Berlino irriconoscente: solo un funzionario dell’ambasciata di Mosca ai funerali di Gorbaciov

Giorgio Motta
(foto Loescher Editore)
Sabato 3 settembre si sono svolti a Mosca i funerali di Gorbaciov. Che non ci sarebbe stata una cerimonia ufficiale era prevedibile; come pure prevedibile che Putin, dopo una fugace apparizione e un momento di silenzio dinanzi alle spoglie dell'ultimo presidente dell' Unione Sovietica, non avrebbe partecipato alle esequie. Putin, il restauratore dell' Ancien Régime, il despota che sogna di far risorgere la gloria di uno stato travolto dalle macerie del muro di Berlino, non poteva certo rendere omaggio al picconatore dell' Impero sovietico.
Il fatto, tuttavia, che nessun capo di stato o di governo occidentale, né della EU né di oltre oceano ( ad eccezione dell'ungherese Orban!) abbia trovato il coraggio di dare personalmente l'ultimo saluto a colui che con la sua Perestroika (trasformazione) e la sua Glasnost (trasparenza) ha posto fine alla Guerra Fredda, beh ... questo non fa certo loro onore.
Ma soprattutto che nessun politico tedesco, né di governo né dì opposizione, abbia pensato a una tale possibilità é ancora più grave.
Sì, perché è la Germania il Paese che più di tutti a Gorbaciov deve tanto. Senza di lui il muro di Berlino sarebbe ancora lì, a dividere una città e una nazione. E anche il processo di unificazione europea, che il cancelliere Kohl aveva più di tutti voluto e tenacemente perseguito, sarebbe ancora fermo a 30 anni fa.
Patetiche risuonano le giustificazioni addotte: il cancelliere Scholz se ne è lavato le mani dicendo: "Non ho ricevuto un invito ufficiale. Quindi la questione non si pone." Angela Merkel, che come ex-cittadina della DDR, la Germania dell'Est, dovrebbe essere particolarmente riconoscente a Gorbaciov, è ricorsa ad un dolore al ginocchio conseguente ad un infortunio avvenuto in vacanza per giustificare la sua impossibilitá a recarsi a Mosca. E l'ambasciatore tedesco ha fatto sapere di essere risultato positivo ad un test-Covid, ragion per cui avrebbe incaricato un funzionario dell'ambasciata a rappresentarlo.
Il governo di Berlino ha fatto comunque abbassare in segno di lutto le bandiere nazionali poste dinanzi agli edifici pubblici e ha predisposto
per mercoledì prossimo una cerimonia commemorativa al Bundestag.Scholz ha comunicato che ci sarà, come se fosse un vanto per lui, il cancelliere, essere presente sul suo posto di lavoro.
Ma è evidente che le disdette di tutti capi di stato occidentali sono il risultato di un'azione concertata: come avrebbero potuto recarsi a Mosca dopo aver loro stessi imposto dure sanzioni alla Russia inducendo così Putin, come reazione, a chiudere lo spazio aereo del Paese? E questo potrebbe anche avere una sua logica.
Ma che la loro semplice presenza a Mosca dinanzi alla bara di Gorbaciov avrebbe finito per favorire la propaganda di Putin offrendogli così un'ampia risonanza mediatica mi pare quantomeno esagerato, se non addirittura ipocrita.
Purtroppo anche questo mancato riconoscimento, seppur postumo, all'operato di Gorbaciov è un effetto collaterale della guerra in atto in Ucraina. Una guerra divenuta per l'Europa una questione d'onore per via delle promesse fatte - forse un po' troppo precipitosamente - al presidente Zelensky.
In compenso però al funerale c'era tanta gente comune, quella gente per la quale Gorbaciov avrebbe voluto cambiare l'Unione Sovietica rendendola democratica e dal volto umano. Come il suo.

PS: Come ex docente di tedesco che ha vissuto e condiviso con i suoi studenti le emozioni della Rivoluzione Pacifica dell'autunno 1989 sfociata poi nella riunificazione e come cultore della storia tedesca, da sempre estimatore della Germania riunificata, sono stato particolarmente toccato da questa vicenda che ha lasciato in me una profonda delusione ...

Giorgio Motta
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