CGIL Lecco: un altro morto sul lavoro, bisogna aumentare sicurezza e formazione
Da tempo la CGIL avanza delle proposte per aumentare il livello di sicurezza nei luoghi di lavoro. Innanzitutto, qualsiasi sforzo per ridurre gli incidenti non può prescindere dal rafforzamento dell'attività ispettiva, in controtendenza con il recente passato: negli ultimi 10 anni, infatti, c'è stato un costante calo (- 30%) del numero di ispettori che operano per i principali organismi di controllo, come l'Ispettorato Nazionale del Lavoro e l'Inps. L'aumento del personale non sarebbe però sufficiente se non accompagnato da strumenti che migliorino l'efficacia degli interventi ispettivi; un importante passo avanti in questa direzione si è registrato il 26 luglio, quando l'INL ha emanato una circolare relativa alla tutela dei lavoratori sul rischio legato ai danni da calore, secondo la quale, in assenza di una valutazione del rischio associato alle alte temperature o delle relative misure di prevenzione all'interno del DVR aziendale (Documento di Valutazione dei Rischi), gli ispettori devono procedere alla sospensione immediata della produzione, fino a che il datore di lavoro non abbia adottato tutte le misure necessarie a evitare/ridurre il rischio.
Altro intervento necessario attiene alla formazione, che deve coinvolgere tutti coloro che operano all'interno del luogo di lavoro, con particolare riferimento ai lavoratori neoassunti, ai tirocinanti e agli studenti in alternanza scuola-lavoro. La formazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro è un obbligo di legge a carico degli imprenditori, che devono assumersi la propria responsabilità sociale. Uno strumento utile per fare passi avanti in questa direzione potrebbe essere la patente a punti: si tratta di un documento per misurare il rispetto delle norme di sicurezza sui luoghi di lavoro, collegato a un sistema premiante per le aziende virtuose e penalizzante per le aziende che non investono sul tema.
Diego Riva, Segretario Generale CGIL Lecco: "Sembra che non sia cambiato nulla negli ultimi decenni, visto che sul lavoro si continua a morire come cinquant'anni fa. Lo abbiamo detto tante volte e lo ripetiamo: è inaccettabile che lavoratrici e lavoratori, padri e madri di famiglia, non facciano più ritorno a casa dopo essere andati a guadagnare il pane per vivere. Solo attraverso un impegno comune si può invertire la tendenza negativa e raggiungere il giusto obiettivo: meno infortuni e morti zero''.