La Camorra negli appalti delle ferrovie: fra i 35 fermati dalla DIA, un 50enne oggionese
La Procura di Napoli
Sono infatti 35 le ordinanze firmate dal giudice per le indagini preliminari Giovanna Cervo del tribunale partenopeo, eseguite nelle scorse ore nei confronti di altrettante persone individuate nelle province di Napoli, Caserta, Roma, Bari e anche Lecco.
Per 17 soggetti si sono aperte le porte del carcere; per altrettanti indagati sono stati disposti i domiciliari; ad un altro invece, è stata notificata la misura meno afflittiva dell'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Contestualmente è stato eseguito un sequestro preventivo di beni e servizi per un totale di circa 50 milioni di euro di valore.
Ad operare sono stati gli agenti della Direzione Investigativa Antimafia (DIA) di Napoli, del comando provinciale dei Carabinieri di Caserta e del Nucleo Investigativo Centrale D.A.P con il supporto dei comandi locali, coordinati dai PM Ardituro e Arlomede.
L'indagine verterebbe su complessi meccanismi di riciclaggio, individuati tramite accertamenti patrimoniali. A questo proposito sono due i distinti provvedimenti emessi dal giudice su richiesta della DIA, nei confronti di persone ritenute vicine al clan dei Casalesi, della fazione capeggiata dal boss Francesco Schiavone (detto Sandokan). Secondo le accuse - che dovranno essere provate in sede giudiziaria - quest'ultima avrebbe messo le mani nel sistema degli appalti per i servizi della rete ferroviaria e della pavimentazione stradale.
I reati contestati - a vario titolo - sono estorsione, intestazione fittizia di beni, turbativa d'asta, corruzione, riciclaggio, con l'aggravante dell'agevolazione mafiosa.
In un secondo e distinto procedimento, i carabinieri di Caserta hanno arrestato un avvocato e il responsabile di un'agenzia bancaria: per la Procura avrebbero rivelato a uno degli indagati l'esistenza dell'inchiesta in corso.
Per quanto riguarda il lecchese è stato posto agli arresti domiciliari un 50enne originario di Oggiono, unico soggetto residente nel Nord Italia fra tutti quelli fermati in data odierna a seguito dell'operazione condotta dagli uomini dell'Arma.
Figura infatti il suo nome fra i 35 destinatari delle ordinanze di custodia cautelare, quattro delle quali nei confronti di ex funzionari di Rete Ferroviaria Italiana, in servizio all'epoca dei fatti contestati.
Tornando invece alle contestazioni generali - come spiega in una nota il procuratore di Napoli Giovanni Melillo - le indagini patrimoniali della DIA hanno consentito di fare luce sui "complessi meccanismi di riciclaggio e di illecita interposizione negoziale, come tali considerati al fine del sequestro preventivo di quote sociali e immobili".