Oggiono: 26enne a processo per i danni arrecati a un bar e le minacce ai titolari

Una doppia (e movimentata) incursione avvenuta nell'estate 2020, è costata cara ad un cittadino di origine straniera classe 1996, oggi chiamato a rispondere dei reati di minaccia e danneggiamento per episodi risalenti appunto a due anni fa ai danni del locale Old Station House di Piazza Stazione ad Oggiono.
Si è celebrato infatti stamani al cospetto del giudice in ruolo monocratico Giulia Barazzetta, il procedimento penale nei confronti del 26enne, cliente del bar-ristorante della città, nei confronti del quale (secondo le contestazioni mosse nei suoi confronti dalla Procura lecchese) aveva arrecato pesanti danni materiali e non solo.

Il piazzale della stazione ferroviaria di Oggiono, scenario del duplice episodio di violenza del 2020

A raccontare quanto accaduto è stato il titolare dell'esercizio pubblico, costituitosi parte civile nel procedimento tramite l'avvocato Paolo Scainelli. Piuttosto lunga la sua escussione: rispondendo alle domande postegli dal vice procuratore onorario Mattia Mascaro, il commerciante ha ricordato quel 12 giugno 2020. Nel suo bar si stava trasmettendo una partita di calcio quando, intorno alle ore 20, era sopraggiunto l'imputato.
A.B.A. (queste le sue iniziali) appariva in condizioni alterate: è bastato poco perchè iniziasse ad insultare e minacciare i presenti che si trovavano seduti nella terrazza esterna, accanendosi poi sulle cose. ''Ha preso a pedate le sedie, spostava i tavoli e ha gettato il portacenere a terra'' ha riferito in aula il teste, aggiungendo di aver provato a calmarlo. Nulla da fare: in pochi istanti è scoppiato un parapiglia fra lui ed altri avventori, con gli arredi della zona esterna del bar pesantemente dannegiati, il monitor della tv rotto ed una lunga lista di altri danni. Inevitabile dunque, l'arrivo di una pattuglia di carabinieri che avevano cercato a fatica di riportare il clima alla normalità.
Un mese dopo però, una scena analoga se non peggiore, si era riproposta all'interno del locale oggionese. L'imputato avrebbe chiesto di poter parlare con il titolare, arrivando a proferire delle pesanti minacce a suo carico. L'intervento di un amico che aveva cercato di dissuaderlo dal creare fastidio, non era riuscito a sortire effetti. Il giovane avrebbe letteralmente dato di matto, ribaltando i vasi e proferendo parole di minaccia e insulti nei confronti dei presenti.
''Era furioso'' ha ricordato il titolare del pubblico esercizio di Oggiono, non riuscendo ancora a comprendere il motivo di tanto astio nei suoi confronti. ''Ci conoscevamo, volevo anche inserirlo nella squadra di calcio che alleno, ma quella sera appariva fuori di sè''.
In quegli attimi di violenza infatti, l'oggi 26enne (assente stamani e difeso dall'avvocato Paolo Giudici) avrebbe scaraventato una sedia all'indirizzo del figlio del titolare, lanciato un portacenere verso le finestre del locale e preso un'auto a pugni. Una serie di atteggiamenti cessati solo all'arrivo di una pattuglia di carabinieri che lo avevano poi tradotto nella vicina caserma per gli accertamenti di rito. In quell'occasione era addirittura intervenuto il 118 per verificare le condizioni dei titolari dell'esercizio, spaventati all'inverosimile. Una serata da dimenticare per il teste, che ha riferito di aver subito pure un danno d'immagine a seguito di quegli episodi e anche economico; in quell'occasione infatti, si era registrato un vero e proprio ''fuggi fuggi'' da parte dei clienti, turbati rispetto a quanto stava accadendo.
Stamani all'escussione del titolare del bar oggionese (nonchè parte civile) è seguita quella di una barista e cameriera che aveva assistito alle scene di violenza da parte dell'imputato. Non hanno invece testimoniato i quattro militari (della stazione di Oggiono e del nucleo radiomobile di Merate) intervenuti poichè citati dalla Procura; le parti hanno infatti prestato il consenso all'acquisizione degli atti di polizia giudiziaria stilati nelle due occasioni.
Una volta chiusa l'istruttoria dibattimentale, si tornerà in aula nelle prossime settimane per la discussione e la sentenza finale.
G. C.
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