Maresso: 7 mesi di tempo per finire i lavori socialmente utili al 38enne coinvolto in una lite


Doveva svolgere 150 ore di lavori socialmente utili. Al termine del periodo concesso dal giudice, è arrivato però solo a 72. A limitarlo un ritardo dell'Uepe - l'ufficio preposto - ma anche un problema di natura fisica patito, come rappresentato quest'oggi in Aula dall'avvocato Alessandro Dell'Oro che ha dunque chiesto e ottenuto per lui, dal giudice Martina Beggio, un nuovo termine entro il quale di fatto saldare il proprio conto con la giustizia, portato a termine la così detta "messa alla prova". Sette i mesi di tempo concessi. Tornerà dunque in Aula il prossimo anno il "caso" del giovanotto casatese finito a processo per uno scambio di "colpi" con il cugino, a sua volta mandato a giudizio ma putroppo nel mentre prematuramente scomparso. Il fatto risale al giugno 2020 ed è ambientato in una corte di Maresso di Missaglia, residenza di entrambi i soggetti, imparentati tra loro ma evidentemente già ai ferri corti per questioni di vicinato. Quel giorno l'ennesimo battibecco - nella ricostruzione degli inquirenti - sarebbe degenerato. L'odierno imputato, 38 anni, per intimorire il cugino, avrebbe estratto una sorta di mitraglietta dotata di tappo rosso, esplodendo un colpo, con traiettoria verso il basso. Un affronto mal digerito dal rivale, 8 anni più giovane, che avrebbe aggredito così la controparte con un badile per poi venire però a sua volta "infilzato" con un forchettone da cucina. Facile intuire l'epilogo. Dopo l'arrivo dei sanitari e dei carabinieri, sono scattate le denunce incrociate, poi ritirate da entrambi i giovanotti, con il processo comunque istruito, stante la procedibilità d'ufficio. Rimasto unico attore del procedimento, l'odierno imputato a settembre 2021 aveva chiesto la messa alla prova. Oggi la "proroga", per ottenere l'estinzione del reato.
A.M.
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