Viaggio in Brianza/41: l'Isola dei Cipressi, fra animali esotici e tante curiosità da raccontare
Le isole hanno sempre grande fascino. L'acqua intorno dà un senso di protezione a chi vi si trova e dà un senso di avventura invece a chi vuole raggiungerle. L'Isola dei Cipressi è un piccolo isolotto sul lago di Pusiano con una graziosa villetta, ma la storia dell'Isola nasconde molte sorprese: grandi sono stati i personaggi che l'hanno posseduta, grandi sono stati gli artisti e i letterati che l'hanno ammirata e grande è il fascino che quest'isola esercita.
SEGANTINI SUL LAGO DI PUSIANO
Il lago di Pusiano è stata un'importante fonte di ispirazione per vari artisti. Oltre che Giuseppe Parini che nacque proprio a Bosisio e che cita il suo lago in alcune sue opere, anche Giovanni Segantini immortalò il lago di Pusiano in una sia importantissima opera.
Nel 1880 giunse a Bosisio un famosissimo pittore, Giovanni Segantini, uno dei maestri del divisionismo: una tecnica pittorica derivante dal puntinismo, per cui si dipinge per linee di colore che poi, in base alla vicinanza o alla lontananza tra loro, creano nuovi colori, luci ed ombre. Una delle opere più importanti di Giovanni Segantini in stile divisionista è "Ave Maria a trasbordo": si fa riferimento all'"Ave Maria" perché il dipinto è ambientato nell'ora in cui classicamente si diceva questa preghiera, ossia al tramonto. Tramonto che però è un elemento fittizio in questa rappresentazione, poiché avviene su una costa che non è a ovest. Un altro elemento che si distacca dalla realtà, è la stessa costa, dato che il Segantini ha deciso di rappresentare qui solamente un campanile, quando in realtà, a quell'epoca, erano molti di più. Una possibile ragione di queste imprecisioni è data dal fatto che questo dipinto non è l'originale ma una seconda versione dipinta da Segantini in un periodo in cui già si trovava in Svizzera, per sostituire l'originale che, dopo aver fatto il giro del mondo, era tornato rovinato. Tornando al titolo, abbiamo detto "Ave Maria a trasbordo", perché è in corso un trasbordo, cioè un trasferimento su un'imbarcazione da una riva all'altra. Intanto notiamo l'imbarcazione che è una Lucia, l'imbarcazione tipica della zona, che prende il nome dal romanzo "I promessi sposi" del Manzoni poiché questa è l'imbarcazione con cui Renzo, Lucia e Agnese, abbandonano Lecco nel famoso passo dell'Addio monti. Inoltre, vediamo che sull'imbarcazione sono presenti delle pecore, per cui probabilmente le persone rappresentate sono una famiglia contadina ed è possibile che stessero andando sull'Isola dei cipressi poiché, diversamente da oggi in cui l'Isola è proprietà di un singolo privato, all'epoca l'Isola era divisa in cento lotti, si può dire che apparteneva insomma un po' a tutti e quindi a nessuno; perciò, ci si poteva andare tranquillamente a pascolare le pecore.
LA FAUNA SOTTO IL LAGO
Lungo la traversata verso l'Isola dei Cipressi abbiamo notato che lungo tutto il perimetro del lago sono presenti delle boe gialle. Sotto queste boe sono presenti delle fascine di legna all'interno delle quali i pesci più piccoli del lago possono deporre le uova al sicuro dai loro predatori che, essendo di più grande dimensione, non riescono ad entrarvi e mangiarle).
Tra i pesci più piccoli del lago ci sono stati presentati i seguenti:
- Pesce persico: è autoctono e non va confuso con Persico sole e Persico trota, entrambi presenti nel lago ma alloctoni e di differente famiglia.
