Oggionese: lesioni alla moglie, in aula un racconto da brividi

''Violenza fisica e psicologica''. Così una 17enne residente nell'oggionese ha riassunto più volte in aula il comportamento tenuto per anni dal padre nei confronti della propria mamma, in favore della quale oggi è stata chiamata a testimoniare.
La donna infatti si è costituita parte civile (assistita dall'avvocato Guido Corti del foro di Lecco) nel processo che vede l'ex marito imputato per maltrattamenti in famiglia e lesioni personali aggravate.
La figlia della coppia si è quindi ritrovata a dover riassumere in pochi minuti quelli che ha definito come anni di insulti e botte ininterrotti. I primi ricordi della giovane, classe 2004, risalivano a quando frequentava ancora le scuole elementari: ''l'ha sempre picchiata, anche davanti a me e mio fratello minore e davanti a mia nonna. Al pomeriggio, quando tornavamo da scuola o alla sera, quando lei si rifiutava di fare qualcosa''.
Ma le spinte, i pugni e gli strattoni non sarebbero state l'unica cosa che la donna sarebbe stata costretta a subire negli anni passati: ''capitava che mio padre la palpeggiasse e che io e mio fratello cercassimo di fermarlo'' ha continuato la 17enne, ammettendo che spesso l'uomo si sarebbe spinto anche oltre ''dalle altre stanze sentivamo tutto''.
Tutto questo si sarebbe protratto fino alla primavera del 2017, quando finalmente la persona offesa si sarebbe decisa a fare i bagagli ed uscire di casa con i figli e l'anziana madre. Sarebbe successo all'indomani dell'ennesima lite, consumatasi nel cortile della palazzina dove la coppia abitava e al culmine della quale lui avrebbe picchiato lei alla presenza dei vicini.
''Mia mamma era andata a prendere mio fratello alle elementari e mio padre ci aveva detto che l'avrebbe ammazzata'' ha raccontato la figlia oggi al giudice Giulia Barazzetta. ''Aveva anche detto a mia nonna che da allora si sarebbe dovuta occupare lei di me e mio fratello''.
Dal 2018 madre e figli sarebbero riusciti a rientrare in quella casa ''sfrattando'' l'ex marito (''mio padre l'aggrediva mentre portavamo gli scatoloni in casa'') che da quel momento avrebbe trovato comunque il modo per assillare la famiglia: prima durante il lockdown offrendosi di dormire nella casetta giocattolo in giardino pur di stare vicino ai figli finchè la donna l'aveva riaccolto in casa viste le fredde temperature (''è stato come tornare indietro nel tempo: è stato un inferno'' ha commentato la ragazza) e poi, una volta ''sbattuto fuori'' di casa al termine della quarantena si sarebbe sistemato a pochi passi dalla famiglia.
Risalirebbe infatti solo al mese scorso l'aggressione da parte dell'uomo alla nuova frequentazione dell'ex compagna: ''lui la controlla tutt'ora'' ha dichiarato la 17enne nel corso della propria testimonianza. ''Mia madre non si sente libera nemmeno in casa sua''.
2 anni e 6 mesi di reclusione la richiesta di condanna avanzata al termine dell'istruttoria dal vpo Mattia Mascaro. Per la discussione di difesa (l'avvocato Stefano Geli del foro di Como) e parte civile il giudice Giulia Barazzetta ha fissato un rinvio al 17 gennaio.
F.F.
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