Barzanò: il CAI al Tor des Gèants con i soci Valagussa e Cazzaniga. Alla gara sportiva si unisce il sostegno al centro M.Letizia Verga

Una sfida durissima, testa e cuore, riservata unicamente a sportivi veri. Bisogna essere dotati di buone gambe, concentrazione e resistenza per correre la Tor des Gèants, l'endurance trail con partenza (e arrivo) da Courmayeur lunga circa 330 chilometri, su e giù per le Alpi, toccando quota 30mila metri di dislivello.

Da sinistra Gianni Cazzaniga e Valerio Valagussa, soci del CAI di Barzanò

Si tratta di una delle gare in montagna più impegnative al mondo, che Gianni Cazzaniga - 57enne residente a Barzanò - ha deciso di affrontare per la seconda volta per mettersi alla prova, ma al contempo per uno scopo benefico. Ricercatore e biologo, responsabile del laboratorio diagnostico della Fondazione Tettamanti, presso il Centro Maria Letizia Verga di Monza, il barzanese ha infatti sfruttato l'importante vetrina per raccogliere fondi a favore della propria quotidiana attività a sostegno della ricerca sulle leucemie pediatriche.

Cazzaniga con gli amici del Comitato Maria Letizia Verga

Per l'occasione infatti, è stata lanciata su una piattaforma online una campagna benefica dal titolo ''Tor x CMLV'' (clicca QUI per visualizzarla e donare) che, non ancora chiusa, ha consentito sino ad oggi di raccogliere circa 3mila euro. Una cifra che andrà a sostenere il progetto del Passaporto Genetico, in corso nei laboratori della Fondazione Tettamanti, per trovare per ogni bambino affetto da leucemia linfoblastica - la più frequente - la cura migliore possibile.

''E' un'attività utile per capire qual è la risposta alle terapie che vengono somministrate ai piccoli pazienti'' ci ha detto Cazzaniga, spiegando che testare l'efficacia delle cure è fondamentale, sia per la salute dei bambini, sia per poter utilizzare in maniera appropriata le risorse del sistema sanitario nazionale.


Del resto questa attività di campionamento viene effettuata proprio nei laboratori di Monza, centro di riferimento per l'Italia intera. Per questa ragione il sostegno al Centro Maria Letizia Verga tramite iniziative come quella lanciata da Cazzaniga (con gli amici Rita Tessari, Giovanni Cazzaniga, Claudio Cernuschi, Corrado Corti, Carlo De Amici, Augusto Losio, Andrea Palma, Luca Petrone e Alessandro Gilardoni) risulta fondamentale. ''Mi è piaciuta l'idea di affiancare per la seconda volta all'esperienza sportiva, la raccolta fondi a favore della ricerca'' ha proseguito Cazzaniga, citando in particolare gli amici Rita Tessari e Claudio Cernuschi, anche loro iscritti alla gara di Courmayeur.

Valerio Valagussa

Biologo con la passione per la montagna, il barzanese è al suo secondo Tor des Gèants: quest'ultima edizione non l'ha portata a compimento, al contrario del 2018 quando si era avvicinato per la prima volta alla temuta -ma allo stesso tempo affascinante - corsa sulle Alpi. ''E' chiaro che bisogna essere allenati: quest'anno ho partecipato a qualche gara fra maggio e giugno, mantenendo il mio quotidiano o quasi, appuntamento con la Grigna'' ci ha raccontato il 57enne, socio del CAI di Barzanò che ha sostenuto la sua partecipazione sia dal punto di vista sportivo, sia benefico.

A rappresentare il sodalizio barzanese presieduto da Stefano Toro peraltro, c'era anche un altro atleta: Valerio Valagussa, 34enne di Missaglia, massoterapista, al suo primo Tor des Gèants. Un'esperienza durissima ma indimenticabile, che lo sportivo è riuscito a portare a termine in sei giorni nonostante le condizioni climatiche che hanno costretto gli organizzatori a sospendere la gara.

I due atleti con Stefano Toro, presidente del CAI di Barzanò

''E' stato un viaggio introspettivo: non mi interessava fare il miglior tempo, ma arrivare sino alla fine'' ci ha detto il missagliese, con alle spalle una lunga serie di gare in montagna e non solo, un ottimo banco di prova per potersi cimentare nella manifestazione alpina, fra le più celebri e seguite. ''Ho macinato quasi cento chilometri al mese per arrivare pronto all'appuntamento''.

Tante le fatiche fisiche che i due hanno sostenuto nei giorni di gara: vesciche, ipersensibilità alle piante dei piedi, formicolio, ma soprattutto la mancanza di riposo. Per poter stare nei tempi infatti, il sonno viene ridotto ai minimi termini e mantenere il passo e la concentrazione non è per nulla facile. Di contro si tratta di un'esperienza così intensa da restare impressa, in ogni momento, nella mente dei suoi partecipanti e che consente anche di stringere legami forti e solidi che aiutano anche a superare le difficoltà fisiche e mentali della prova.

Una doppia partecipazione, quella di Cazzaniga e Valagussa, che onora la sezione CAI di Barzanò come sottolineato dal presidente Stefano Toro che insieme al predecessore Corrado Cazzaniga e a nome dell'intero direttivo, ha messo in evidenza anche la finalità benefica della corsa per una causa importante come quella dell'attività di ricerca sulle leucemie pediatriche condotta dal socio-atleta e dai suoi colleghi.
G. C.
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