- Pesce gatto: è molto riconoscibile per via dei baffi, più precisamente barbigli, che servono loro per mantenere l'equilibrio e orientarsi. Inoltre, possiede un aculeo velenoso all'interno della pinna dorsale che utilizza solo per difendersi dai predatori. Questo pesce è stato introdotto nel lago e vi si è stabilito, quindi lo possiamo definire naturalizzato.
- Siluro: anche lui dotato di barbigli e può arrivare fino a due metri di lunghezza. È alloctono ed invasivo in quanto distrugge i fondali e si nutre degli altri pesci e delle loro uova. Pertanto, se pescato deve essere eliminato.
- Tinca: si riconosce dagli occhi rossi ed ha la caratteristica di non nutrirsi nel periodo invernale, quando tende a muoversi pochissimo e si seppellisce parzialmente nei fondali fangosi.
Sono inoltre presenti altre cinque specie autoctone o meno: Alborella (occasionalmente), Anguilla, Cavedano, Trota, Gobione, Scardola e altri ancora.
LA FAUNA SOPRA AL LAGO
Nella parte più a nord del lago si può trovare una zona paludosa, riconoscibile anche da lontano per il fitto canneto che la ricopre; questa piccola parte del lago viene chiamata Comarcia e vi trovano un habitat perfetto molti animali, tra cui le rane e diversi volatili tra cui:
- Germano reale: è caratterizzato da una forte distinzione tra maschi e femmine. I primi sono molto più colorati e appariscenti perché devono farsi vedere dalle femmine; al contrario queste ultime sono marroncine perché devono mimetizzarsi all'interno del canneto per proteggere sé stesse e i piccoli dai predatori.
- Svasso: si riconosce principalmente per due caratteristiche: il ciuffo, che alzano in caso di pericolo, ed il becco, molto lungo e appuntito dal momento che è un animale carnivoro, per cui si nutre di pesce che trova, naturalmente, sott'acqua dove può rimanere in apnea fino a cinque minuti.
- Folaga: prende il nome dalla fuliggine per via del colore: sulla fronte è visibile uno scudo bianco che la folaga sviluppa con la maturità sessuale; il becco è più piccolo e arrotondato rispetto a quello dello svasso, poiché è tendenzialmente erbivora; le zampe non sono palmate come la maggior parte degli uccelli che vivono sull'acqua ma sono con le dita separate che però hanno subito un adattamento evolutivo e sono perciò lobate (con delle membrane che uniscono parzialmente le singole dita), cosa che facilita la folaga nel nuoto e nella corsa sulle superfici paludose; una curiosità sulla folaga inoltre è che sa contare, o meglio riconoscere le sue uova all'interno del proprio nido, in tal modo è in grado di espellere uova di altri volatili che non covano e hanno l'abitudine di deporre le proprie uova nei nidi altrui.
- Airone cenerino: prende il nome dalla cenere, per via del colore, ed è caratteristico dei fiumi e dei torrenti. Dal momento che in zona ce ne sono molti, è facile anche vederlo passare sul lago.
- Cormorano: si può capire dal becco appuntito che è un uccello carnivoro; si nutre di pesce che caccia sott'acqua grazie ad una membrana che ha sugli occhi, detta nittitante, che gli permette di vedere sott'acqua. Nonostante questo vantaggio, ha però le piume permeabili che lo costringono, dopo la caccia, ad esporsi in zone soleggiate per asciugarsi. Sul lago di Pusiano è possibile vederli al sole sulle boe con le ali spiegate.
- Gallinella d'acqua: appartiene alla stessa famiglia della Folaga, si riconosce principalmente per la cera rossa che le ricopre la base del becco.
Questi oltre ai più comuni cigni e gabbiano che si possono facilmente vedere dalle coste del lago.
LA STORIA DELL'ISOLA DEI CIPRESSI
La storia dell'Isola dei Cipressi risale al neolitico (tra i diecimila e i quindicimila avanti Cristo). Sulla punta orientale vi era un piccolo villaggio su palafitte; di queste antiche abitazioni l'attuale proprietà dell'isola ha il desiderio di realizzare una ricostruzione per dare l'idea di come si vivesse sull'Isola nel neolitico.
