Costa Masnaga: il giardino della scuola secondaria intitolato a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino
"Quando tocco un ramo di quell'albero in via D'Amelio mi sembra di toccare un braccio di mio fratello Paolo. In quella pianta non scorre la linfa che scorre in tutti gli altri alberi ma il sangue dei servitori dello Stato che in quel luogo hanno sacrificato la loro vita". Nonostante fosse collegato in videochiamata, la forza delle parole di Salvatore Borsellino, fratello del magistrato ucciso a Palermo il 19 luglio 1992, ha sovrastato il vento, che infatti si è quietato per alcuni minuti prima di tornare a soffiare. Nonostante gli inconvenienti creati dalle raffiche, nella limpida mattina di sabato 9 aprile il personale della scuola media Don Bosco di Costa Masnaga, capitanato dalla preside Chiara Giraudo e dalla professoressa Miriam Colombo, ha lavorato incessantemente per portare a termine con successo la cerimonia di intitolazione del giardino dell'istituto ai giudici Paolo Borsellino e Giovanni Falcone.
A destra in fondo Alessandro Fermi, presidente del consiglio di Regione Lombardia; maresciallo Mauro Ruggieri, comandante della stazione dei carabinieri di Costa Masnaga; Sabina Panzeri, sindaco di Costa Masnaga; Raffaella Puricelli, vicesindaco di Bulciago; Laura Di Terlizzi, sindaco di Nibionno; primo a sinistra è don Adriano Colombini, parroco di Costa Masnaga.
"La legalità è un valore e come tale la scuola deve farsene carico. Con questo obbiettivo, come prima cosa, alle effigi dei personaggi della storia, dell'arte e della musica che decorano le porte del nostro edificio aggiungeremo quelle di Paolo Borsellino e Giovanni Falcone. Le porte rappresentano momenti di passaggio verso nuove prospettive e percorsi e sta a chi le supera portare avanti in prima persona i valori dei personaggi rappresentati" ha sostenuto la dirigente dell'Istituto nel suo intervento introduttivo. "L'evento di oggi, con l'intitolazione ai magistrati Falcone e Borsellino del giardino, punto di collegamento tra la scuola e il territorio, e l'arrivo di questo nuovo albero, che sarà accompagnato da una targa celebrativa, rappresenta il punto di inizio di un percorso che la scuola farà anche con il prezioso ausilio dell'amministrazione comunale" ha poi aggiunto la dottoressa Giraudo.
Dopo l'intervento di Salvatore Borsellino, il quale ha ringraziato la scuola per aver scelto di ricordare suo fratello e Giovanni Falcone piantando un nuovo albero perché ciò è simbolo di "una memoria che vivrà per sempre", ha preso la parola Sabina Panzeri, sindaco di Costa Masnaga. "Durante l'intervento che abbiamo svolto in due classi la settimana scorsa abbiamo visto gli studenti particolarmente attenti, curiosi e coinvolti. So che i ragazzi sono stati molto toccati anche dalle storie di Giuseppe e Federica, loro coetanei e vittime innocenti di mafia, a cui è stato intitolato il parco giochi inclusivo realizzato su terreni confiscati alla criminalità organizzata" ha sottolineato il primo cittadino. Ricordando l'importanza dei bandi regionali per il reperimento dei fondi utili a sistemare le strutture sequestrate, la dottoressa Panzeri ha lasciato la parola ad Alessandro Fermi, presidente del consiglio di Regione Lombardia. "La lotta alla criminalità organizzata non è un compito affidato solo a magistrati e forze dell'ordine ma è un dovere che ognuno di noi deve perseguire nel quotidiano. Fare volontariato, distinguere il bene dal male, segnalare i comportamenti sbagliati sono tutte azioni con cui possiamo trasmettere i valori di Falcone e Borsellino. Tramandare il modo di approcciare la vita di questi due straordinari uomini coinvolgendo anche i ragazzi credo sia fondamentale" ha sottolineato il dottor Fermi.
Proprio i ragazzi sono stati i protagonisti della seconda parte della cerimonia di fronte ad una folta schiera di autorità, tra cui anche rappresentanti dei comuni di Nibionno e Bulciago, il maresciallo Mauro Ruggieri, comandante della stazione dei carabinieri di Costa Masnaga e don Adriano Colombini, parroco di Costa.
I primi a prendersi la scena sono stati i membri del coro scolastico, i quali hanno nuovamente silenziato il vento con le potenti strofe di "Pensa" di Fabrizio Moro. Successivamente, i rappresentanti di tutte le classi hanno portato un semenzale di un faggio fino al luogo designato provvisoriamente per il suo posizionamento, decorato con una targa recante il richiamo alla memoria di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
"Non abbiamo portato un ficus, come quello presente in via d'Amelio a Palermo, perché non avrebbe resistito nelle condizioni climatiche del vostro territorio. Questo faggio non solo è molto più adatto ma fa parte di un bosco diffuso realizzato nell'ambito del progetto Un albero per il futuro. Se vi recate sul sito internet (https://unalberoperilfuturo.rgpbio.it/) potrete vedere quanta anidride carbonica la vostra pianta ha immagazzinato" ha spiegato Liana Fedrigoli membro del reparto Carabinieri Biodiversità di Verona.
Dopo l'esecuzione dell'inno di Mameli, Federico, in rappresentanza delle classi 2C e 2D, ha quindi letto una missiva scritta dai ragazzi proprio per i due magistrati uccisi da Cosa Nostra. "Abbiamo compreso il coraggio e la passione che avete messo nel vostro lavoro. Per questo ci siamo resi conto che nella vita quotidiana anche noi possiamo combattere le azioni sbagliate, cercando di creare una società basata su ciò che è giusto e non su ciò che è più comodo e facile" ha affermato Federico e gli applausi che si sono sentiti dalle aule hanno raccontato di come la sua voce fosse stata in realtà anche la voce di tutti i suoi compagni.
Di fronte anche ai volontari della Protezione civile di Nibionno e ai ragazzi della Croce Rossa di Casatenovo, che per tutta la mattina hanno svolto con gli studenti delle attività legate alla tutela dell'ambiente, l'iniziativa si è conclusa con la consegna di alcune pergamene ai rappresentanti di classe.
"In questa circostanza particolare, a nome di tutta la classe ogni rappresentante si è assunto la responsabilità di prendersi cura della pianta e di promuovere nel quotidiano i valori che essa rappresenta. Vi consegniamo questa pergamena come segno tangibile di questo impegno" ha sottolineato la dottoressa Giraudo. Una pergamena come primo seme da cui, se lo vorranno, i giovanissimi potranno sviluppare un'esistenza con radici ancorate in quei valori di legalità e giustizia che Paolo Borsellino e Giovanni Falcone hanno difeso fino alla fine.
Andrea Besati