Sirtori: litiga con due fratelli e esplode dei colpi con la scacciacani, 61enne a giudizio
Gli viene contestato l'articolo 703 del codice penale: ''accensioni ed esplosioni pericolose''. Ma anche il reato di minaccia. Queste le accuse mosse nei confronti di Claudio B., classe 1961, residente fuori dai confini nazionali ma con una casa di famiglia a Sirtori dove, al tempo dei fatti oggetti del procedimento, vivevano i suoi anziani genitori. Proprio per l'escussione della mamma il processo a suo carico è stato aggiornato al prossimo 17 maggio. Quest'oggi, al cospetto del giudice monocratico Paolo Salvatore, sia l'imputato sia i suoi accusatori hanno avuto modo di raccontare la loro versione. Assolutamente non coincidente.
Primi ad accomodarsi al banco dei testimoni sono state le due supposte persone offese, non costituite parte civile. Si tratta di due fratelli che nel pomeriggio del 12 settembre 2020 si sarebbero portati presso un casolare ereditato da alcuni parenti per conferire - nell'ex letamaio della struttura - dell'erba sfalciata dal giardino di una delle loro abitazioni. Mentre scaricavano il verde - stando alla loro ricostruzione - sarebbero stati presi a male parole dai "confinanti" e dunque dall'imputato e dai suoi genitori, con Claudio B. arrivato a minacciarli. ''Vi sparo'' avrebbe detto l'uomo, con uno dei due fratelli pronto a ribattere che, nel caso, avrebbero chiamato i carabinieri. Di tutta risposta la controparte avrebbe fatto accenno a trascorsi in carcere e ad amici di cella a cui si sarebbe potuto rivolgere per sistemare le cose, salendo poi in casa per esplodere alcuni colpi all'indirizzo dei due fratelli con quella che è risultata essere - dopo l'intervento degli uomini dell'Arma - una scacciacani, detenuta dal padre con delle altre armi (vere) regolarmente denunciate, come asserito dallo stesso imputato rendendo esame, dopo l'acquisizione, da parte del giudice su accoro delle parti, degli atti redatti dai Carabinieri della stazione di Cremella che si sono occupati della vicenda. Rilette in Aula e confermate da Claudio B. anche le dichiarazioni rese dello stesso agli inquirenti. Nella sua versione, quel 12 settembre, come già in altre occasioni, dei cani di grossa taglia si sarebbe introdotti nella proprietà dei genitori mentre lui stava svolgendo dei lavori all'esterno. Visto il padre agitato e compresa la situazione, sarebbe salito in casa esplodendo poi dei colpi verso l'alto, per mettere in fuga gli animali. Solo successivamente sarebbe nata la discussione con i due denuncianti, notati sversare "fieno e liquidi" su un'area che, a suo dire, non sarebbe nemmeno entro i confini della loro tenuta. Ammesso dunque l'alterco ma non l'utilizzo dell'arma all'indirizzo dei due querelanti. E ammesso anche il dettaglio del carcere, nel senso che il 61enne ha confermato di essere stato detenuto, prima di ottenere i domiciliari proprio presso la casa di Sirtori, per qualche giorno. A precisa domanda del giudice su come i due fratelli potessero conoscere tale aspetto, l'uomo ha ricordato come il paese sia piccolo e la circostanza nota.
L'udienza, come anticipato, è stata aggiornata al prossimo mese. Nel frattempo saranno visionati i filmati prodotti, per poi arrivare a discussione.
Primi ad accomodarsi al banco dei testimoni sono state le due supposte persone offese, non costituite parte civile. Si tratta di due fratelli che nel pomeriggio del 12 settembre 2020 si sarebbero portati presso un casolare ereditato da alcuni parenti per conferire - nell'ex letamaio della struttura - dell'erba sfalciata dal giardino di una delle loro abitazioni. Mentre scaricavano il verde - stando alla loro ricostruzione - sarebbero stati presi a male parole dai "confinanti" e dunque dall'imputato e dai suoi genitori, con Claudio B. arrivato a minacciarli. ''Vi sparo'' avrebbe detto l'uomo, con uno dei due fratelli pronto a ribattere che, nel caso, avrebbero chiamato i carabinieri. Di tutta risposta la controparte avrebbe fatto accenno a trascorsi in carcere e ad amici di cella a cui si sarebbe potuto rivolgere per sistemare le cose, salendo poi in casa per esplodere alcuni colpi all'indirizzo dei due fratelli con quella che è risultata essere - dopo l'intervento degli uomini dell'Arma - una scacciacani, detenuta dal padre con delle altre armi (vere) regolarmente denunciate, come asserito dallo stesso imputato rendendo esame, dopo l'acquisizione, da parte del giudice su accoro delle parti, degli atti redatti dai Carabinieri della stazione di Cremella che si sono occupati della vicenda. Rilette in Aula e confermate da Claudio B. anche le dichiarazioni rese dello stesso agli inquirenti. Nella sua versione, quel 12 settembre, come già in altre occasioni, dei cani di grossa taglia si sarebbe introdotti nella proprietà dei genitori mentre lui stava svolgendo dei lavori all'esterno. Visto il padre agitato e compresa la situazione, sarebbe salito in casa esplodendo poi dei colpi verso l'alto, per mettere in fuga gli animali. Solo successivamente sarebbe nata la discussione con i due denuncianti, notati sversare "fieno e liquidi" su un'area che, a suo dire, non sarebbe nemmeno entro i confini della loro tenuta. Ammesso dunque l'alterco ma non l'utilizzo dell'arma all'indirizzo dei due querelanti. E ammesso anche il dettaglio del carcere, nel senso che il 61enne ha confermato di essere stato detenuto, prima di ottenere i domiciliari proprio presso la casa di Sirtori, per qualche giorno. A precisa domanda del giudice su come i due fratelli potessero conoscere tale aspetto, l'uomo ha ricordato come il paese sia piccolo e la circostanza nota.
L'udienza, come anticipato, è stata aggiornata al prossimo mese. Nel frattempo saranno visionati i filmati prodotti, per poi arrivare a discussione.
A.M.