Si hanno altre vicende storiche che rimasero legate a quelle del lago di Pusiano e ai suoi illustri e prestigiosi proprietari succedutisi nel tempo. Nel Dodicesimo secolo l'Arcivescovo di Milano possedeva il lago insieme alla collegiata di San Giovanni Battista di Monza, poi per tre secoli, fino alla fine del Settecento, subentrarono i Carpani, signori feudali della zona. Iniziò quindi il periodo dei tre Marchesi: Francesco Carpani, poi Giuseppe Antonio Molo e infine Gerolamo d'Adda. Il lago, il Palazzo di Pusiano e l'Isola furono poi acquisiti dal Viceré Eugenio di Beauharnais, figliastro di Napoleone, e dai Viceré Austriaci. Si ebbe così il periodo dei tre Principi a cavallo del 1700 e 1800: l'Arciduca Ferdinando Carlo d'Asburgo-Este Lorena, il citato Eugenio di Beauharnais, e infine, con il ritorno degli austriaci, l'Arciduca Ranieri d'Asburgo. La casa Imperiale Austriaca mantenne la proprietà fino al 1831. Dopo alterne vicende l'Isola fu ceduta nel 1874 ai fratelli Antonio ed Egidio Gavazzi, industriali serici di Valmadrera.
L'ARRIVO SULL'ISOLA
L'Isola prende il nome dalle omonime piante che si trovano nella sua parte centrale, questi alberi hanno la caratteristica di essere molto stretti e crescono in altezza e allo stesso modo si sviluppano nel terreno. L'isola ha un'estensione di circa due ettari divisi in tre livelli: quello più basso è quello prevalentemente vissuto dagli animali; il secondo livello è quello dove si ha la piccola villetta sulla riva della collina; il terzo livello è quello costituito da un piccolo altopiano circondato da cipressi (centoventi in totale su tutta l'isola). Questo livello più alto è stato utilizzato nei secoli dagli eserciti per avvistare i nemici da lontano, facendo dell'isola un importante punto strategico
Sull'Isola dei cipressi, nel corso degli anni si è creato un nuovo ecosistema in seguito all'introduzione di specie di animali alloctone quali:
- Pavone: il maschio è molto colorato e appariscente, al contrario la femmina è marrone per mimetizzarsi. Il famoso piumaggio colorato è presente sulle code maestose di questi volatili solo per la stagione degli amori; infatti, a settembre perdono queste piume dopo aver svolto la funzione di attrarre le femmine per l'accoppiamento.
- Cicogna: caratteristica principale è il becco molto grande e appuntito poiché è onnivora, si ciba sia di vegetali come anche di anfibi e piccoli crostacei. Inoltre la cicogna è muta, perciò utilizza il suo becco sbattendolo ripetutamente per comunicare con i suoi simili.
- Gru damigella: di origine asiatica; si dice che il nome le venne dato dalla regina Maria Antonietta che ne aveva diversi esemplari nel proprio parco, e, quando andava a passeggiare la seguivano, per questo decise di soprannominarle proprio damigelle.
- Gru coronata: è originaria della regione centromeridionale del continente africano ed in Ruanda è simbolo di benessere e di longevità, tanto che è rappresentata sulla bandiera nazionale; oggi sta scomparendo a causa della distruzione del suo habitat e del fatto che è diventata un animale da compagnia molto ambito dalle élite del paese. Spesso si trovano esemplari nei giardini degli hotel e delle case di lusso. Prende il nome dalla cresta dorata che ha sulla testa e ricorda proprio una corona.
