Mostra del Cinema di Venezia/5: la caccia a Pascal in attesa di incontrare Sorrentino

Nuova puntata del ''diario'' di Giorgia Monguzzi, in trasferta alla Mostra del Cinema di Venezia. Ecco la sua rubrica quotidiana con la cronaca (giorno per giorno) di uno degli eventi più ambiti e seguiti dai media internazionali:



Giorgia con Pedro Pascal

Paura e delirio a Venezia, questa volta è proprio da dire modificando il titolo di un vecchio film. Per il festival avevo tante speranze e aspettative, ma vi assicuro che mai mi sarei immaginata nemmeno un decimo di quello che è successo ieri. Nonostante abbia avuto praticamente una nottata per meditare sono ancora su di giri con l'emozione che mi stritola e non mi fa respirare, praticamente non ho dormito. Mi servirebbe un libro intero per raccontare tutto quello che è successo, ma con calma e con ordine proverò a fornirvi una storia ordinata.

La giornata è iniziata con la solita corsa per prendere l'autobus e poi subito un doppio appuntamento in sala grande per un totale di quasi 4 ore di visione. Prima c'è stato "Master Gardener", il nuovo lavoro di Paul Schrader che ormai con il suo stile proposto e riproposto non sbaglia mai un colpo. Davvero interessante è anche il film che ho visto subito dopo "Argentina 1985" riguardante il processo contro le violenze perpetuate durante la dittatura, una pellicola semplice e pulita che spero esca anche in Italia. Nemmeno il tempo di uscire dalla sala con la brioches in fase di digestione che ero già sotto il sole ad attendere le conferenze stampa. Devo dire che mi è andata subito molto bene perché tra il cast di "Master Gardener" proprio Joel Edgerton è stato l'unico a fermarsi con i presenti. L'avevo già incontrato nel 2019, ma per chi come me è fan di Star Wars, incontrare zio Owen Lars non è mai troppo.

Giorgia con l'amica Alessia

Vi devo fare una confessione, e mi scuso per non avervene parlato prima ma avevo adottato una strategia scaramantica al massimo livello, per la giornata di ieri avevo attuato un vero e proprio piano d'attacco. Da programma avevo scoperto che ieri avrebbero proiettato "house comes with a Bird", un corto che avevo già visto qualche mese fa e per cui avevo preso immediatamente i biglietti, ma perché ci tenevo così tanto a rivederlo? Semplice, nel cast c'era Pedro Pascal. Dovete sapere che io nutro una particolare dedizione verso quest'uomo che tra i tanti ruoli ha interpretato anche Oberyn Martel e il Mandaloriano in Star Wars, sono anni che tento di incontrarlo logicamente non ci sono mai riuscita. Nell'aprile del 2021 era apparso a Milano all'improvviso a poche vie di distanza dalla mia università, in quell'occasione presa dalla disperazione generale su un gruppo facebook avevo conosciuto Alessia, una ragazza di Como pazza quanto me ed unica fan italiana del gruppo; inutile dire che proprio grazie a Pedro siamo diventate amiche. Proprio per dare sfogo a questa follia, ieri mattina è partita da Milano per partecipare alla proiezione del corto con la speranza di incontrarlo che si era già infranta una volta sbarcata in laguna, o così almeno ci eravamo messe in mente.

Katherine Waterston

La proiezione è stata comunque qualcosa di unico ed emozionante, prima di entrare in sala mi sono trovata faccia a faccia con attrici del calibro di Rachel Brosnan (la protagonista di "The Marvelous Mrs Maisel"), Natasha Lyonne (La protagonista di "The russian doll") e Katherine Waterston (La Yina di "Animali fantastici). Addirittura le stesse attrici erano sedute proprio di me in sala, roba da non crederci, anzi in realtà, vista l'esperienza dell'anno scorso era tutto programmato, peccato che non ci fosse Pedro. Dopo la proiezione dei due corti sponsorizzati Miu Miu abbiamo avuto un attimo di esitazione, non sapevamo se uscire o rimanere in sala per il film successivo, poi Alessia ha visto tra il pubblico Filippo Timi e a quel punto non abbiamo più avuto dubbi, dobbiamo restare.



