Mostra del Cinema di Venezia: ultima puntata del nostro diario quotidiano dal Lido
Alessandro Borghi
L'ultimo red carpet ha sempre il sapore di qualcosa di speciale, tutto il gruppo Venezia si ritrova per un trepidante finale pieno di sorprese. Bisogna fare una specifica, per la serata conclusiva non si sa chi esattamente sfilerà, ma sicuro saranno grandi nomi c'è la giuria principale e tutte le altre del concorso, ma tutti i premiati che fino al tardo pomeriggio non si sa chi siano. E così ecco la corsa muniti di sgabelli e teloni per accaparrarsi il posto migliore sbracciando tra la folla già nelle prime ore dell'alba. La stanchezza si faceva già sentire da parecchi giorni e sabato ha dato il colpo finale: nessuno del gruppo si è alzato abbastanza presto per prendere il posto agli altri e così posizione infelice che non ha mancato però di regalarci emozioni.
Cate Blanchett
In programma avevo molte proiezioni, ma alla fine mi sono trovata a cancellarle praticamente tutte. Da una parte è stata colpa della stanchezza, ma in realtà mi dispiaceva perdere quegli ultimi momenti di attesa insieme ai miei compagni di avventura, mi ci sarebbe voluto un anno per rivederli tutti insieme. E così, sacrificata "Chiara" (film che da quanto mi dicono non è nemmeno stato una grande perdia), è sopravvissuto solo "The hanging sun" film di chiusura della manifestazione diretto da Stefano Carrozzini e con protagonista Alessandro Borghi. La pellicola in lingua inglese è tratta dal romanzo di Jo Nesbo e si propone essere un intenso thriller dalle poche parole, ma dai tanti sguardi, un'atmosfera fredda che conduce in un micromondo con proprie regole in cui vige sempre un'attenzione tutta particolare.
Raoul Bova e sotto con Rocio Munoz Morales
Già da venerdì il lido era deserto, quasi tutti erano già andati a casa e ormai noi pochi rimasti ci conoscevamo a vista. È stato strano vedere vuoto un luogo che fino a qualche giorno prima abbondava di persone urlanti che si spintonavano, ormai nemmeno nella zona della conferenza stampa c'era qualcuno, pure il sole se ne stava andando. L'unica zona vitale era il red carpet dove tutta la prima fila era stata occupata da noi indomiti veterani, tutto intorno scampoli di giornalisti con la valigia e qualche personaggio famoso disorientato. Tra tutti il pensiero era il medesimo: chi avrebbe vinto? Verso le 14 sono iniziate le prime congetture, alle 15 c'era una certezza: Cate Blanchett era ritornata al Lido, sicuramente sarebbe stata premiata, magari con la Coppa Volpi. Ormai scorrevamo i social all'impazzata alla ricerca di informazioni, ma nulla, non c'erano foto, nemmeno l'appostamento all'imbarcadero dell'Excelsior stava dando i suoi frutti, i dubbi salivano. Poi una notizia bellissima, Martin McDonagh si aggirava per il lido, sarebbe stato premiato ed ero felicissima, non solo perché è uno dei miei autori preferiti, ma il suo film "Banshees of Inisherin" è un'autentica bomba. Però si sa, da una notizia bella ce ne è anche una brutta, o almeno per me, ecco infatti anche le immagini di Luca Guadagnino gagliardo e pimpante all'imbarcadero, il suo "Bones and all" l'ho praticamente odiato.
A sinistra Tylor Russell, sotto con Alberto Barbera e Luca Guadagnino
Dire che eravamo emozionati era poco, l'ultimo red carpet è sempre così, la consapevolezza della fine, insieme per l'ultima volta. Un'emozione così forte l'avevamo provata tutti nel 2019, c'erano voluti tre anni per ritornarne assiepati ad urlare i nomi delle nostre star preferite, quell'anno avevo conosciuto tutti quelli che sono diventati gli "amici di Venezia", nessuno avrebbe mai pensato che una pandemia ci avrebbe portato via tutto. Sabato eravamo tutti vicini, come un lungo trenino pronto per la sfilata finale di stelle. La lacrimuccia era dietro l'angolo e Rocio Munoz Morales ha contribuito a farcela scendere, la madrina di Venezia 79 ci ha ringraziato uno per uno per il sostegno che le abbiamo dato dal primo giorno, ci ha abbracciato prima di alleggerire la tensione con un simpatico "vi ho portato Raoul, ve lo lascio". Effettivamente il suo compagno non si era ancora palesato sul red carpet, colpo di scena finale accolto da delle cinquantenni urlanti che, dietro di me erano totalmente incontrollabili.
Dopo Raoul Bova ecco sfilare una ad una tutte le giurie. Finalmente dopo praticamente dieci giorni di rincorse sono riuscita a far firmare una foto a Tessa Thomson, la Valchiria dei film Marvel che, disponibile in un modo inverosimile, si è fermata con chiunque mentre una sua povera assistente totalmente piena della situazione le teneva lo strascico e scuoteva la testa sperando che quel momento finisse in fretta. Nonostante i grandi nomi della giuria i nostri occhi erano tutti puntati sui possibili premiati, volevamo sapere, la nostra curiosità ci stava divorando.
