Castello: in quattro a processo per un pestaggio fuori dal bar. 87 giorni di prognosi per la vittima
Tutti e quattro sono stati rinviati a giudizio. Dovranno comparire il prossimo 14 dicembre al cospetto del giudice in ruolo monocratico Paolo Salvatore, i presunti responsabili del pestaggio avvenuto nel dicembre 2020 all'esterno di un bar che si affaccia sulla strada provinciale 51 a Castello Brianza.
Quasi novanta i giorni di prognosi rimediati da un oggionese classe 1986 che quella sera fu aggredito con calci e pugni che gli causarono la frattura del perone e di alcuni denti dell'arcata superiore, oltre ad altre plurime contusioni. Traumi che lo hanno costretto a sottoporsi a diversi interventi chirurgici per potersi rimettere in sesto.
Quattro le persone che a seguito delle risultanze investigative sono state iscritte nel registro degli indagati, nel fascicolo in capo al sostituto procuratore Andrea Figoni, stamani in aula: J.A., classe 1995 e il padre D.A, 55 anni. E poi ancora S.P. (1982) e a L.B., classe 1989. Per il primo l'avvocato lecchese Francesco Paolo Anzaldi ha chiesto di avvalersi del rito abbreviato, condizionato però all'escussione di alcuni testi. Una richiesta rigettata però dal giudice per le udienze preliminari Salvatore Catalano dopo essersi ritirato in camera di consiglio. Stessa sorte per l'istanza di integrazione probatoria formulata dai legali Sebastiano Sartori e Luigi Diani del foro di Monza, difensori del 40enne.
Un violento pestaggio scaturito per futili motivi, nel quale ad avere la peggio era stato proprio l'oggionese classe 1986, costituitosi parte civile tramite l'avvocato Nadia Invernizzi. Si torna dunque in Aula a dicembre per l'avvio dell'istruttoria dibattimentale a carico di tutti e quattro gli imputati (gli altri sono difesi da Mauro Tosoni del foro di Lecco e da Felice Indiveri del foro di Bari ndr) che dovranno rispondere dell'accusa di lesioni aggravate (secondo gli articoli 582 e 585 del codice penale).
Il dibattimento servirà naturalmente per chiarire quanto accaduto ed accertare l'eventuale responsabilità penale - oltre al ruolo assunto nel pestaggio - dei quattro imputati.
Quasi novanta i giorni di prognosi rimediati da un oggionese classe 1986 che quella sera fu aggredito con calci e pugni che gli causarono la frattura del perone e di alcuni denti dell'arcata superiore, oltre ad altre plurime contusioni. Traumi che lo hanno costretto a sottoporsi a diversi interventi chirurgici per potersi rimettere in sesto.
Quattro le persone che a seguito delle risultanze investigative sono state iscritte nel registro degli indagati, nel fascicolo in capo al sostituto procuratore Andrea Figoni, stamani in aula: J.A., classe 1995 e il padre D.A, 55 anni. E poi ancora S.P. (1982) e a L.B., classe 1989. Per il primo l'avvocato lecchese Francesco Paolo Anzaldi ha chiesto di avvalersi del rito abbreviato, condizionato però all'escussione di alcuni testi. Una richiesta rigettata però dal giudice per le udienze preliminari Salvatore Catalano dopo essersi ritirato in camera di consiglio. Stessa sorte per l'istanza di integrazione probatoria formulata dai legali Sebastiano Sartori e Luigi Diani del foro di Monza, difensori del 40enne.
Un violento pestaggio scaturito per futili motivi, nel quale ad avere la peggio era stato proprio l'oggionese classe 1986, costituitosi parte civile tramite l'avvocato Nadia Invernizzi. Si torna dunque in Aula a dicembre per l'avvio dell'istruttoria dibattimentale a carico di tutti e quattro gli imputati (gli altri sono difesi da Mauro Tosoni del foro di Lecco e da Felice Indiveri del foro di Bari ndr) che dovranno rispondere dell'accusa di lesioni aggravate (secondo gli articoli 582 e 585 del codice penale).
Il dibattimento servirà naturalmente per chiarire quanto accaduto ed accertare l'eventuale responsabilità penale - oltre al ruolo assunto nel pestaggio - dei quattro imputati.
G. C.