Colle Brianza in festa per i 70 anni di don Alberto Pirovano

Lo scorso mercoledì 27 aprile don Alberto Pirovano, parroco di Colle Brianza, ha compiuto settant'anni. Un traguardo che segna anche il 35esimo anniversario di sacerdozio per il religioso originario di Cortenuova di Monticello. La comunità di Colle Brianza ha voluto festeggiare il suo compleanno esponendo striscioni con messaggi di auguri, organizzando una festa di buon compleanno e consegnandogli dei regali, alcuni un po' particolari, legati alla sua passione per la fattoria didattica.

A sinistra don Alberto con Mons.Delpini, arcivescovo di Milano

Don Alberto come sono andati i festeggiamenti? Cosa le hanno regalato?

«La festa è andata bene, sono felice. Mi hanno regalato delle galline e delle oche».

Giunto al traguardo dei settant'anni, possiamo guardare un po' ai ricordi?

«I ricordi sono tantissimi. A partire dalla prima destinazione dove sono stato: Boffalora Ticino, vicino a Magenta. La prima destinazione è sempre quella che ti resta nel cuore per la vita. Poi, dopo, sono stato a Treviglio per sei anni e dal mese di giugno del 1998 sono qui a Colle, senza dimenticare il mio paese che è Cortenuova».

Cortenuova, frazione di Monticello Brianza dove è cresciuto...

«Il proprio paese non lo si dimentica mai. Lì ho vissuto la vita dell'oratorio fino a entrare in seminario a 26 anni».

Un'età già adulta...

«Ho lavorato fin da giovane. Ho studiato alle magistrali, ho fatto la maturità nel 1982, il giorno che l'Italia ha vinto i mondiali. Finite le scuole, a casa mia c'erano un po' di problemi. Mio papà faceva il contadino e aveva dovuto smettere per dei problemi di salute. Abbiamo dovuto vendere tutto. C'era bisogno di un'entrata economica in famiglia. Sono andato a lavorare in una tessitura a Besana Brianza».

Poi è arrivata la decisione di entrare in seminario...

«È arrivato un certo momento in cui è stato giusto decidere cosa fare. La decisione di entrare in seminario l'avevo già considerata fin da piccolo. Però, per vari motivi, era stata rimandata».

Come è stato l'inizio del suo percorso in seminario?

«Quando sono andato in seminario ciò che mi ha aiutato tanto è stato il servizio militare che ho fatto negli alpini a Cuneo. Mi sono detto "là mi hanno obbligato, qui l'ho scelto io". La vita in seminario, con i suoi orari, era un po' rigida. Il servizio militare mi è servito tantissimo a superare le prime difficoltà. Ero con compagni più giovani di me, alcuni avevano 16, 17 anni. Io avevo già 26 anni con un'esperienza di lavoro di 11 anni. Ma, mi sono difeso anche abbastanza bene...

Settanta anni di età oggi, e 35 anni di sacerdozio. Cosa ricorda dei primi incarichi?

«Il primo incarico che ho ricevuto è stato a Boffalora Ticino, vicino a Magenta, ricordo l'entusiasmo dell'inizio. Avevo un oratorio grande con anche più di duecento ragazzi. Il primo posto dove vieni assegnato è dove spendi tutte le tue energie. Mi hanno voluto bene tutti, il parroco e i ragazzi. Abbiamo sempre lavorato bene».

Dopo Boffalora?

«Dopo sono stato mandato a Treviglio, era una parrocchia completamente diversa, un po' di periferia. Non abitavo neanche in oratorio, ma in un condominio, un po' anche distante dall'oratorio. Ma, anche lì ho passato cinque anni bellissimi».

Poi l'arrivo a Colle Brianza nel 1998...

«I primissimi giorni c'è stata un'accoglienza festosa. Arrivando qui per me è cambiato tutto. In precedenza, ero viceparroco e mi occupavo dell'oratorio, qui essendo parroco mi preoccupo dell'oratorio, dell'asilo, della funzionalità della parrocchia, dell'amministrazione e dell'organizzazione. È cambiato tutto, ci è voluto un po' di tempo prima di "ingranare" veramente bene».

Cosa ricorda di quei primi tempi...

«Il parroco era mancato all'improvviso e quindi c'era attesa per il nuovo parroco. Ero aiutato da due preti residenti Don Vicenzo e Don Carlo. Mi hanno aiutato molto e dato tanti consigli».

E oggi?

«Pur essendo una comunità abbastanza piccola c'è sempre molto da fare, io sono convinto che se il lavoro vai a cercarlo lo trovi».

Come con la scuola dell'infanzia di cui è responsabile...

«La scuola dell'infanzia ha 41 bambini. Tutti i giorni vado all'asilo, pranzo lì e gioco un po' con loro. L'asilo è anche un modo per aver un contatto con le nuove famiglie».

...e poi c'è anche l'oratorio...

«L'oratorio estivo lo scorso anno aveva visto circa 80 ragazzi. Normalmente eravamo sui 110, 120 partecipanti. Dovremmo, con un po' di pazienza, lavorare per tornare ad avere i numeri degli anni precedenti. Il covid ci ha separato un po' tutti, è un problema diffuso. Comunque, l'oratorio inizierà il giorno della chiusura delle scuole e finirà a luglio durando circa sei, sette settimane. Dalle otto del mattino fino alla sera alle sei».

Quali sono i ricordi più belli di questi anni passati a Colle Brianza?

«Sarebbero moltissimi. Ma, ci sono momenti belli anche nelle occasioni più semplici. Quando ad esempio vado a fare la spesa al supermercato e incontro i miei bambini dell'asilo che mi chiamano, mi vengono incontro urlando, mi mettono felicità, mi tirano su il morale. Ma anche con le persone di Colle il rapporto è buono, qui c'è un rapporto familiare».

L. A.
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