- Wallaby: sono dei canguri nani e, esattamente come i cugini canguri, sono erbivori e si muovono saltando; sono dotati di una lunga coda che permette loro di mantenere l'equilibrio durante i salti. In più hanno anche l'abilità di trattenere molto bene l'acqua, per cui è raro vederli scendere al lago a bere: sono infatti in grado di rallentare la propria attività fisica appena iniziano a sudare per non disperdere liquidi.
Sull'Isola sono presenti tantissimi altri animali: tartarughe, scoiattoli, lepri, vari uccelli locali e migratori, oche australiane, gallinelle americane, una femmina di fagiano argentato.
Negli ultimi anni è stata realizzata una casetta per gli insetti costituita da una struttura in legno che lascia dei piccoli spazi in cui poter riprodursi. Gli insetti che sono venuti con il tempo a trovare casa in questo luogo a loro dedicato sono importanti per gli uccelli che vivono sull'isola perché sono necessari per il loro nutrimento, ma è bene sapere che anche le api solitarie che hanno trovato riparo qui, sono altrettanto utili per l'impollinazione delle piante. Tutto questo aiuta a rendere sempre più autonoma la flora e la fauna dell'Isola.
Sono anche interessanti alcuni elementi presenti sull'isola. Ad esempio, possiamo trovare un meraviglioso trampolino in ferro battuto in stile liberty. Questo perché sulla parte a sud-ovest dell'Isola il livello dell'acqua scende immediatamente a nove metri di profondità, mentre può arrivare a ventiquattro metri nei punti più profondi del lago, punti che si trovano tendenzialmente verso il centro del bacino, date le sue origini glaciali. Sull'isola vi è una divisione artificiale, un canale realizzato dall'uomo la cui realizzazione non è documentata in alcuna fonte storica che la divide in due parti. Si tratta di una peschiera che un tempo veniva utilizzata, chiudendola da entrambi i lati, per trattenere al suo interno il pesce e conservarlo per poterlo mangiare fresco, come appena pescato. Attualmente è aperta perché sul lago vige la regola di una pesca sportiva dilettantistica che impone di liberare tutti i pesci pescati, vietando dunque la pesca tradizionale.
LE TRACCE DELLA STORIA SULL'ISOLA
Sull'Isola è stata realizzata una piccola mostra permanente dei reperti che sono stati rinvenuti in loco. Come abbiamo già detto le prime tracce dell'uomo e di animali su quest'isola sono di origine preistorica e questo è comprovato da diversi reperti:
Asce, punte di frecce e utensili vari in pietra e selce usati dagli uomini preistorici nell'età della pietra, nel neolitico (tra i diecimila ed i cinquemila anni fa) rinvenuti sull'Isola dei Cipressi negli anni Novanta del secolo scorso. Utensili simili a quelli trovati su quest'Isola sono stati ritrovati in altri siti del mondo, ed alcuni di essi disposti nella vetrina accanto a quelli locali.
Denti e ossa dell'Ursus Spelaeus, detto anche Orso delle Caverne, trovati al Buco del Piombo (una particolare zona dell'Isola) nel 1956. Questo orso preistorico si è estinto con l'ultima glaciazione più di ventisettemila anni fa. Aveva delle dimensioni considerevoli, potendo raggiungere i tre metri di altezza stando sulle zampe posteriori ed il peso di sei o sette tonnellate.
Gli Ammoniti sono dei molluschi marini cefalopodi, ovvero con il capo munito di tentacoli; le conchiglie fossili rinvenute sull'isola dei cipressi provengono dai boschi presso il Buco del Piombo, rinvenuti negli anni Cinquanta del Novecento. Il nome di questo mollusco è ispirato dalla figura a spirale della conchiglia fossile, che assomiglia al corno arrotolato dell'ariete. Plinio il Vecchio, importante studioso e comandante romano (anche autore di un'enciclopedia Naturalis historia) chiamò i fossili di questi animali "ammonis cornua", ovvero corna di Ammon, dal dio egiziano Ammone che veniva tipicamente raffigurato con le corna di un ariete in testa.
