Cassago: a giudizio per errate dichiarazioni sui moduli di assunzione, un ATA è assolto
Il vice procuratore onorario Caterina Scarselli ha chiesto una pena pari a nove mesi di reclusione - tenendo conto dell'aggravante della recidiva - nei confronti di un ex collaboratore scolastico dell'istituto comprensivo di Cassago finito a processo per falsità ideologica in atto pubblico (art. 483 cp) dopo la citazione diretta a giudizio disposta dalla Procura.
Due dunque i fascicoli a carico del 47enne, con la medesima imputazione: il primo per la vicenda legata al comprensivo di Via Campi Asciutti del 2020, il secondo per quella meratese dell'anno successivo.
Stamani dopo l'audizione del dirigente scolastico dell'ICS Agostino d'Ippona, prof.ssa Maria Rosaria Iaccarino, e la richiesta avanzata dal PM, la parola è passata al difensore Silvia Ferlin, che si è battuta per l'assoluzione del proprio assistito. A detta del legale mancherebbe infatti l'elemento soggettivo del dolo: il dipendente scolastico avrebbe barrato quella casella per una errata interpretazione dei moduli, senza dunque che vi fosse la volontà di mentire.
Dopo essersi ritirato in camera di consiglio, il giudice in ruolo monocratico Martina Beggio ha assolto l'imputato perchè il fatto non sussiste, accogliendo dunque la tesi sulla buona fede. Se dunque il fascicolo su Cassago si è chiuso positivamente per il collaboratore scolastico, non resta che attendere il prossimo 4 luglio per la sentenza che riguarda la vicenda del liceo Agnesi di Merate. In questo caso il pubblico ministero Mattia Mascaro aveva chiesto la condanna dell'ATA a due mesi di reclusione. La parola fine al procedimento giudiziario - nato in questo caso da un'opposizione ad un decreto penale di condanna - la metterà il giudice Giulia Barazzetta.
V.C. infatti, al momento di partecipare alla graduatoria per l'avvio della posizione lavorativa, avrebbe indicato sulla documentazione di non avere pendenze penali: circostanza tuttavia - come è emerso successivamente - diversa dalla realtà. Una condotta che l'uomo avrebbe assunto (a suo dire) anche su suggerimento del Caf al quale si era rivolto, trovando poco chiaro il quesito esposto sui documenti.
Al controllo avvenuto nei mesi successivi però - quando l'ATA si trovava già alle dipendenze del liceo Agnesi di Merate - la situazione era risultata differente rispetto all'autocertificazione prodotta e così la scuola si era trovata costretta a inviare la segnalazione all'ufficio territoriale, facendo così partire la procedura. Ulteriori e successivi accertamenti hanno messo in evidenza che la stessa condotta l'imputato l'aveva assunta anche prima di approdare a Cassago.Due dunque i fascicoli a carico del 47enne, con la medesima imputazione: il primo per la vicenda legata al comprensivo di Via Campi Asciutti del 2020, il secondo per quella meratese dell'anno successivo.
Stamani dopo l'audizione del dirigente scolastico dell'ICS Agostino d'Ippona, prof.ssa Maria Rosaria Iaccarino, e la richiesta avanzata dal PM, la parola è passata al difensore Silvia Ferlin, che si è battuta per l'assoluzione del proprio assistito. A detta del legale mancherebbe infatti l'elemento soggettivo del dolo: il dipendente scolastico avrebbe barrato quella casella per una errata interpretazione dei moduli, senza dunque che vi fosse la volontà di mentire.
Dopo essersi ritirato in camera di consiglio, il giudice in ruolo monocratico Martina Beggio ha assolto l'imputato perchè il fatto non sussiste, accogliendo dunque la tesi sulla buona fede. Se dunque il fascicolo su Cassago si è chiuso positivamente per il collaboratore scolastico, non resta che attendere il prossimo 4 luglio per la sentenza che riguarda la vicenda del liceo Agnesi di Merate. In questo caso il pubblico ministero Mattia Mascaro aveva chiesto la condanna dell'ATA a due mesi di reclusione. La parola fine al procedimento giudiziario - nato in questo caso da un'opposizione ad un decreto penale di condanna - la metterà il giudice Giulia Barazzetta.
G. C.