La caduta del governo Draghi e le prossime elezioni politiche

La  caduta  del  Governo  Draghi  ha  spiazzato  tutti  quanti.  Ci  ha  spiazzato  perché,  da  un  lato,  il discorso pronunciato da Draghi, così netto e consequenziale, è lontano dalle logiche confuse e opportunistiche  che  troppo  spesso  caratterizzano  le  vicende  politiche.  Ma,  soprattutto,  siamo rimasti tutti sorpresi dalla pochezza di buona parte della classe politica.

In queste settimane, le democrazie europee stanno affrontando una sfida cruciale in risposta alla guerra  scellerata  provocata  dalla  Russia  contro  l'Ucraina,  sfida  che  vedeva  il  Governo  Draghi protagonista sulla scena internazionale. L’inflazione e i rincari dell’energia che derivano dalla guerra  stanno  erodendo  i  redditi  delle  famiglie  come  mai  negli  ultimi  decenni,  aggiungendo difficoltà alle sofferenze vissute in due anni di pandemia, soprattutto per chi è più debole. Tutto ciò renderebbe urgenti politiche sociali serie ed efficaci. L’emergenza della siccità, infine, ci sta ricordando con chiarezza quanto la sfida climatica sia una questione ineludibile e drammatica, da affrontare senza indugi e con decisione.

Come si fa a mandare gambe all’aria il Governo in mezzo a tutto ciò? Non si poteva portare a scadenza  naturale  la  legislatura,  così  da  affrontare  questi  nodi  così  cruciali  nella  maniera  più efficace possibile? Si poteva, sì, ma sull’interesse generale ha prevalso il bieco calcolo elettorale di forze politiche impazzite e fameliche che, come in preda a un improvviso –ma interessato -delirio collettivo, hanno innescato la valanga che ci porterà ad elezioni politiche il 25 settembre.

In questa vicenda, è proprio il senso di vuoto, di mancanza di visione e di ideali che più spaventa e  getta  nello  sconforto.  È  sconcertante  registrare  la  distanza  siderale  che  separa  le  priorità  di larga  parte  della  classe  politica  da  quelle  dei  cittadini.È  sconvolgente  e  fa  arrabbiare.  Eppure, tocca  a  noi  trasformare  questa  triste  situazione  da  un  motivo  di  comprensibile  sdegno  ad  una occasione di rilancio e riscatto. Non ad altri, tocca proprio a noi. Che ne è del nostro Paese e del nostro futuro se non ci diamo da fare per scegliere e costruire una classe politica all'altezza delle sfide epocali che stiamo vivendo?

Non possiamo arrenderci al malgoverno, al pressappochismo, al pensiero che per l'Italia non ci sia  più  speranza.  Abbiamo  un  evidente  bisogno  di  una  classe  politica  che  sappia  governare rettamente e onorevolmente e, per questo, abbiamo bisogno di conoscere quali siano i valori, il metodo e le proposte di soluzioni di chi si organizza per rappresentare: abbiam bisogno di partiti, partiti seri.E allora scegliamoci con cura i partiti da cui vogliamo farci rappresentare e di cui andare  orgogliosi!  È  la  nostra  scelta,  il  nostro  atteggiamento  verso  la  politica,  la  base  di  tutto. Spetta a noi scegliere.

Per noi di Azione, dare un futuro all'Italia significa cambiare il modo di vivere la politica ed è il motivo  che  ci  spinge  ad  impegnarci  in  prima  persona!  Siamo  stufi  della  situazione  e  abbiamo deciso di dare un piccolo contributo con un progetto nuovo e coraggioso, sperando di poter fare la nostra piccolissima parte. Il liberalismo sociale, in cui crediamo e che tiene insieme le esigenze di libera iniziativa e di progresso sociale, si realizza con pragmatismo, competenza e ascolto e noi siamo  convinti  che  la  buona  politica  si  coltivi  proprio  conquesti  tre  elementi.  Questa  volta  lo scenario  è  chiaro:  una  scelta  di  campo  tra  chi  vuole  un'Italia  ancora  più  forte  in  Europa  e nell'alleanza atlantica, capace di portare a termine le grandi sfide e gli impegni imminenti e chi, invece, in questi mesi ha dimostrato tutti i limiti della politica del teatrino, degli interessi di parte e dei ricatti.

Per  questo,  anche  e  soprattutto  in  questi  giorni,  in  queste  ore  in  cui  la  politica  sembra  aver toccato il fondo, vogliamo tornare a farci affascinare dal richiamo della "res pubblica" e dalle cose grandi e belle che la politica, e quindi le Istituzioni repubblicane, possono e devono contribuire a realizzare. Ma serve unosforzo corale, lo slancio di una comunità di persone che si alzi in piedi, che dica basta, chesi metta in gioco anche rischiando un po’, se necessario. La libertà si conquista con la partecipazione: è il momento di entrare in Azione, vi aspettiamo.
Azione provincia Lecco
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