Oggionese, mascherine senza marchio CE. Il processo prosegue

Si dovrà attendere il 5 maggio 2023 per avere un quadro più dettagliato della vicenda giudiziaria che nel pieno della pandemia ha coinvolto una farmacia della brianza oggionese, il cui titolare ora si trova imputato per frode nell'esercizio del commercio: starà proprio a lui la prossima primavera spiegare la propria versione dei fatti.
Secondo la tesi accusatoria formulata dalla Procura della Repubblica di Lecco il farmacista avrebbe infatti rivenduto a privati cittadini del territorio 211 mascherine FFP2 come dispositivi medici certificati in base alla direttiva 93/42 (come riportato sugli scontrini d'acquisto), risultate invece prive di marchio CE a seguito di controlli dei Carabinieri.
La scoperta è stata effettuata dai NAS di Brescia, entrati il 10 maggio 2020 nella farmacia proprio per verificare la conformità alla normativa vigente dei dispositivi di protezione individuale rivenduti: gli altri 179 pezzi di quella partita di mascherine ancora in deposito erano stati messi immediatamente sotto sequestro.
Quest'oggi è stato chiamato a testimoniare il direttore acquisti della Cooperativa Esercenti Farmacia, presso cui la farmacia dell'oggionese si era rifornita di mascherine e presidi, il quale ha dichiarato (come anche dopo di lui il collaboratore tecnico di magazzino e la responsabile retail) in merito alla merce da loro distribuita in periodo di lockdown: "Disposizioni chiare in quel momento non c'erano: noi man mano che la normativa cambiava ci adeguavamo". Ha poi aggiunto: "chi ci fornisce il prodotto si assume la responsabilità di quello che vende".
Il processo è stato quindi aggiornato al prossimo anno per esame dell'imputato ed escussione di un residuo testimone della difesa (l'avvocato Chiara Padovani del foro di Milano).
F.F.
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