Molteno: la riforma sanitaria lombarda. Se ne discute con quattro consiglieri regionali

Un confronto dinamico sulla riforma sanitaria di Regione Lombardia, legge n. 22 del 14 dicembre 2021. Quattro consiglieri regionali a confronto in una serata organizzata e introdotta da Matteo Bonacina con il Comune di Molteno, moderata dalla collega giornalista Michela Mauri, dopo i saluti introduttivi del sindaco Giuseppe Chiarella.
All'incontro, che si è tenuto nella sala consiliare venerdì 6 maggio hanno presenziato i consiglieri regionali che rappresentano la gran parte dell'assise che trova sede nel grattacielo Pirelli di Milano.

Da sinistra i consiglieri Gian Antonio Girelli, Raffaele Straniero, il sindaco Giuseppe Chiarella,
la collega Michela Mauri, Giulio Gallera, Mauro Piazza e Matteo Bonacina


Per l'area di centro destra erano presenti Giulio Gallera, in quota orza Italia, già assessore al Welfare della Regione Lombardia e oggi nel ruolo di presidente della I commissione "Programmazione e Bilancio" e Mauro Piazza, consigliere regionale dal 2013 e attualmente presidente della commissione autonomie enti locali, nonché rappresentante lecchese. In rappresentanza del partito democratico hanno invece presenziato Gian Antonio Girelli che, da sindaco a presidente della comunità montana e consigliere provinciale, è approdato nel 2013 in consiglio regionale e ha presieduto la commissione d'inchiesta Covid di Regione Lombardia che il 12 aprile ha terminato i suoi lavori. Insieme a lui, l'altro rappresentate del nostro territorio Raffaele Straniero, commercialista, oggionese dalla nascita, dove ha cominciato la carriera politica nell'amministrazione comunale di Oggiono, ricoprendo la carica di Sindaco per due mandati, dal 1995 al 2004. É stato consigliere regionale dal 2013: è nella commissione IV (attività produttive, lavoro, istruzione, formazione professionale), dove svolge la funzione di capogruppo del PD e in commissione I (Bilancio). Fa parte altresì della giunta per le elezioni, della giunta per il regolamento e dell'Osservatorio regionale per l'applicazione del fattore famiglia.

La riforma sanitaria di regione Lombardia, in gestazione durante la pandemia, va ad approvare le modifiche alla legge 23/2015, nota come riforma Maroni che aveva una durata sperimentale di cinque anni e che gli stessi consiglieri Piazza e Gallera hanno definito essere in anticipo sui tempi rispetto alla visione socio-sanitaria: "Questa legge non è una riforma ma è il potenziamento del sistema sanitario - ha riflettuto Piazza - Le legge 23/2015 era innovativa per il bisogno di andare verso un meccanismo appropriato dei piani di cura delle persone perchè dove c'è una maggiore presa in carico, c'è un minore accesso inappropriato. Il fine delle case di comunità è rendere meno inappropriato l'accesso alle strutture ospedaliere, tra tutte il pronto soccorso per garantire sistema universalistico e gratuito. Con un sistema diffuso si vuole essere più vicini al bisogno e permettere che la parte cronica possa continuare a essere seguita lì, andando così a soddisfare i bisogni sul territorio".

Ha rafforzato il concetto il consigliere Gallera: "Case e ospedali di comunità erano già previste nella legge Maroni: si chiamavano Presst e Pop e non hanno avuto realizzazione per mancanza di risorse che oggi andiamo a individuare grazie ai fondi del piano nazionale di ripresa e resilienza".

Per parte dell'opposizione, il voto contrario a questa riforma è dettato soprattutto da un principio non condiviso: "I punti di forza riguardano il recepimento delle strutture previste a livello nazionale di case e ospedali della comunità mentre i punti di debolezza mostrano che non si sta cambiando la sanità lombarda perchè sono stati riconfermati i principi base e questa equivalenza pubblico privato, senza che i due abbiano gli stessi diritti" ha commentato il consigliere Girelli, sostenuto anche da Straniero: "Pot e Presst erano valevoli ma non c'erano le risorse per realizzarli, mentre oggi stiamo assistendo all'inaugurazione delle case della comunità. Mi auguro che non si tratti semplicemente di un cambio di targa".

Al microfono il sindaco Giuseppe Chiarella

Le case di comunità sono un punto unico di accesso alle prestazioni sanitarie e un punto di riferimento per i malati cronici, dove il cittadino trova una serie di servizi suddivisi per aree: medicina di famiglia e gestione della cronicità; assistenza specialistica e della diagnostica di primo livello; servizi di assistenza sanitaria e sociale; servizi alla persona. L'ospedale di comunità è invece una struttura sanitaria che si occuperà di ricoveri brevi e di pazienti con necessità di interventi sanitari a media-bassa intensità clinica, con una gestione prevalentemente infermieristica. Sul nostro territorio sorgeranno quattro ospedali di comunità (Introbio, Lecco, Merate e Bellano) e otto case di comunità.
Il dibattito si è poi spostato su un altro tema di particolare rilevanza ovvero la scarsità dei medici di medicina generale che, secondo un rapporto di inizio anno, mostrava in numeri: nella nostra provincia sono vacanti 33 posti. Infine, in chiusura, un'attenzione alle sfide del futuro della sanità, con quello che riguarderà soprattutto il nostro territorio, ovvero il destino degli ospedali di Merate e Bellano, che ha visto una discussione molto accesa tra i consiglieri presenti.

Svariate le domande del pubblico, compresi i sindaci del territorio che hanno chiesto ai politici di portare avanti le istanze sul reperimento dei medici di base perchè si possa continuare a garantire la prossimità di cura citata dalla stessa riforma sanitaria.
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