Bosisio, il sindaco sui medici a Cesana: ''preservano il servizio, limitando i disagi''
"Tornare al passato è a nostro avviso utopistico e profondamente incoerente". È un diniego netto, sostenuto con una panoramica sull'attuale direzione del sistema sanitario lombardo, quello che il sindaco di Bosisio, Andrea Colombo, ha fatto giungere alla richiesta di poter contare - negli ambulatori del paese - sulla presenza dei tre medici di medicina generale trasferiti, in medicina di gruppo, a Cesana Brianza. La mozione è stata presentata congiuntamente dai due gruppi di minoranza, Bosisio Viva e Bosisio nel cuore ed è stata discussa nel consiglio comunale di mercoledì 27 luglio.
Il primo cittadino ha aperto la risposta con un invito - "atto di responsabilità di ciascun amministratore" - di parlare alla testa dei cittadini, non alla pancia. La prima critica è quindi relativa al volantino distribuito nelle case dei cittadini e ritenuto "ben distante dalla realtà": la minoranza sostiene che il sindaco abbia avallato lo spostamento, mentre lui dice che gli è stata "solo comunicata".
Poi gli interrogativi rivolti a tutti gli esponenti di opposizione: "Mi chiedo: dov'era la vostra preoccupazione negli ultimi due anni? Vi siete accorti che nel 2020, per alcuni mesi, due dei tre medici di cui parliamo non si sono recati presso gli ambulatori? Vi siete accorti che, per i mesi successivi, la loro presenza si è ridotta ad un giorno a settimana, per qualche ora? Negli ultimi due anni, secondo voi, i cittadini fragili e gli anziani non hanno subito disagi? Eppure non ho sentito alcuna lamentela, segnalazione o anche solo un disappunto da parte vostra. Avete indossato i panni dei paladini una volta che i medici hanno comunicato la decisione di creare una medicina di gruppo e di rete, non prima. Ma gli effetti di tale decisione non sono molto diversi da quanto si è già verificato negli ultimi mesi".Il primo cittadino ha aperto la risposta con un invito - "atto di responsabilità di ciascun amministratore" - di parlare alla testa dei cittadini, non alla pancia. La prima critica è quindi relativa al volantino distribuito nelle case dei cittadini e ritenuto "ben distante dalla realtà": la minoranza sostiene che il sindaco abbia avallato lo spostamento, mentre lui dice che gli è stata "solo comunicata".
Nonostante l'argomento dei medici di medicina generale sia di competenza di ATS e non dell'amministrazione comunale, il sindaco ha voluto dare contezza della piega che sta assumendo il sistema sanitario. "La situazione dei medici di famiglia nel nostro territorio è drammatica, per la carenza di professionisti" ha affermato citando le ultime pubblicazioni: nel lecchese mancano all'appello più di 30 medici di medicina generale, mentre nella provincia di Como, la quota raggiunge le 90 unità. La riflessione comprende le case di comunità, approvate dalla riforma dello scorso dicembre. Gli scenari, a suo avviso, non sono incoraggianti per i cittadini, sia in termini di accesso alle prestazioni sanitarie che in termini di logistica territoriale. "Il rischio, infatti, è che la carenza di medici, che potrà solo peggiorare se si considerano anche i futuri pensionamenti di quelli in servizio ora, porti a raggruppare in un solo luogo - le case di comunità appunto - i professionisti disponibili. Lo scenario ipotizzabile è che, in futuro, i cittadini dei nostri tre comuni potrebbero addirittura essere costretti a recarsi a Costa Masnaga o ad Oggiono. E francamente tale prospettiva mi sembra più allarmante rispetto alla medicina di gruppo presso gli ambulatori di Cesana Brianza, più gestibile anche se con qualche difficoltà logistica. Ed è questo il motivo che ha spinto i tre medici a costituire, con l'avallo di ATS, una medicina di gruppo, per consolidare la medicina generale dei tre comuni, ed offrire un servizio alla cittadinanza. La scelta non va nella direzione di togliere un servizio, ma di preservarlo cercando di limitare i disagi alla cittadinanza".
Grazie alla medicina di gruppo sono stati attivati altri servizi come segreteria e l'infermiera che si reca a domicilio per monitorare i soggetti fragili, evitando loro lo spostamento. Non solo: è aperta una collaborazione anche con i due colleghi che sono rimasti a in paese: in caso di impossibilità, sia del medico che del paziente, di spostarsi, la visita potrà essere svolta dai colleghi di Bosisio.
"È inevitabile che tale scelta crei dei disagi, e l'amministrazione comunale di certo non vuole negarlo. Ma dobbiamo anche capire l'evoluzione futura del sistema sanitario, e farsi trovare pronti anticipando dei disagi ancor peggiori rispetto a quelli che si sono manifestati ora. Dobbiamo guardare avanti e non indietro, comprendere che i servizi di prossimità di un tempo stanno progressivamente scomparendo, e non solo nell'ambito sanitario. Bisogna avere il coraggio di prenderne atto, e di non arroccarsi su posizioni di principio o peggio ancora utilizzarle come strumento di polemica nei confronti dell'amministrazione di turno. Che senso ha collegare le decisioni di ATS e Asst di abbandonare i presidi sanitari di Palazzo Appiani e Villa Mira, con la creazione della medicina di gruppo? A me sembra solamente che sia gettare benzina sul fuoco per nulla. Guardiamo invece a quello che abbiamo, e a quanto le amministrazioni di Bosisio hanno fatto per mantenere un plesso come quello di Casa Carpani, unico nel suo genere in questa zona, oppure i mini alloggi all'interno della medesima struttura, la sede dell'Istituto Comprensivo, o anche i servizi di trasporto degli alunni presso La Nostra Famiglia. Per non parlare poi della Croce Verde, che è stata mantenuta a Bosisio, e con cui peraltro la scorsa settimana abbiamo rinnovato la convenzione per ulteriori 5 anni. Non sono queste risorse per la nostra cittadinanza?" ha aggiunto Colombo.
Ha replicato Giacomo Gilardi: "Nella risposta trovo un avvallo alla scelta: dalle spiegazioni mi sembra ci sia una condivisone. Il fatto che sapete come sarà la sanità nei prossimi anni, contrasta con il fatto che non ne sapete niente. Vorremmo che si riparta con una medicina di base qui, con la creazione di un poliambulatorio nella ex sede della croce verde, di cui si era parlato. A livello sanitario, in questi anni abbiamo dato tanto sia in termini di conoscenze, risorse economiche e beni. Chiediamo un'azione per garantire che almeno un giorno i medici vengano a Bosisio. Non chiedeteci di sollevate le questioni e assumetevi la possibilità di governare. Se il consiglio vota compatto, si può fare con forza questa richiesta ai medici" ha detto l'esponente di Bosisio Viva.
Questa la riflessione di Paolo Gilardi di Bosisio nel cuore: "Se c'era la consapevolezza che la medicina stava cambiando, perché non coinvolgere tutte le forze politiche? Lavorare insieme dà forza e dà valore. Dobbiamo fare fronte comune e parlare dei problemi dei cittadini che vivono sulla loro pelle. I collegamenti pubblici con Cesana sono carenti: ci sono cittadini che si fanno carico volontariamente di accompagnare persone di Bosisio a fare le visite. Il servizio di medicina generale non è un lusso: è un servizio di base, anche per il futuro di Bosisio che non può essere attrattivo per nuovi cittadini se non garantisce servizi. Suello, seppur piccolo, ha ottenuto un risultato: poco, è meglio di niente".
M.Mau.