I pensieri 'carsici' di Berlusconi il ruolo dei moderati in una politica che dovrebbe essere sangue e m…
Beppe Mambretti
Il lancio di una fusione, patto, federazione con la Lega è inevitabile che sposti e sbiadisca il baricentro dei moderati italiani verso il sovranismo leghista, lontano da una cultura europea e popolare .
Tale fusione non trova ostacolo alcuno in una classe dirigente Azzurra periferica molto virtuale, che non conosce confronto, condivisione e democrazia (in Forza Italia la parola congresso è un ossimoro e quando si tiene abitualmente è farlocco, qualche volta è unitario, oppure con la minoranza sull'Aventino)
Quindi i territori si trovano, quando esiste e se esiste, una dirigenza che si barcamena operando nel minimo sforzo necessario addirittura all'ombra o in coda al capace e abile politico locale e poco importa se con F.I. non ha nulla o più nulla con cui spartire, ciò che importa è avere il diritto di tribuna al tavolo della coalizione più che mai sbilanciato a destra, per avere ancora l'orgoglio e sensazione di partecipare all'"assemblea" degli azionisti senza nemmeno un azione. Una magra consolazione per chi rappresenta il partito fondatore della coalizione stessa. Ma chi si accontenta ....
Quindi perché allargare ? Perché aprire il partito ? Perché confrontarsi? Perché organizzare un evento? Perché tesserarsi tanto i congressi vengono solo proclamati dal provinciale in giù perché chi decide è sempre " il cerchio tragico"?
Se i voti ci saranno, arriveranno e li porta Silvio .
Dunque il soggetto unico è inutile negarlo, Silvio lo vuole e si farà.
Davanti a questa desolazione e delusione del partito liberale e popolare a cui si aggiungeva l'ambizione di essere pure di massa con vocazione attuale di divenire la dependance di una casa in decadenza (per gli stessi vizi) che è la Lega, oggi più che mai è necessario nasca a tutti i livelli un contenitore di centro meglio ancora centrale, che abbracci le varie sfaccettature di un territorio che nelle sue viscere non è assolutamente leghista nello stesso modo in cui non è di sinistra.
A ciò che affermo dovrebbero fare eccezione i Comuni grandi, dove il voto è condizionato dalla politica nazionale. Ma se vogliamo analizzare come è andata nella città capoluogo alle amministrative dell'ottobre 2020, quando il 26,8% degli elettori del centrodestra ha votato le civiche, mentre quelli di centrosinistra per il 16,9% non ha scelto i partiti tradizionali, e addirittura una civica apparentemente fuori dalle coalizioni ha raccolto un 5,9%. La somma costituisce un 49.6% civico o di area civica. Limitandoci al solo centrodestra, ricondurre oggi il tutto, a livello nazionale ma in particolar modo nel nostro territorio, ad un contenitore leghista o neo leghista è un operazione ad "imbuto forzato " che rischia di sciupare e perdere risorse importanti . Salvo che il tutto non sia riconducibile all'aritmetica e nel computo elettorale , ma fa a pugni con la politica e il rispetto dello spaccato geopolitico culturale del nostro territorio.
I moderati hanno la necessità di trovare nuovi riferimenti, nella consapevolezza che non sia più sufficiente scegliere un ottimo rappresentante nelle istituzioni in un partito con idee e valori difformi alle loro peraltro in un sistema partitico come quello attuale privo di confronto e vasche di compensazione interne dove ognuno senza essere ai margini possa dire la sua.
L'esperienza gialloverde insegna che i molti validi e capaci della lega (non è ironia) hanno votato con i 5 stelle il reddito di cittadinanza con conseguenze devastanti, oggi costretti a dietrofront rocamboleschi per aprire le porte a 250.000 immigrati da regolarizzare per poter dare il via alla stagione turistica.
Forse non era il caso né di mandare a processo Salvini né di votare il reddito di cittadinanza o meglio ancora non voler andare a tutti i costi al governo.
Oggi vi è un estremo bisogno di un contenitore moderato capace di avere in sé civici con valori popolari, riformisti e liberali . Un contenitore che sia luogo di incontro, di confronto di idee, di proposte, di pianificazione e metodi.
Ma soprattutto c'è bisogno di una struttura leggera, dinamica che sappia colmare la dicotomia tra cittadino e politica, cosa che con non pochi timori cercano di fare oggi tanti bravi sindaci e amministratori, di ogni inclinazione politica . Va costruito un modello che di casa e non una maglia ai tanti civici (moderati e non) tanto facili da accreditare , tanto difficili da ascoltare, a volte tanto fastidiosi a una politica collassata dalla mancanza di democrazia e dialogo, ma tanto utili per poter fissare bandierine da sventolare in tavoli più alti e poter proclamare: "abbiamo vinto!" poco importa con chi.
Purtroppo "la politica - diceva Rino Formica - è sangue e merda" e la stessa ha smesso di esistere, di conseguenza la buona amministrazione senza quest'ultima rischia di trasformarsi in manutenzione che, pur nobile e necessaria, rimane tale .
Con un pensiero mediocorto e debole .
Auspicare un'inevitabile aggregazione centrale anche nel nostro territorio di tutto ciò che non è sbilanciato ai sovranismi o ai Leghismi (nuovi e o vecchi), cosi come alle sinistre (dal PD in poi) è un dovere di tutti noi che lo amiamo.
Consapevoli che la sua costruzione comporterà un po' di fatica e un filo di coraggio .
Ma per parafrasare Cristoforo Colombo non attraverseremo mai l'oceano se non siamo disposti a perdere di vista la riva .
Non possiamo attendere "predellini" di chi non è più in grado di farli e di chi per collocazione estrema non lo è mai stato.
Nel rischio che aspettando da lustri Giorgetti passi solo Giorgia con i suoi Conservatori senza Ronald e Margaret, forse è il caso di rimboccarsi le maniche e far salpare oggi una Caravella è più che mai sufficiente nell'era dei salvagenti e delle scialuppe. Basta crederci e sentirne la necessità .
Beppe Mambretti, pur per nulla moderato