Tagli degli alberi e del verde: gli scempi e i ''ponzio pilato''
Il poco verde rimasto è soggetto ad attacchi di ogni genere, in barba alle raccomandazioni ufficiali e alle parole, spesso di circostanza, usate nei discorsi, nelle promesse e nelle intenzioni degli amministratori.
Di scempi come quelli esemplificati nelle immagini allegate, ne è pieno ogni angolo del territorio.
Impostando la ricerca riguardo la "gestione di alberi ad alto fusto", in generale i siti (spesso riferiti ad imprese del settore) mettono subito in guardia relativamente al taglio o abbattimento, senza autorizzazione di enti o comuni e al rispetto dei "regolamenti comunali, regionali, nazionali". Perfino se si tratta di piante "malate o secche". Nei migliore dei casi (considerato dalla parte di chi vorrebbe procedere al taglio) si parla di 30 giorni per il "silenzio/assenso".
Comunque ogni intervento è "subordinato a specifico benestare" per gli alberi che presentano un diametro di almeno 80 cm (misurato a un metro e trenta dal suolo) e per le "ceppaie" di una certa dimensione.
Non sarebbe neppure difficile redigere, o aggiornare, il suddetto REGOLAMENTO.
Basterebbe prendere spunto dal Decreto del 10 marzo 2020 " Criteri ambientali minimi per il servizio di gestione del verde pubblico e la fornitura di prodotti per la cura del verde", in G.U. del 4 aprile 2020, per essere sicuri di redigere una normativa "inoppugnabile".
Di scempi come quelli esemplificati nelle immagini allegate, ne è pieno ogni angolo del territorio.
Alle rimostranze di associazioni o semplici cittadini, è consuetudine ormai diffusa rispondere con l'impossibilità di agire da parte dei nostri amministratori....
Basta però fare delle indagini sul web per scoprire che, forse, le cose non stanno proprio così, che le mani non sono così legate, che si potrebbe fare (molto) di più per non vedere distrutto in pochi minuti ciò che la Natura ha costruito in decenni e decenni.Impostando la ricerca riguardo la "gestione di alberi ad alto fusto", in generale i siti (spesso riferiti ad imprese del settore) mettono subito in guardia relativamente al taglio o abbattimento, senza autorizzazione di enti o comuni e al rispetto dei "regolamenti comunali, regionali, nazionali". Perfino se si tratta di piante "malate o secche". Nei migliore dei casi (considerato dalla parte di chi vorrebbe procedere al taglio) si parla di 30 giorni per il "silenzio/assenso".
Comunque ogni intervento è "subordinato a specifico benestare" per gli alberi che presentano un diametro di almeno 80 cm (misurato a un metro e trenta dal suolo) e per le "ceppaie" di una certa dimensione.
Misure che possono essere anche più restrittive (ad esempio si legge 78,5 cm per il Regolamento Capitolino....NB. letto casualmente su un sito di una ditta romana).
Appare a questo punto chiaro che ADOTTANDO (o facendo rispettare, se già esistente) un REGOLAMENTO che normi la "gestione del verde pubblico e privato", si potrebbe sottoporre a controllo gli interventi praticati.
Non sarebbe neppure difficile redigere, o aggiornare, il suddetto REGOLAMENTO.
Basterebbe prendere spunto dal Decreto del 10 marzo 2020 " Criteri ambientali minimi per il servizio di gestione del verde pubblico e la fornitura di prodotti per la cura del verde", in G.U. del 4 aprile 2020, per essere sicuri di redigere una normativa "inoppugnabile".
E per una volta tanto, si abbandonerebbe la posizione di chi "se ne lava le mani".
Distinti saluti,
Alfio Sala - Gruppo Valle Nava