Disposto il carcere per il 56enne responsabile degli incendi di auto a Oggiono e Molteno

E' stato tradotto stamani in tribunale a Lecco per essere sottoposto a processo con rito direttissimo, il presunto autore dell'incendio appiccato nel pomeriggio di ieri in un parcheggio davanti a Villa Rosa, sede del Comune di Molteno. Poco dopo le 16 le fiamme hanno iniziato ad avvolgere ben cinque auto in sosta, disposte su due file differenti. Ad avere la peggio, anche la casetta dell'acqua, la cui struttura in legno è rimasta danneggiata dal fuoco.

Le immagini delle auto a fuoco a Molteno

Sono dovuti intervenire tempestivamente i pompieri per spegnere il rogo e provvedere alle operazioni di messa in sicurezza, condotte sotto l'occhio vigile del sindaco Giuseppe Chiarella e del comandante della polizia locale Walter Cecco. Presenti naturalmente i carabinieri della Compagnia di Merate, in particolare una pattuglia della stazione di Oggiono; da subito infatti è emersa la possibilità di un collegamento con il rogo che nella tarda mattinata di martedì aveva interessato due furgoni posteggiati in città, più precisamente in Via Europa, lungo la SP49 che collega il comune oggionese ad Annone.
Il presunto autore dell'incendio moltenese è G.T., 56enne che vive in paese. Una figura la sua, già nota alle cronache. Nel 2014 infatti, era stato arrestato a seguito dell'accoltellamento di una prostituta, ferita in maniera grave mentre si trovava in una piazzola di sosta lungo la SS36, fra Bosisio e Annone.

A dare un contributo fondamentale all'episodio di Molteno è stato il sistema di videosorveglianza. Le immagini dell'occhio del ''grande fratello'' comunale hanno immortalato l'uomo che, intorno alle 15.30 di ieri pomeriggio, spargeva del liquido infiammabile. La prima auto che ha preso fuoco è esplosa, finendo in avanti e colpendo altre vetture. Nessuno per fortuna è rimasto ferito e neppure intossicato, anche se all'inizio - a giudicare dalla cortina di fumo nero - si era temuto il peggio. Anche all'origine del rogo di Oggiono - attribuito al medesimo autore - vi sarebbe un liquido infiammabile gettato sul veicolo; il modus operandi dunque sarebbe stato analogo e anche in questo caso la conferma sull'identità del responsabile è arrivata dalle telecamere. Poi il soggetto, è stato condotto in caserma a Oggiono; fuori dall'abitazione moltenese è stato individuato il motorino con il quale era stato visto allontanarsi dallo scenario del rogo.
Stamani durante l'udienza avrebbe confessato, ammettendo le proprie responsabilità. Alla base del grave gesto l'acredine nutrita nei confronti del proprietario del furgone oggionese - per ragioni personali - e delle istituzioni.

Il rogo di Oggiono

Il 56enne, impossibilitato ad ottenere la residenza a Molteno per questioni burocratiche e senza un lavoro, pare fosse animato da risentimento nei confronti degli uffici comunali, adducendo (secondo il suo personale punto di vista) di non essere stato sostenuto. Un sentimento che si è fatto più forte al ritorno da un'esperienza in riviera romagnola, dove si era recato nella speranza di ottenere un'occupazione tramite un suo contatto. Andata male anche quella possibilità, ha dovuto rientrare in Brianza. In questo quadro dunque, si inserirebbe il gesto di perpetrare il grave gesto proprio di fronte al municipio.

Stamani il vice procuratore onorario Caterina Scarselli ha chiesto la misura della detenzione in carcere, mentre il difensore - l'avvocato Pietro Monti in sostituzione della collega Sonia Bova - si è battuto per ottenere i domiciliari.
Dopo essersi ritirato in camera di consiglio, il giudice - dopo aver convalidato l'arresto - ha disposto per il 56enne la traduzione in carcere. Si torna il aula il 15 giugno per la definizione della pena; probabile che la difesa possa ricorrere a un rito alternativo.
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