Barzanò: la minoranza critica il percorso realizzato nel parco Manara

Qualche critica era già stata sollevata dalle pagine dei social network. Ad una manciata di settimane di distanza dai lavori effettuati nel parco che ospita la tomba di Luciano Manara, a Barzanò, ad esporsi ufficialmente attraverso un comunicato, è il gruppo di minoranza. ''Oggetto del contendere'' la pista ciclopedonale realizzata dal Comune per collegare in sicurezza la zona della fermata degli autobus alla frazione di San Feriolo.

Questa era l'intenzione dell'amministrazione Chiricò che ha predisposto un nuovo percorso per consentire (soprattutto ai pedoni) di non utilizzare la strada provinciale 51, bensì di proseguire lungo il percorso già parzialmente tracciato. Il risultato estetico tuttavia, non ha messo d'accordo tutti: alle critiche di qualche cittadino si sono unite quelle del gruppo di opposizione, Ieri, Oggi, Domani Barzanò, messe nere su bianco nel comunicato che pubblichiamo integralmente qui sotto. Precisiamo fin da subito che lo spazio resta a disposizione per eventuali repliche o contributi in merito:
Il comune di Barzanò ospita la tomba di Luciano Manara, un personaggio di primaria importanza nella storia del Risorgimento italiano. Partecipò valorosamente alle Cinque Giornate di Milano, capeggiando l'operazione che portò alla conquista di Porta Tosa e alla Prima guerra di indipendenza italiana del 1848 al servizio del Governo provvisorio di Milano con un gruppo di 500 volontari da lui stesso organizzato, i Bersaglieri Lombardi.  

Dopo la sconfitta dell'esercito sabaudo nella battaglia di Novara, lasciò il Piemonte, dove si era trasferito, per partecipare alla difesa della Repubblica Romana. Il 22 aprile 1849, con i suoi 600 bersaglieri, su due battelli partì da Portofino per Civitavecchia e il 29 raggiunse Roma. Dopo diversi combattimenti contro le truppe borboniche nei dintorni della città, venne promosso tenente colonnello e in seguito colonnello. Il 16 maggio con la sua brigata uscì da Roma e con le truppe della repubblica occupò prima Anagni e poi Frosinone. Trovò la morte a soli 24 anni il 30 giugno 1849 combattendo contro i francesi in difesa di Villa Spada. Le esequie furono celebrate nella chiesa di San Lorenzo in Lucina; la madre non riuscì ad ottenere da Vienna il permesso per riportarlo a Milano. Dopo continue insistenze e suppliche, nel 1853 l'imperatore d'Austria Francesco Giuseppe concesse il permesso di riportare il corpo dell'eroe a Barzanò (dove la famiglia aveva una villa) in forma "strettamente privata". Solo dopo l’Unità d’Italia, nel 1864, ai Manara venne infine concesso di erigere la tomba di famiglia che nel 1935 venne donata al comune di Barzano’.

Il nostro comune ha quindi (avrebbe dovuto avere) la responsabilità di conservare il decoro del monumento funebre di Luciano Manara, che e’ costituito dalla cappella funebre e dal parco circostante.

Quando si decide di intervenire su di un monumento di questa importanza per ciò che rappresenta, come detto per la storia nazionale, occorre usare tutte le cautele possibili, valutando innanzitutto se è  proprio necessario oltraggiare un monumento funebre passandoci sopra con una pista ciclopedonale.
In ogni caso il progetto che interessa un monumento di questo tipo, dovrebbe essere preceduto da un’approfondita indagine storica e architettonica che indaghi le ragioni e i valori che hanno ispirato il progetto in modo che ogni eventuale intervento non sia uno sfregio a questi valori.

Nulla di questo è stato fatto, questo progetto è stato trattato alla stregua di un qualunque marciapiede di periferia. Ciò che è stato fatto denota una sciatteria che lascia esterrefatti.

Tutto ciò è anche la conseguenza del fatto che Impegno Civico ha abolito ogni commissione consiliare inerente i lavori pubblici. Ci si puo’ arrogare il potere di gestire un comune come cosa propria senza ritenere utile il contributo di consiglieri ugualmente eletti dai cittadini, assecondando invece le volontà di altri consiglieri non eletti; i risultati però son quelli sotto gli occhi di tutti.

Quanto successo è estremamente grave, riteniamo che l’amministrazione, oltre a rispondere rispetto alla eventuale violazione di norme di legge, dovrebbe affrontare una seria riflessione sulla modalità di gestione del comune che non e’ proprietà di chi ha avuto solo il 30% del consenso dei cittadini.


Edoardo Colzani, Roberta Ballabio, Leonardo Molteni, Tommaso Montoli

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