La pratica della caccia e della pesca sono state anch'esse testimoniate da una grande varietà di reperti rinvenuti sulla piccola Isola.
La caccia agli animali acquatici è stata per secoli ampiamente praticata sull'isola e ne è nata una forte tradizione storica. Tipica imbarcazione per svolgere questa pratica sportiva era la spingarda, piccola barca che prende il nome dall'arma di cui era dotata, un fucile a canna lunga. Questa imbarcazione era molto allungata ed aveva il fondo piatto; era utilizzata dai cacciatori per mimetizzarsi e nascondersi con frasche e canne. sdraiati o accovacciati, remando lentissimamente, si avvicinavano alla selvaggina in acqua fino alla distanza adatta per sparare nel mucchio. Gli uccelli acquatici erano attirati dai richiami, ovvero da delle finte anatre, lasciate appositamente galleggiare nell'area scelta del lago.
Il diritto di caccia sul lago di Pusiano spetta in forma esclusiva e perenne alla proprietà dell'Isola dei Cipressi. Nella teca dedicata a questo sport si può osservare un contenitore di polvere da sparo trovato sulla stessa isola, uno degli strumenti utilizzati quando le armi erano ad avancarica e si adottava la pietra focaia che rimase in uso per quasi tutta la metà del Diciannovesimo secolo.
La pesca è stata una pratica sempre svolta sul lago che è divenuto famoso per l'allevamento del pesce persico con i "legnèe", ovvero le fascine di legno di cui vi abbiamo già accennato. Nelle vetrine del museo dell'isola si possono osservare delle foto degli anni Settanta ed Ottanta che testimoniano la straordinaria e peculiare pescosità del Lago di Pusiano.
Parlando di reperti appartenenti ad epoche più recenti si sono ritrovate sull'isola diverse monete che, seppur senza valore numismatico, sono esposte per raccontare la storia di questa zona che, passata dalla dominazione austriaca, è divenuta parte dell'Italia unita ed ha vissuto il succedersi dei vari re d'Italia sino alla nascita della Repubblica.
Una curiosità sull'Isola è il fatto che la luce elettrica arrivò solo alla fine degli anni Sessanta con un cavo subacqueo che si allaccia tuttora alla rete di Pusiano, sempre in quel periodo l'isola venne collegata alla rete per l'acqua potabile e per la linea telefonica municipale. Prima di questi interventi si usavano le lampade a petrolio e le lucerne ad olio (animale o vegetale) di cui si possono osservare gli esemplari nel museo.
L'ISOLA DEI CIPRESSI E LA FAMIGLIA GAVAZZI
L'Isola dei Cipressi ha una lunga storia che oggi è stata raccolta in un volume intitolato: "Isola dei Cipressi e Lago di Pusiano" di Girolamo Gavazzi; questo libro racconta la straordinaria, antica e lunga storia dell'Isola dei Cipressi, le leggende, i misteri e le fiabe; i personaggi illustri e potenti che l'hanno posseduta; il fascino che ha attratto poeti, scrittori, pittori e altri artisti nel corso dei secoli.
Attualmente l'Isola dei Cipressi è di proprietà della famiglia Gavazzi dopo che Gerolamo, innamorato dell'isola sin dalla sua infanzia, decise di acquistarne la totalità delle parti dai vari eredi. Egli infatti trascorreva le sue estati in villeggiatura insieme ad un cugino sull'Isola, ospitati dalla zia, Piera Gavazzi; i due ragazzini vivevano in ampia libertà dormendo su due brande in una piccola casetta sulla punta a nord-est dell'isola (dove oggi trova posto il museo). La mattina si alzavano, facevano un tuffo nel lago dal trampolino e poi si godevano la bellezza del luogo.