Rachel Brosnan

"Blue Jean" è una storia delicata e gentile ambientata nella Londra che condanna gli omosessuali. Una bella pellicola che mi aveva molto preso, ma che effettivamente non ho mai visto finire. Il motivo? In pochi minuti è successo il delirio. Tutto è iniziato con un messaggio di Alessia, seduta alcune file più avanti che recitava qualcosa di incredibile "c'è Pedro, al red carpet", un attimo dopo mi stavo fiondando all'esterno della sala con la scusa di avere un emergenza, ero nel panico. In pratica per fare il punto della situazione mentre eravamo in sala per vedere un film a cui non eravamo nemmeno troppo interessate Pedro Pascal di bianco vestito come una figura angelica si era materializzato sul red carpet di "Argentina 1985", non volevo crederci. Il panico, la disperazione, in pochi secondi sono stata avvolta da un mix di emozioni, mi pentivo per non essere stata al carpet, non era possibile, l'ennesimo scherzo del destino.

In bianco Pedro Pascal

Raggiunta da Alessia ho cercato di ritornare in me e fare mente locale, dopo ipotesi e strategie abbiamo dedotto che fosse rimasto in sala per il film e così ci siamo appostate per ore nell'unico posto probabile di uscita e abbiamo aspettato minuti che sono diventate ore, prima speranzose, poi affrante. Insieme a noi c'era un gruppo di ragazze non troppo convinte che attendevano Pedro sulla nostra onda e che ci infondevano un po' di speranze. Verso le 21 le porte si sono aperte facendo uscire il pubblico mentre noi, aguzzando la vista nella zona delle macchine ci siamo messe alla ricerca di un uomo vestito in bianco. Ad un certo punto l'apparizione o quella che comunque dovrebbe essere stata tale perché ammetto che da quel momento non ho capito nulla. Pedro non si è fermato o almeno era talmente distante perché ci sentisse, tra l'altro erano arrivati i terribili cacciatori di autografi pronti a rivendere ogni loro bottino che hanno reso tutto più complicato. In pochè parole l'avventura era finita, o così almeno sembrava.

Tutto quello che è accaduto successivamente dalla sua uscita dalla sala è soltanto un insieme di pezzi interrotti dall'emozione e dalla disperazione. Messe in moto le macchine ci siamo lanciate letteralmente in direzione dell'Excelsior cercando di batterlo sul tempo sfruttando la strada più lunga. Arrivate al balcone verso l'imbarcadero eccolo spuntare questa volta in modo più chiaro con tanto di saluto con la mano. In quel momento ho guardato Alessia e mi sono detta "o la va o la spacca". Con nonchalance sono entrata nell'hotel dove miracolosamente o per pietà le guardie mi hanno fatto passare, poi giù per le scalinate verso l'arrivo delle barche come una forsennata. Arrivo, mi guardo intorno e riprendo a correre, quasi finisco nel mare, lui non c'è, nemmeno Alessia, poi ritorno indietro e seguo l'unico vestito bianco presente. Mi trovo alle sue spalle, indecisa sul da farsi mentre Sebastiano Mauri, scrittore amico di Pedro e conoscente di Alessia ci guardava con un sorriso e ci dice di avvicinarci. Tutto quello che è successo dopo è sinceramente stato cancellato dall'emozione, non ho la minima idea di quello che io abbia fatto e detto e nemmeno quello che mi abbia risposto, so solo che mi ritrovo con una foto per la quale mi serviranno giorni per elaborare. Inutile dire che la Missione è stata magicamente portata a termine contro ogni aspettativa.

L'emozione ancora mi sta stritolando e sembra proprio che non se ne voglia andare, questa notte non ho dormito, ma è meglio se mi ricompongo. Oggi mi aspetta la missione più importante di tutte: consegnare la mia tesi di laurea a Paolo Sorrentino. Auguratemi buona fortuna perché me ne servirà tantissima.

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