Oggiono: i carabinieri gli trovano una serra in casa con piante di cannabis. Arrestato

Per usare l'espressione scelta dal suo difensore, sarebbe caduto in un "buco nero" a seguito del fallimento della società di cui era amministratore unico, trovando sollievo dalla depressione, soltanto... "fumando".
Il 28enne Alessandro O., tradotto dai carabinieri del reparto operativo della Compagnia di Merate al cospetto del giudice Paolo Salvatore, si è dunque "difeso" sostenendo che tutto quando posto in sequestro dai militari non fosse destinato ad altri ma a sé. La sua cura, insomma.

A lui gli uomini dell'Arma sono arrivati ieri. Residente a Oggiono, in una cascina con la madre, il giovane, disoccupato, senza precedenti a carico, è stato poi arrestato per detenzione e coltivazione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente. In casa i carabinieri hanno trovato un barattolo contenente della marijuana nonché un panetto di hashish da 100 grammi (comprato da poco per stessa ammissione del giovane). Oltre a ciò sono "saltate fuori" 90 bustine di plastica e un bilancino di precisione che ha fatto ipotizzare un "business" legato poi ai 48 rami di cannabis trovati "in essiccazione" nel box e ad una vera e propria "piantagione" notata in una serra. 27 le piante già arrivate ai 50 cm di altezza, 47 i germogli contati poi dai militari.
Portato in tribunale l'arretrato è comparso dinnanzi al dottor Salvatore assistito dall'avvocato Luciano Bova. Prendendo la parola, il ragazzo ha ricondotto, come accennato, la detenzione di tutto lo stupefacente all'uso personale, spiegando di aver tentato la strada del SerT tornando poi però a trovare sollievo per i suoi problemi proprio nella marijuana e nell'hashish argomentando anche sugli esperimenti condotti per ricavare in proprio quest'ultima sostanza. Le bustine, nello specifico, gli sarebbero servite proprio per questo, per congelare la "materia prima" e procedere poi all'estrazione. "Non ho mai spacciato" ha assicurato, indicando in 10 grammi al giorno il quantitativo di marijuana assunta.

Il vpo Pietro Bassi per la pubblica accusa ha insistito per la misura cautelare del carcere. Il difensore quantomeno per i domiciliari.
Dopo essersi ritirato in camera di consiglio il giudice Salvatore ha convalidato il fermo, riqualificando il capo d'imputazione in detenzione illecita e coltivazione. Tenendo conto della sua incensuratezza, dei buoni propositi manifestati e del quadro familiare, ha disposto quale misura cautelare, l'obbligo di dimora a Oggiono. Si torna in aula il prossimo 28 settembre per il prosieguo del processo, avendo il suo difensore chiesto un termine a difesa.
A.M.
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