Casatenovo: alla Colombina si parla di Europa con Irene Tinagli (PD)

"Io sono inglese, so cosa vuol dire vedere i valori europei sconfitti con tutti i disastri che ne derivano". Con queste parole John Best, attivista PD e moderatore della serata, ha aperto l'incontro svoltosi ieri sera presso la sede dell'associazione La Colombina. Lo scopo dell'iniziativa, organizzata dal circolo PD di Casatenovo, era parlare di Unione Europea. "Nelle ultime campagne elettorali il centrodestra ha sempre cercato di mettere in discussione l'appartenenza dell'Italia all'Unione Europea. È chiaro che il Partito Democratico deve svolgere quel ruolo politico progressista teso a migliorare la democraticità delle decisioni prese in Europa. Solo il Partito Democratico può portare una visione progressista e democratica che consenta alle istituzioni europee di incrementare la loro credibilità" ha sottolineato Manuel Tropenscovino, segretario provinciale del Partito Democratico.

Da sinistra Irene Tinagli e Laura Bartesaghi

Accanto a lui sedeva Irene Tinagli, vicesegretaria del Partito Democratico e presidente della commissione Affari Economici del Parlamento Europeo. La presenza di un'ospite di tale rilievo sembrava ribadire ulteriormente l'importanza attribuita a questo tema. "Il vero problema di Giorgia Meloni non è la sua storia ma il suo programma. Fratelli d'Italia all'inizio di questa legislatura ha presentato dei progetti di legge in cui sostiene di non riconoscere il rango superiore della normativa europea. L'altro giorno poi Fratelli d'Italia e Lega si sono opposti all'imposizione di sanzioni contro l'Ungheria per le sue violazioni dello stato di diritto. Oggi noi non ci preoccupiamo di questo perché questi due partiti in Europa sono marginali ma se vinceranno le elezioni dal 26 settembre in poi questi schieramenti rappresenteranno l'Italia" ha sottolineato Gian Mario Fragomeli. Attuale capogruppo del Partito Democratico nella commissione finanze della Camera dei deputati, l'onorevole Fragomeli ha partecipato attivamente all'attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Al microfono Manuel Tropenscovino fra l'on.Gian Mario Fragomeli e John Best

"Se si leggono le misure economiche proposte dal centrodestra si intravede un chiaro rischio default per il paese. Per quanto quota 41 possa essere attraente in un territorio come il nostro, per esempio, questa misura mette a rischio la tenuta del sistema pensionistico. L'altro giorno in Parlamento la Lega non ha votato la parte del DDL Concorrenza inerente alla mappatura delle concessioni balneari. Hanno anche affossato definitivamente la riforma fiscale che avevamo approvato alla Camera." ha proseguito l'ex sindaco di Cassago. Infine, la chiosa: "L'idea di rimettere in discussione il PNRR è pericolosa. Rischiamo di perdere credibilità dopo che fino a questo momento abbiamo dato prova di grande serietà e affidabilità".

Irene Tinagli ha quindi spiegato ai presenti che cosa sta dietro a questa rinnovata credibilità del nostro paese nel contesto europeo. "Dietro al regolamento sul Recovery c'è una serie di dieci round negoziali, alcuni dei quali lunghi più di dodici ore, nell'arco di cinque mesi. Abbiamo fatto squadra sia con gli altri membri del PD, come Gualtieri, Gentiloni, Amendola o il compianto David Sassoli, sia con i membri degli altri partiti che hanno fatto parte della squadra negoziale." ha spiegato la vicesegretaria del Partito Democratico "In questo modo abbiamo raggiunto importanti traguardi, come la possibilità di ottenere un anticipo dei fondi del PNRR. All'inizio, inoltre, non era previsto che parte degli investimenti del piano fossero destinati alle infrastrutture sociali. Siamo riusciti ad imporre il principio per cui destinare soldi ad asili, ospedali o case di comunità è un investimento". L'attenzione dei presenti era massima, si udivano in lontananza solo i rumori di alcuni bambini intenti a giocare.

Nello sguardo dell'eurodeputata è emersa preoccupazione. "La retorica della Meloni, quell'idea di andare in Europa e dire che è finita la pacchia, la ho sentita tante volte. Semplicemente non funziona così, anche nella vita di tutti i giorni non funziona così. Si ottengono risultati solo sedendosi al tavolo, dialogando e negoziando con pazienza, dimostrando al proprio interlocutore di essere credibili" ha ribadito Irene Tinagli. Del resto, il futuro presenta una sfida molto importante e delicata come la riforma del Patto di Stabilità e Crescita. "Il trattato del Quirinale ha rappresentato un successo diplomatico fondamentale. Siamo riusciti a recuperare un rapporto di forte collaborazione con Parigi e a portare i francesi sulle nostre posizioni rispetto alla riforma delle regole fiscali. Dobbiamo rivedere quelle normative per consentire all'Europa di effettuare gli investimenti necessari al suo rinnovamento" ha evidenziato l'onorevole, la quale poi ha chiesto alla platea: "se l'Italia dovesse cambiare il proprio asse e iniziare a fare squadra non con la Germania e la Francia ma con l'Ungheria avremmo ancora la stessa autorevolezza e legittimità?".

"L'interesse di un paese manifatturiero ed esportatore come l'Italia è stare agganciati a pieno titolo all'Unione Europea." ha quindi ricordato la vicesegretaria del PD. Accanto alle questioni economiche, esistono tanti altri ambiti del funzionamento dell'Unione in cui sarebbe cui sarebbe necessario introdurre delle riforme ed è stata Laura Bartesaghi a ricordarlo nel suo intervento conclusivo. "Noi abbiamo sempre creduto nei valori europei. Dobbiamo affrontare alcune questioni di cui si parla da tempo. L'attribuzione di maggiori competenze legislative al Parlamento Europeo, il superamento del potere di veto degli stati, lo sviluppo di una politica estera e di sicurezza comune" ha spiegato la candidata del centrosinistra al collegio uninominale della Camera "Poi la questione migratoria, quella questione che la destra ha sempre cavalcato per provare a mostrare come l'appartenenza all'Unione Europea non sia nel nostro interesse. Dobbiamo insistere sulla revisione del regolamento di Dublino e sull'implementazione del principio dell'accoglienza diffusa".

Infine, una riflessione che assomigliava molto ad una speranza. "La mia generazione si è formata con tutte le opportunità che oggi abbiamo in Europa, come l'Erasmus. Si è formata in un mondo dove è normale girare, trasferirsi, fare un proprio piano di vita in un altro stato. Queste libertà ci fanno pienamente capire cosa vuole dire stare in Europa e ci fa sentire cittadini europei". Europeismo contro sovranismo, un altro lato della sfida che andrà in scena domenica 25 settembre.
Andrea Besati
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