Oggiono: al Bachelet il ''graduation day'', cerimonia per la consegna dei diplomi

Una cerimonia in perfetto stile anglosassone, con tanto di lancio del tocco e coriandoli per il gran finale, accompagnato dalla musica e dagli abbracci. L'istituto Bachelet di Oggiono quest'anno ha organizzato, per la prima volta, il "graduation day", una serata di gala per festeggiare i ragazzi che hanno concluso il percorso quinquennale presso l'istituto, ricevendo così copia dell'attestato dell'esame di maturità. Si tratta di 210 giovani che hanno frequentato i corsi d'istituto: liceo scientifico, liceo scientifico scienze applicate, liceo linguistico, liceo sportivo, amministrazione, finanza e marketing (AFM) e sistemi informativi aziendali (SIA).

Un maxi palcoscenico, il tappeto rosso, una rock band per il sottofondo musicale e lo spazio per l'ampia platea hanno occupato il cortile nella serata di martedì 12 luglio. I giovani hanno vestito abiti eleganti e sfoggiato acconciature di tutto punto per la cerimonia che li ha consacrati all'ingresso nella vita adulta: una fascia di diversi colori ne distingueva l'appartenenza per classe mentre il tocco li accomunava in nome del "finalmente maturi" tanto desiderato. "Ci sembrava importante per celebrare questo momento come viene fatto tradizionalmente fatto nei paesi anglosassoni - ha esordito la dirigente Anna Panzeri - Martedì 12 settembre 2017 ho iniziato con voi la mia avventura in questa scuola e, dopo cinque anni, qualcuno l'ho accompagnato dall'inizio. Grazie per le cose interessanti che avete saputo fare, le risate che hanno riempito i nostri corridoi, le lacrime di gioia e fatiche".

L'intervento è proseguito con il suggerimento per il futuro: "D'ora in poi siate audaci per prendere il tempo giusto e abbiate il coraggio di prendere i vostri sogni. Leggete, ascoltate musica e scalate montagne. Il viaggio della vita comincia ora: la bellezza del viaggio non è la meta da raggiungere ma la fatica del cammino, delle albe, tramonti, delle piogge e delle buche nella strada. Siate capaci di essere sempre in cammino. Prendete in mano la vita e siate felici: siate felici di niente. Sarà l'ultima sera in cui attraverserete insieme questo cortile ma la scuola vi aspetta fuori, pronta ad offrirvi nuove sfide" ha proseguito la dirigente, chiudendo con un incoraggiante "make up your mind, guys e in bocca il lupo".

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Luca Redaelli, presidente del consiglio d'istituto ha aggiunto: "È bello essere qui stasera perché vedervi partecipare dopo aver finito un percorso impegnativo crea un senso di appartenenza che, portato dentro, aiuta, da forza e tiene un punto fisso nella vita. Il percorso è la parte più bella di un viaggio. Siate soddisfatti del risultato raggiunto e quindi del punto di arrivo. Godetevelo, pronti a ripartire per il prossimo viaggio".

La parola è poi passata ai due rappresentanti del corpo docenti, il più anziano e il più giovane in termini di anzianità di servizio. "Vedere il piazzale pieno di tutte le componenti della scuola, mi riempie di gioia - ha commentato il docente senior Vincenzo Scimè - Per me è un segnale di un ritorno a quel tipo di scuola che ho conosciuto e dove ho svolto la mia carriera. La scuola, se comunità viva, presente, realizza la sua finalità: la formazione delle persone a stare tutte insieme. Veniamo da due anni e mezzo in cui questo modello di scuola non si è più realizzato: questo esserci tutti è un buon auspicio". Il pensiero del professore si è rivolto anche a chi ha seguito il percorso dei ragazzi: "Vorrei che questa sera sia anche la festa dei genitori perché quando i figli riceveranno il diploma, una parte vi appartiene: è una gioia per voi che li avete accompagnati e avete fatto sacrifici perché i figli potessero proseguire gli studi. Il diploma non è, come si usa dire, un pezzo di carta, ma è frutto di sacrifici, di momenti belli, brutti, gioie, dolori, ansie, a volte litigi, scontri e incomprensioni con i docenti. Quello avvenuto nel quinquennio è stato un momento di crescita, che ha consentito di proseguire sul percorso. È l'inizio di un viaggio avviato dai noi docenti: il nostro modo di insegnare, le metodologie e criteri di valutazione hanno condizionato ma non annullato la personalità dell'alunno che nel tempo è sempre venuta fuori. Da domani affronterete un nuovo percorso: dove il treno andrà, sarà deciso da voi, dalle vostre ambizioni e aspettative. Non ci saremo più noi a dare le linee guida perché è questo il momento della maturità. Quello acquisito è un bel bagaglio culturale che vi accompagnerà perché ci saranno nuove sfide: ci saranno difficoltà, ma sono sicuro che le saprete superare".

