Oggiono: per lo scompiglio creato in città, due giovani condannati a 1 anno e a 8 mesi
Il tribunale di Lecco
A distanza di tre mesi hanno definito stamani la loro posizione giudiziaria il 22enne M.S., africano residente in città e l'amico O.S., 19enne con casa ad Annone ma dalle origini turche. I giovani dovevano infatti rispondere del reato di resistenza a pubblico ufficiale (art.337 cp). Completamente ubriachi, quella sera per prestare loro le cure necessarie erano stati mobilitati anche i sanitari del 118 intervenuti in Via Cavour, a pochi passi dalla chiesa parrocchiale di Sant'Eufemia.
Erano stati attimi di forte concitazione il 29 giugno scorso: per placare i due, apparsi fuori controllo, erano dovuti intervenire i militari della Compagnia di Merate con più pattuglie; a questo proposito ad avere la peggio - pur non avendo riportato gravi conseguenze - erano stati proprio due carabinieri, uno dei quali aveva rimediato un pugno in pieno petto, mentre all'altro collega era stata strappata la camicia. Numerossissime poi, le segnalazioni pervenute alle forze dell'ordine da parte degli oggionesi, esasperati dal rumore molesto cagionato dai due imputati, già tradotti in tribunale a giugno per l'udienza con rito direttissimo e tornati stamani per la conclusione del procedimento penale.
Trasferiti in pronto soccorso a Lecco e Merate per smaltire la pesante sbornia, gli arrestati erano stati dimessi l'indomani mattina e qualche ora più tardi comparsi -alla presenza in aula del vice procuratore onorario Pietro Bassi - al cospetto del giudice in ruolo monocratico Giulia Barazzetta. Quest'ultimo dopo essersi ritirato in camera di consiglio, aveva disposto (quale misura) l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per quattro giorni la settimana, concedendo un termine a difesa ai due legali che li assistono, gli avvocati Massimiliano Vivenzio e Samira Duccini.
Stamani la conclusione: il 19enne O.S. è stato condannato alla pena di un anno (in rito abbreviato). Una pena lievemente superiore a quanto aveva chiesto a suo carico il pubblico ministero. M.S. invece, ha patteggiato otto mesi. Venendo infine alla misura restrittiva, il giudice si è per il momento riservato.
G. C.