Greppi: si è spento Patrizio Leardi, docente di scienze e vice preside fra gli anni '80 e '90

Patrizio Leardi
(immagine tratta da Il Secolo XIX)
Una persona riservata, che nei contatti umani era però capace di lasciare il segno. E' il ricordo di Patrizio Leardi che ermerge dalle testimonianze di chi lo aveva conosciuto. Classe 1943, il docente aveva insegnato all'istituto Greppi di Monticello nel primissimo periodo di fondazione della scuola superiore, rivestendo anche la carica di vice preside, fra gli anni Ottanta e Novanta.
Leardi, che risiedeva a Verano Brianza, aveva saputo guadagnarsi la stima e la fiducia dei suoi colleghi, soprattutto quelli di scienze, la materia che ha insegnato a diverse decine di ragazzi. Indimenticabili i laboratori svolti nel parco della Villa, dove il docente impartiva notizioni di orticoltura e frutticoltura, passioni che l'hanno accompagnato per l'intera esistenza, soprattutto nel periodo della pensione.
''All'epoca la scuola funzionava in maniera molto diversa da oggi. Gli insegnanti avevano molta più libertà nella stesura dei programmi didattici, negli orari delle elezioni, nella gestione delle classi. Patrizio è stato un vero pilastro in quella prima fase di vita dell'istituto, tutta improntata alla sperimentazione'' ci ha detto il prof.Gilberto Pirovano, ex collega ma soprattutto amico di Leardi. ''Aveva un approccio molto pratico nelle lezioni e all'utilizzo dei libri di testo preferiva puntare sui quaderni con gli appunti presi dai ragazzi durante l'attività in classe. Quaderni rimasti nei ricordi di molti ex alunni che hanno avuto la fortuna di conoscerlo''.
In pensione dal 1991, Leardi si era unito in matrimonio con la collega Isa Maggioni, altra fondatrice del Greppi dove insegnava filosofia, pedagogia e psicologia agli studenti dell'indirizzo umanistico.
Chiusa la parentesi professionale, la coppia aveva poi deciso di trasferirsi in Liguria, a Sestri Levante per la precisione, concedendosi la tranquillità del mare, immersi nella natura e nel silenzio che il professore così tanto amava. Nella riviera di Levante il compianto insegnante ha potuto dedicarsi a tutto tondo alla coltivazione delle piante, trasferendosi durante i mesi estivi nel borgo di Costa di Soglio. Qui aveva acquistato un'abitazione, contribuendo - insieme ad altre famiglie - alla riscoperta di un paese noto per la lavorazione della lavagna che negli anni si era progressivamente svuotato.
Una malattia che lo aveva colpito negli ultimi tempi, ha posto fine alla sua esistenza, capace sicuramente di lasciare un profondo segno in molti che ancora oggi lo ricordano con gratitudine e stima.
G. C.
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