La professoressa di lettere Anna Carissimi, laureata da appena un paio di anni, è la figura anagraficamente più vicina all'età dei diplomati, a cui si è rivolta fornendo tre parole: "Il primo è costruzione: sta a voi costruire le fondamenta dell'edificio, che sono relazioni, empatia, gentilezza, fiducia ed educazione. Abbiate il coraggio di fare per primi il passo avanti. Sta a voi usare la cultura per migliorare l'edificio in cui stiamo tutti vivendo". La costruzione è anche un percorso di accrescimento interiore. "Siete partiti avendo le radici e durante il percorso, avete formato il tronco. Ora è il momento di crescere, mettendo rami e foglie con passione e curiosità: continuate a studiare, informarvi, leggere e approfondire. La conoscenza rende le persone affascinanti e la passione rende le persone vive. Non abbiate paura di seguire i vostri interessi, anche se questo implica un cambiamento radicale". La terza parola consegnata ai giovani è resilienza, la cui radice latina significa "rimbalzare e, per estensione, non spezzarsi. Non è una dote innata ma una capacità che si allena. È la resistenza alla rottura ma anche di sapere rispondere o riorganizzare una vita di fronte a una difficoltà: tutti l'abbiamo provata, durante la pandemia. Vi auguro un futuro ricco di passioni e soddisfazioni, che sia sentiero in salita che vi dia la possibilità di crescere come persone e che vi insegni a tenere le vele pronte perchè, prima o poi, il vento soffia".

Sul palco sono stati quindi invitati gli studenti che hanno ottenuto il massimo risultato. Tra loro, ci sono anche due eccellenze che hanno preso la parola. Arianna Merengoni, del liceo sportivo, è una calciatrice di alto livello: "Non è stato un anno facile perché avrei dovuto cominciare un'altra scuola, con una nuova classe e nuovi compagni: essere convinti di partire per vedere tutto saltare, non è fantastico - ha detto l'atleta - Il Bachelet mi ha consentito di coltivare lo studio e il calcio. In questo istituto ho avuto opportunità di vivere esperienze entusiasmanti e consolidare rapporti interpersonali. Fra questi banchi, grazie a docenti appassionati, mi sono appassionata a discipline che non mi affascinavano come la matematica. Da adesso che non c'è più nessun docente, sarà mia la responsabilità di tenermi informata perché si sta avvicinando il mondo dei grandi".
Matteo Sambruna, invece, ha anticipato di un anno la maturità: studente della 4E liceo scienze applicate, ha fatto richiesta alla dirigenza di ottenere, come si dice in gergo scolastico, il diploma da ottista, ovvero con abbreviazione per merito. "A novembre ho preso una decisione: ho scelto di anticipare la mia maturità perché volevo dare il massimo e fare il possibile per ottenere il meglio - ha detto davanti alla platea - È stato molto difficile: nonostante i professori mi siano sempre stati vicini, preparare un esame di maturità senza avere la classe è stato impegnativo. Avevo sempre il dubbio che quello che facevo, lo facevo nel modo sbagliato perché non era semplice avere conferme. Il mio è stato un salto nel vuoto ma sono contento della scelta e sono contentissimo dell'impegno e di essere qui questa sera".

Le eccellenze del Bachelet, gli studenti che hanno superato gli esami con il massimo dei voti

 

L'ultimo intervento è stato affidato al rappresentante d'istituto Federico Cazzaniga: "Abbiamo chiuso le superiori e tra qualche anno ricorderemo questi tempi con nostalgia. Ringrazio, oltre a tutti i professori, la dirigente che mi ha sostenuto nel rendere più inclusiva la scuola, durante questi tre anni di rappresentanza. Spero portiate con voi tanti ricordi: la verità è che con il tempo saremo questo perché sono i ricordi che ci aiutano in quello che siamo e saremo. Ricordatevi di chi vi è stato vicino in questi anni" ha concluso, dedicando il suo diploma ai genitori, in particolare al padre, venuto a mancare pochi anni fa.
La cerimonia è dunque entrata nel vivo con la consegna dei diplomi: ogni classe ha scelto di racchiudere l'esperienza del quinquennio con un video proiettato sul maxi schermo. Abbracci, sorrisi, qualche lacrima di gioia e un clima di festa hanno segnato la chiusura di anni formativi che saranno sempre nel cuore di questi ragazzi.
M.Mau.
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