Viganò: lite tra vicini di casa. Il racconto della parte civile
Due i fatti esposti dalla persona che si è costituita parte civile e risalenti all'estate 2020.
Il primo collocabile a fine luglio. "Stavo giocando nel mio cortile con mio figlio quando l'imputata gli ha chiesto se volesse venire in piscina" ha ricostruito l'uomo "sapendo però i rapporti che c'erano ho preferito entrare in casa ed evitare e lì è iniziato il litigio. Ci siamo presi a parolocce, poi è arrivato il fidanzato della signora che sembrava avere in mano una pistola. Si è avvicinato alla finestra di casa e ha preso a pugni il vetro che si è rotto. Poi sono arrivati i carabinieri e la situazione si è calmata".
Il secondo episodio, quello più violento, si colloca a fine agosto con l'ennesimo alterco sfociato in una rissa con la presunta vittima finita a terra e presa a calci e pugni dal fidanzato della donna, dalla stessa, dal fratello e dal padre tanto da rimediare la frattura della mascella cui ha fatto seguito un intervento chirurgico. "Ero a terra e continuavano a picchiarmi, sono riuscito a liberarmi, ero tutto gonfio e sono scappato in casa con i figli. Mio padre è intervenuto per aiutarmi e ha preso anche lui un pugno nell'occhio".
Incalzato dalle domande del difensore l'uomo non è stato in grado di ricordare asserite provocazioni rivolte all'imputata.
Il procedimento per l'escussione dei testimoni del pubblico ministero è stato aggiornato al 24 marzo.