I racconti di Angelo Galbusera/1: quando la Chiesa vietava il lavoro festivo

Torniamo con piacere ad ospitare una rubrica a firma del casatese Angelo Galbusera che già ci aveva accompagnati per due volte, con poesie e racconti proposti in forma dialettale.

Molto attivo anche nell'ambito dell'oratorio di Valaperta, responsabile da molti anni della locale Compagnia Filodrammatica, Galbusera ha instaurato da anni un ottimo rapporto con l'associazione ''Sentieri e Cascine'' che è diventata la sua ''casa editrice'' perché - proprio come noi - pubblica sul suo sito e sui social, i suoi racconti, i suoi sonetti e le sue poesie, rigorosamente in dialetto brianzolo, quello locale, tramandato di generazione in generazione.
Nella prima puntata di questo nuovo appuntamento si parla di Chiesa. Chiedere l'autorizzazione al Parroco per fare dei lavori alla domenica? Nei giorni odierni questa "pratica" sarebbe oggetto di sicure polemiche. Eppure, fino a pochi decenni fa, complice il Santo Timor di Dio, veniva osservata rigidamente da tutti, ad eccezione di Gesuina, protagonista del racconto di Angelo.


Gesuina, infatti, si prende la libertà di non rispettare il divieto del parroco, che non le ha concesso l'autorizzazione, perché prevale in lei il dovere di garantire il raccolto, pane per la numerosa famiglia.
Un atto di ribellione, raro di quei tempi, che fortunatamente non carica la coscienza di Gesuina, perché poi il parroco si pente del diniego. Questo fatto, realmente accaduto, oggi verrebbe giudicato in un modo completamente diverso da allora.
Ogni epoca determina in qualche modo le regole possibili da seguire ed ogni regola va valutata nel contesto in cui è calata. Oggi noi saremmo tutti dalla parte di Gesuina, che non ha rispettato le regole di allora, giustificandola pienamente, ma saremmo altrettanto concordi nel non rispettare le regole odierne?

Vi proponiamo dunque ''Ul laurà de la festa el vegn deent de la porta e 'l va foeura de la finestra'' nella doppia versione, italiana e dialettale:





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