Rogoredo: il tetto non dovrà essere demolito. Il Consiglio di Stato si esprime sui ricorsi

Il municipio di Casatenovo
Una vera e propria odissea che in questi giorni si è arricchita di un ulteriore capitolo. Non si può definire che così la vicenda giudiziario-amministrativa che riguarda una palazzina situata a Rogoredo di Casatenovo, attenzionata quasi due anni fa dall'ufficio urbanistica del Comune.
Da una verifica sulle mappe catastali era infatti emerso che l'altezza dei travetti a sostegno del tetto dell'immobile erano di svariati centimetri più alti del consentito. I sopralluoghi sul posto avevano portato poi alla luce altre presunte irregolarità volumetriche (tenendo conto peraltro dell'ambito vincolato paesaggisticamente dalla Soprintendenza), messe nero su bianco attraverso un'ordinanza nella quale - fra le altre cose - si chiedeva chiedeva la demolizione e il ripristino....della copertura dell'edificio.
Il documento era stato impugnato dall'avvocato Umberto Grella, legale che assiste l'impresa e i residenti, con sette ricorsi al Tar complessivamente presentati fra il 2020 e l'anno successivo. Il tribunale amministratrivo in prima battuta aveva accolto la richiesta di sospensiva, così come i rilievi mossi dalle famiglie e dall'impresa. Avevano poi fatto seguito ulteriori ricorsi, notificati al tribunale amministrativo dai residenti e dall'impresa esecutrice dell'intervento edilizio a seguito di nuove contestazioni pervenute dal Comune che aveva chiamato in causa anche la Soprintendenza.
A inizio anno però, il Tar si era definitivamente pronunciato sulla questione respingendo sia il ricorso introduttivo, sia quelli per motivi aggiunti, depositati nel febbraio e nel giugno 2021, reputando inammissibile anche quello pervenuto nel luglio dello scorso anno. Rigettata inoltre la domanda di risarcimento danni, con spese legali da compensare fra le parti costituite, e l'esecuzione dell'ordinanza da demandare all'autorità amministrativa preposta. Il Comune di Casatenovo si era costituito in giudizio affidandosi all'avvocato Carlo Orlandi del foro di Milano.
Vicenda conclusa? Assolutamente no: i ricorrenti rappresentati appunto dall'avvocato Grella hanno impugnato la sentenza ricorrendo al Consiglio di Stato che si è espresso in questi giorni attraverso un'ordinanza che - rigettando la richiesta di sospensiva non rilevando elementi di ''fumus boni iuris'' stante la presenza di difformità fra il titolo abitativo e il manufatto - blocca di fatto la demolizione del tetto della palazzina casatese, indicando la possibilità di ''monetizzare'' la difformità da parte del Comune, tramite una multa in denaro.
Una notizia accolta con un sospiro di sollievo dai residenti e dal loro difensore. ''Il Consiglio di Stato con saggezza riporta la legge ed il buon senso, bloccando la folle demolizione del tetto che l'ufficio tecnico del Comune di Casatenovo insisteva per far eseguire'' il commento dell'avvocato Grella che ha poi messo in evidenza quella che a suo avviso è stata la mancata presa di posizione di sindaco e giunta sulla vicenda. ''Sono lieto del fatto che le sei famiglie residenti possano ora dormire sonni tranquilli...sotto il loro tetto''.
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