Crescendo Gerolamo comprese che l'isola in sé dava all'esterno un senso di sicurezza e di privacy grazie ai grandi alberi che ne percorrono il perimetro; gli stessi però impedivano di ammirare la bellezza del lago e delle Prealpi. Per ovviare a questo problema decise di costruire una casetta sull'albero che potesse divenire un luogo tranquillo dal quale ammirare le bellezze che circondano l'isola. Oggi questa struttura è tutt'ora esistente ed è davvero un punto di osservazione privilegiato sul lago e la costa di Bosisio.
Alla morte della zia, l'un percento dell'isola viene lasciata a Gerolamo che, molto affezionato a questo luogo, riesce con il tempo ad acquistare la totalità delle quote e costituire una fondazione per poterla tutelare. Oggi, insieme alla moglie, frequenta l'isola durante i weekend, mentre Simone ci vive stabilmente insieme al figlio Andrea che sta dimostrando di avere una grande passione per l'isola, per gli animali che ci vivono e per la natura che, in quel piccolo paradiso, lo circonda.
"L'isola ha una sua bellezza naturale, diversa dalle altre: è molto spartana, così come la viveva mio padre. Ha il suo fascino storico perché il figliastro di Napoleone ha vissuto a palazzo Carpani, oggi sede del Comune e della scuola media di Pusiano. Eugenio di Beauharnais è ricordato per aver scelto il palazzo Carpani per la presenza di porte molto alte che gli permettevano di raggiungere la camera da letto in sella al suo destriero. Questo gli interessava molto poiché gli permetteva di fuggire rapidamente nel caso fosse stato attaccato durante la notte. L'Isola dei Cipressi era per lui un'alcova dove poter ammaliare le dame e fare il Don Giovanni con le giovani della zona" ci ha raccontato Simone Gavazzi.
LA FONDAZIONE GAVAZZI
La Fondazione Gerolamo Gavazzi citata poc'anzi, è nata nel 2011 ed è stata legalmente riconosciuta dalla Regione Lombardia. Questa fondazione ha lo scopo principale di tutelare, conservare, promuovere e valorizzare un bene artistico e storico monumentale, vincolato dalla Soprintendenza: l'Isola dei Cipressi nel Lago di Pusiano. Inoltre, coltiva, tutela e valorizza la natura, l'ambiente e la storia del lago di Pusiano, dei luoghi significativi del territorio, delle famiglie lombarde, promuovendo studi, ricerche, e pubblicando libri storici. Dedica le proprie risorse alla conservazione dell'Isola dei Cipressi ed edifici storici ed opere e manufatti creati per opere benefiche e caritatevoli, nonché manufatti tecnologici, storici, di importanza museale. Promuove inoltre cultura ed arte sul bene storico di proprietà: l'Isola dei Cipressi.
Oltre a rendere fruibile l'immobile di interesse storico, vincolato come monumento nazionale, costituito appunto dall'Isola dei Cipressi, la Fondazione organizza anche attività culturali e teatrali sull'Isola che può vantare la visita annuale di circa duemila visitatori, nonostante la modesta capienza dell'unico battellino operante sul lago di Pusiano. Cura poi la manutenzione all'antica cappella della Madonna del Pilastrèll di Desio. In futuro l'azione della Fondazione sarà implementata e finalizzata a potenziare l'offerta culturale sull'Isola dei Cipressi.
Questa meravigliosa visita è stata resa possibile grazie alla preziosa collaborazione della Pro Loco di Bosisio Parini ed alla disponibilità della famiglia Gavazzi nella persona di Simone, che si è prestato molto cordialmente a rispondere ad alcune domande. Se volete visitare anche voi questa meravigliosa location, date un'occhiata al sito dell'associazione bosisiese che periodicamente pubblica le date degli sbarchi in programma.
Vi vogliamo ringraziare per quest'altro anno trascorso insieme nel nostro bellissimo territorio: noi ci rivedremo a settembre per riprendere insieme il nostro Viaggio in Brianza, ma se volete continuare a conoscere questa terra ricordatevi di seguirci sulle nostre pagine Instagram e Facebook!