Missaglia: il dottor Galbiati e la trapiantata Laura Biffi incontrano con AIDO 115 alunni delle medie
Nel nostro Paese sempre più persone decidono di esprimere il proprio consenso alla donazione di organi. Non è una scelta facile, ma è un atto di amore verso il prossimo.
I pazienti che necessitano di un trapianto sono tanti e per sensibilizzare su questa tematica il gruppo AIDO (Associazione Italiana per la Donazione di Organi) di Casatenovo-Missaglia-Monticello presieduto da Enrica Motterlini organizza periodicamente degli incontri formativi con gli studenti delle scuole medie e superiori del territorio.
Un momento dell'incontro dell'altro pomeriggio a Missaglia
Nel pomeriggio di martedì 26 aprile presso il salone dell'oratorio di Missaglia centoquindici alunni di seconda media della scuola Da Vinci di Missaglia e Casati di Monticello hanno potuto ascoltare le parole del dottor Filippo Galbiati, sindaco casatese ma soprattutto primario del reparto di medicina d'urgenza e pronto soccorso dell'Ospedale Niguarda di Milano. Preziosa anche la testimonianza di Laura Biffi, casatese classe 1985 che ha di recente subito il trapianto di un rene.La segretaria di AIDO Beatrice Rizzi ha introdotto l'incontro. ''Il nostro gruppo si compone di volontari che non si occupano personalmente di trapianti, ma svolgono attività di formazione incontrando gli studenti delle scuole. Siamo essenzialmente un gruppo che cerca di aiutare la cittadinanza a comprendere che cosa significa il trapianto, come avviene la donazione degli organi, quali sono le leggi in materia e come si può dare il consenso alla donazione. È sicuramente un tema delicato e difficile, ma vale la pena parlarne ed esserne consapevoli''.
Beatrice Rizzi, segretaria del gruppo AIDO di Casatenovo-Missaglia-Monticello
Il dottor Galbiati ha dialogato con gli alunni cercando di far comprendere loro alcune tematiche importanti: quando si parla di trapianto, che cos'è la morte cerebrale, quali organi possono essere donati, la compatibilità, come avviene il trapianto e la possibilità di rigetto.
Il dottor Filippo Galbiati
''Il trapianto di organi - ha affermato il medico - è importantissimo per dare speranza alle persone affette da gravi malattie per le quali non esiste altra possibilità di cura. La donazione è un atto volontario e consapevole, che può salvare la vita e far rinascere''. Il medico ha raccontato alcuni episodi di trapianto come quello di Giorgia, una ragazza che all'epoca aveva solo diciassette anni. Durante una serata in discoteca ha assunto una pasticca di ecstasy. I giorni successivi mostrava nausea, febbre e altri leggeri malesseri finché non è stata ricoverata proprio all'ospedale Niguarda. ''La diagnosi era di epatite tossica fulminante - prosegue il dottore - e la ragazza è entrata in coma. L'unica salvezza per lei era un immediato trapianto di fegato. Non era facile trovare un fegato, ma in quei giorni era morta una ragazza per un incidente stradale e i genitori avevano acconsentito per la donazione. Dopo alcune ore in chirurgia, la ragazza era tornata di nuovo a vivere''.
Laura Biffi
Una testimonianza diretta di trapianto è stata raccontata dalla casatese Laura Biffi. ''Tutto ha avuto inizio all'età di ventotto anni. Ero una ragazza come tante altre con il suo lavoro e i suoi momenti di svago con gli amici. Un giorno però succede che ho un emorragia alle gengive e decido di andare in pronto soccorso a Merate. I medici bloccano l'emorragia e mi fanno gli esami di routine. Gli esiti vanno bene, ma c'è un valore dei reni che è leggermente sballato. Per la mia età era una cosa insolita e per questo i dottori decidono di tenermi in ospedale per una settimana. Il valore dei reni però non rientra e mi consigliano di andare da un nefrologo dell'ospedale di Lecco. All'inizio mi dicono che probabilmente è una malattia definita "lupus", ma altri esami specifici non danno la conferma. Ogni mese mi reco in ospedale per tenere monitorata la mia insufficienza renale perché nessun medico sa dirmi che malattia ho. Intanto la situazione peggiora di giorno in giorno e i medicinali non fanno effetto''.
Enrica Motterlini, presidente del gruppo casatese di AIDO
Laura è andata avanti a fare le analisi dal 2013 al 2017. È nel 2017 che i medici dell'ospedale di Lecco le consigliano di rivolgersi alla Clinica de Marchi. Si arriva finalmente al nome della malattia: sindrome emolitico uremica. Per rallentare questa malattia rara c'è un medicinale sperimentale, ma non funziona. ''Il mio corpo non regge più, sono sempre molto stanca. I medici allora mi dicono che è arrivato il momento di fare la dialisi. Tre volte a settimana mi reco in ospedale a Lecco e ci rimango per tre/quattro ore. Tutto questo continua fino al 16 maggio 2020: è un venerdì e dopo la solita dialisi vado a letto a dormire. Squilla il telefono, mi alzo a rispondere ed è la dottoressa dell'ospedale di Lecco che mi dice che c'è un rene per me. Ero stata messa in lista d'attesa e mai avrei immaginato di essere chiamata. Mi sono recata subito a Lecco per gli ultimi esami e il giorno dopo alle 7 ero al Policlinico di Milano per il trapianto. Fortunatamente è andato tutto bene e non ho avuto nessuna complicazione". Grazie al trapianto di rene la vita di Laura è tornata alla normalità.
L'incontro ha suscitato moltissimo interesse tra gli studenti e nella parte finale ci sono state molte domande. AIDO prosegue le sue attività di formazione con altri incontri che verranno successivamente comunicati.
Silvia Buzzi