Piemonti ''Anche le denunce di tentati furti vengono incluse nelle statistiche utili a dimostrare la necessità di maggiori uomini e mezzi sul territorio''.
Del resto, Albert Einstein diceva "Non possiamo pretendere che le cose cambino se continuiamo a fare le stesse cose".
Andrea Besati
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