'Ndrangheta in Brianza? Rinviati a giudizio gli Oppedisano. Il processo al via a Monza

Il tribunale di Monza
Rinviato a giudizio Michele Oppedisano, 53 anni di Bosisio Parini, già condannato dopo il blitz Infinito del 2010 che aveva consentito di sradicare il sistema della 'ndrangheta al Nord. Martedì il gup del Tribunale di Milano Guido Salvini ha accolto le richieste dei sostituti procuratori della Direzione distrettuale antimafia Paola Biondolillo e Sara Ombra; la loro inchiesta, un anno fa, aveva portato alla luce l'esistenza di una presunta rete di società fittizie, con passaggi di cospicue somme di denaro, nonchè l'acquisizione di aziende ed episodi estorsivi.
Salvini ha disposto il rinvio a giudizio (con processo con il rito ordinario che si svolgerà in Tribunale a Monza) per altri cinque imputati. Fra loro Pasquale Oppedisano, figlio di Michele, anche lui - secondo i magistrati della Dda - affiliato al ''locale'' di 'ndrangheta di Erba. E ancora Santo Paviglianiti e Aldo Bosina (per autoriciclaggio), quest'ultimo già condannato per traffico illecito di rifiuti come amministratore di fatto della società che gestiva il capannone di via
Chiasserini a Milano andato a fuoco il 14 ottobre 2018 con un incendio durato per giorni.
Prosciolto invece un altro imputato e condannate con rito abbreviato quattro persone, tra cui Domenico Larocca (dieci anni di reclusione), considerato ''uomo di fiducia'' di Michele Oppedisano,
a completa disposizione nelle attività estorsive e di riciclaggio. In due, infine, hanno patteggiato.
Particolarmente significativi nell'indagine della Dda risultano gli episodi estorsivi nei confronti di alcuni promotori finanziari costretti - attraverso minacce e aggressioni- a consegnare soldi o a fornire una ''forzata'' collaborazione nell'ambito dell'intermediazione creditizia, con la promessa di una non richiesta protezione.
La rete sarebbe stata gestita da Oppedisano, originario di Rosarno (Reggio Calabria) ma residente a Garbagnate Rota, frazione di Bosisio, già condannato nel maxi processo Crimine-Infinito, e da uno dei quattro figli, Pasquale, 23 anni. I due sono considerati dagli investigatori di Milano i "terminali" in Lombardia della potente cosca Pesce-Bellocco di Rosarno. Avrebbero avuto base logistica all'interno del supermercato ''Paper Market'' di Correzzana (nella vicina provincia di Monza e Brianza, al confine con Casatenovo) che avrebbero controllato attraverso la società ''Safra Srl'', titolare d'affitto del ramo di azienda.
A questo proposito nei confronti degli Oppedisano e di Larocca veniva anche contestata l'appropriazione indebita di vari beni strumentali e dei materiali conservati nei magazzini e nei locali del negozio, per un valore complessivo di 20mila euro, riconducibili al proprietario dei locali, come da denuncia presentata da quest'ultimo ai carabinieri della locale stazione. A testimonianza dell'episodio, le eloquenti immagini scattate dagli inquirenti e contenute nell'ordinanza firmata nell'ottobre dello scorso anno dal gip del tribunale di Milano, Tommaso Perna.
Per quanto riguarda Michele Oppedisano, il suo legale di fiducia - l'avvocato Guido Contestabile del foro di Palmi - ha reso nota l'intenzione di sollevare l'eccezione della competenza territoriale su Lecco in occasione della prima udienza, fissata a Monza il 15 dicembre prossimo con rito ordinario. Padre e figlio hanno infatti scelto la strada del dibattimento, convinti di poter dimostrare la loro estraneità ai fatti che gli vengono contestati.
Se l'eccezione dovesse essere accolta quindi, il processo potrebbe spostarsi presso il palazzo di giustizia di Corso Promessi Sposi.

 

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