Al centro Vera Gemma
Devo ammettere che non è stato semplice capire chi fossero, per la maggior parte erano persone sconosciute che ci hanno fatto presagire che come al solito sarebbero stati premiati film sconosciuti. Cate Blanchett e Todd Field per "Tar" ci hanno riacceso la speranza, poi Taylor Russel e Luca Guadagnino, ma soprattutto il "nostro" Martin McDonagh che abbiamo accolto con applausi e cori da stadio.
Mentre gli avventori del red carpet se ne andavano poco alla volta, per noi zoccolo duro della Mostra iniziava il vero evento: le premiazioni. Il maxi schermo come al solito non collaborava lasciandoci il video senza suono e così tutti assiepati davanti i telefonini per assistere alla proclamazione. Ammetto che se l'anno scorso avevo visto praticamente tutti i film premiati quest'anno mi è andata piuttosto male e un po' mi dispiace. Nella sezione Orizzonti il film "Vera" con protagonista Vera Gemma ha ricevuto un doppio premio come miglior regia e miglior attrice protagonista; una pellicola che mi ispirava fin da subito e avevo addirittura prenotato il biglietto della prima, poi lasciato per questione di tempistiche. Vera Gemma, figlia del compianto Giuliano e ormai ''icona'' della televisione italiana, sul red carpet era emozionatissima, quasi incredula, tutti ne hanno parlato come un film cucito su di lei e totalmente toccante, assolutamente da recuperare.
Martin Mcdonagh
Il gruppo di Venezia 79
Nella selezione ufficiale la coppa Volpi come migliore attrice è andata a Cate Blanchett, riconoscimento totalmente meritato, il premio Mastroianni come miglior attrice emergente a Tylor Russel e la miglior regia a Guadagnino per il medesimo film. A "Saint Omer" (film che non ho nemmeno la minima idea di cosa tratti) è andato miglior opera prima e pari merito per la regia. Le gioie più grandi sono arrivate con Colin Farrel premiato come miglior attore e purtroppo solo in collegamento da quello che doveva essere il bagno de casa e miglior sceneggiatura per Martin McDonagh che ancora una volta è stato accolto da un tripudio proveniente dalla nostra curva. E il leone d'oro? Bella domanda e a fornirvi una risposta mi viene quasi da ridere; se l'anno scorso c'ero rimasta male per l'assegnazione a "l'evenement", quest'anno sono totalmente indifferente. A vincere è stato "All The Beauty and the Bloodshed", un documentario che nel lido sarà stato visto sì e no da una manciata di persone e che sicuramente passerà inosservato. Peccato per l'occasione persa di premiare una grande pellicola, ma si sa come sono fatti i festival cinematografici e quasi sempre le scelte sono sbagliate.
Per quanto riguarda me, esco dalla Mostra soddisfatta: ho visto molti film, ma sicuramente ne avrei potuti vedere molti di più. Il grande rimpianto resta "The whale", una delle pellicole che attendevo di più, ma che ho dovuto sacrificare per problemi di incastri, dovrò aspettare dicembre per recuperarmelo. Il film del cuore è arrivato già il secondo giorno, "Bardo" è stato per me un autentico lampo che ha illuminato il festival, Inarrritu ha messo in un film tutto ciò che amo del cinema, un lavoro che vedrei e rivedrei all'infinito, ma anche per quello ci sarà da attendere. Poi c'è "The Banshees of Inisherim", il film geniale di Martin McDonagh che sicuramente creerà molto clamore e poi "The Son", la pellicola con mille difetti ma che per me è stata un'autentica stilettata.
Tessa Thomson, Irene, io e Marcello
Ci siamo salutati uno ad uno, tra abbracci e ultimi ricordi che ci siamo scambiati in attesa di rivederci presto. Molti vedono la Mostra del cinema di Venezia come un semplice festival cinematografico, invece è un autentico mondo che si anima per undici giorni all'anno dove amici mossi dalla stessa passione si ritrovano per emozionarsi insieme. Per me è stata la terza volta, eppure ogni anno si aggiunge qualcosa in più c'è un modo per viverla in maniera più intensa e migliore. Alla festa finale ci siamo abbracciati tutti insieme promettendoci di rivederci tutti quanti, l'anno prossimo con la medesima passione che ci ha sempre mosso, in quell'ultimo saluto insieme ci sono i ricordi indelebili di questa avventura, dai film ai red carpet, le rincorsa alle star e quell'indimenticabile karaoke con Hugh Jackman. Ci portiamo tutto nel cuore come un autentico tesoro. In questi giorni tutti voi che mi avete letto su Casateonline siete stati autentici compagni di viaggio con cui ho parlato con il cuore in mano confidandovi e non negandovi nulla. Spero di essere riuscita a portarvi con me e a regalarvi almeno un briciolo delle emozioni che ho provato. Non è un addio, ma un arrivederci e se ci sarà l'occasione l'anno prossimo sarò ancora qui a raccontarvi quel magico sogno che è la Mostra del Cinema di Venezia.