Casatenovo: prelievi non autorizzati per 1.000 €. A processo l'amica di un 70enne

Il tribunale di Lecco
In meno di dieci giorni avrebbe prelevato, senza autorizzazione, 1.000 euro. Dopo aver già ottenuto in pochi mesi di conoscenza qualcosa come 5.000 euro, per fare fronte a supposte emergenze, assicurando poi la restituzione - nella realtà mai avvenuta - del sempre più consistente "prestito".
E' iniziato questa mattina, al cospetto del giudice monocratico Martina Beggio, il processo a carico di Cristina M., classe 1985, chiamata a rispondere del reato previsto dall'articolo 493 ter del codice penale e dunque ''indebito utilizzo e falsificazione di strumenti di pagamento diversi dai contanti''.
Persona offesa, costituita parte civile per il tramite dell'avvocato Stefano Savarino oggi sostituito dal collega Ruggero Panzeri, un 72enne casatese, della cui bontà l'imputata avrebbe ampiamente approfittato, almeno nella ricostruzione degli accadimenti fornita in Aula dai famigliari dell'uomo, non comparso per ragioni di salute, ma firmatario di una querela presentata a suo tempo alla stazione carabinieri, nella mani dal luogotenente Christian Cucciniello, primo testimone introdotto dalla pubblica accusa.
Nel 2019, nonostante l'evidenza differenza d'età, tra la ragazza ed il pensionato - vedovo - si sarebbe instaurata una bella amicizia, i cui contorni non sono stati ulteriormente indagati dai due figli del ''raggirato'', intervenuti solo dopo aver realizzato che il desiderio di compagnia del padre evidentemente era stato letto come una opportunità economica da parte della giovane che, di volta in volta, avrebbe ottenuto piccole cifre, direttamente in contante, fino ad un ammontare complessivo quantificato appunto in 5.000 euro. Non contenta, avrebbe ottenuto dal casatese anche l'uso del suo bancomat. Il settantenne l'avrebbe però autorizzata a prelevare somme di poco conto, tra i 10 e le 20 euro, a fronte dell'esibizione dello ''scontrino'' per avere un riscontro dell'avvenuta operazione secondo le sue disposizioni. Peccato che - stando all'impianto accusatorio, chiaramente ancora tutto da dimostrare - la donna avrebbe poi, anche in orari improbabili come la sera tardi o la mattina molto presto, continuato ad andare allo sportello, ottenendo così altri 1.000 euro ''fuori sacco'', oggetto del procedimento incardinato al cospetto del giudice Beggio.
''Lei non ha negato i prelievi'' ha sostenuto la figlia del pensionato, ricordando il confronto avuto con Cristina M. una volta scoperto - dall'estratto conto - quanto avvenuto tra il 12 e il 19 novembre 2019, ricordando di aver iniziato a nutrire sospetti verso giovane conoscente del padre dopo essere stata chiamata da quest'ultimo lamentando la sparizione di un orologio, ritrovato ''magicamente'' al sopraggiungere dell'imputata, arrivata - ha aggiunto l'altro figlio del casatese - a suonargli il campanello anche in orari ''strani'', sempre per ottenere poi denaro.
Sentito anche il genero della persona offesa, il processo è stato aggiornato al prossimo 21 febbraio per il completamento dell'istruttoria.
A.M.
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