Davide Bergna, ovvero l’uomo che aprì la scatoletta contenente il nulla

Davide Bergna
Una volta c'erano grillini che aprivano il Parlamento come una scatoletta di tonno, oggi vi sono gli Azzurri che aprono le scatolette contenenti il Nulla.
È di queste ore l'uscita sui media del coordinatore locale Davide Bergna, che annuncia il grande rilancio del suo partito, dopo aver subito una diaspora degna di questo nome, con ben una dozzina di membri che lasciano e tre che entrano invece in pompa magna.
Tra questi lo storico Forzista Francesco Silverij, già presidente del cfpa di Casargo, nominato dall'allora Presidente della Provincia Nava.
Francesco Silverij detto Cicci, se ne andò in polemica con lo stesso Bergna durante le elezioni di Mandello: non aveva digerito una foto dei tre coordinatori provinciali del centro destra a favore di Riccardo Fasoli, tant'è che si diede un gran da fare per sostenere la candidatura a sindaco di tale Goretti, che raccimolo' un 5% e sparì dalla scena, nonostante godesse anche dell'appoggio felpato del leghista last second Mattia Micheli, divenuto ora "consigliere" di Alessandra Hoffman, presidente della Provincia.
Ma oltre al Cicci, il buon coordinatore Azzurro ha nominato pure il signor Santoro e la signora LoPrete, entrambi noti alle cronache dei loro rispettivi comuni, dove sono assessori e a quelle delle liste provinciali dove entrambi hanno lottato senza successo in zona retrocessione. Di questo non possiamo di certo rimproverare loro nulla, se non ringraziarli per aver riempito all'epoca una lista e oggi per essersi messi a disposizione di un direttivo, che i ben informati sostengono non sia stato convocato nemmeno una volta all'anno.
Al di là dei proclami e degli appelli a diffidare di un mondo civico che, grazie ai partiti guidati in questo modo, si sta organizzando, ci aspettavamo qualcosa di meglio dal convertito coordinatore sulla via di Damasco della Coalizione, soprattutto dopo esser stato egli stesso l'attore protagonista della disfatta di Oggiono.
Citiamo ora alcune realtà dove si registrano il non pervenuto o dove bisognerebbe battere un colpo, sempre che l'alleato glielo permetta e che Il Pilastro ne abbia voglia.
Il capoluogo, dove i tre eletti nella lista civica con il simbolo del suo partito, se ne sono ben guardati dal definirsi Forzisti al momento dell'uscita di Piazza, nonostante il coordinator Pilastro posti sempre sui social il loro operato.
La Valsassina è dominio leghista oppure vi è una Luce Azzurra, solo per aver esultato all'elezione di Elide Codega a Sindaco di Premana, anche se nessuno ha mai visto un rappresentante del partito di Arcore durante le elezioni?
Calolziocorte, Città dell'Amica degli Animali Michela Brambilla, dove un capogruppo, un assessore e un vice sindaco targati ed eletti con marchio FI sono sparite dal computo azzurro, tant'è che i loro voti alle passate provinciali (identificabili visto il tipo di elezione) non sono andati ai due candidati di partito finiti nei Play Off.
Per non parlare del suo comune di residenza Ello, dove esulta per aver infilato un vice sindaco accanto ad un sindaco che simpatizza per LEU (il partito del non proprio Berlusconiano ministro Speranza). Qui non valeva la coalizione prima di tutto?
Conosciamo le realtà locali spesso variopinte, ma ci risparmi almeno le note stampa in cui senza aver fatto nulla vuol mettere il cappello su tutto, tanto più quando tutti sanno che il vero Forzista stava nell'altra lista ed era il vice uscente.
Dall'uscita di Mauro Piazza per otto mesi Forza Italia non ha dato segni di vita: detto tra noi poteva starne anche altri otto così...
Tant'è, se le candidature saranno per posti sicuri, al Pilastro che qualcuno definisce con cattiveria "terza colonna" di un partito alleato, non solo non faranno vedere la palla, ma nemmeno il cartello di indicazione dello stadio.
E visto che il metodo è sempre quello, lasciamo ai posteri, o alla Brambilla, l'ardua sentenza.
L'Osservatore politico
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