Casatenovo: la minaccia ci fu, ma non 'razzista'. Multa da 1500 euro

Una multa pari a 1500 euro. E' la condanna inflitta stamani all'imputato classe 1983 finito a processo per una vicenda risalente al dicembre di due anni fa, quando all'esterno di una pizzeria d'asporto a Cassina de' Bracchi di Casatenovo, si era verificato un violento litigio con coinvolti due soggetti. Da un lato il 39enne appunto - già noto per precedenti di polizia - dall'altro un amico del titolare dell'esercizio, di nazionalità egiziana.

L'ingresso in tribunale a Lecco

Stamani in tribunale a Lecco la vicenda è stata sviscerata in maniera approfondita, partendo dall'audizione del luogotenente Christian Cucciniello, comandante della locale stazione dei carabinieri, intervenuto nel tardo pomeriggio di quasi due anni fa insieme ad alcuni colleghi. A far schizzare sul posto gli uomini dell'Arma era stata la presenza di un'arma da taglio, spuntata appunto nel corso dell'acceso diverbio. Una circostanza confermata effettivamente dall'istruttoria odierna, nella quale è emerso che l'imputato - dopo un primo scambio verbale con il ''contendente'' - si era recato nella vicina abitazione, tornando con due coltelli da cucina, che ha poi impugnato sotto gli occhi del rivale e degli addetti della pizzeria, nel frattempo riparatisi all'interno del negozio. La lite era proseguita anche all'arrivo dei carabinieri, con il 39enne che avrebbe continuato a minacciare l'egiziano facendo poi riferimento alla sua etnia. Di qui la decisione della Procura lecchese -allora rappresentata dal dr.Paolo Del Grosso - di contestargli l'aggravante della discriminazione razziale (decreto legge 26 aprile 1993, nr.122 articolo 3).
Stamani al cospetto del collegio giudicante presieduto da Bianca Maria Bianchi - con a latere Martina Beggio e Gianluca Piantadosi - si sono presentati sia l'imputato, sia la presunta parte lesa, che non ha però presentato denuncia-querela. Il casatese è finito a giudizio trattadosi di reati procedibili d'ufficio. Le versioni presentate dai due sono risultate tuttavia divergenti: da un lato l'egiziano ha ritenuto di essere stato anche colpito con un pugno dall'imputato, che a sua volta ha negato, asserendo di aver agito in quanto provocato, prendendo i due coltelli da casa soltanto quale strumento di difesa. Sottopostosi ad esame, il 39enne (fra le varie cose) ha specificato inoltre di non aver mai avuto problemi con gli stranieri.
La contestazione dell'aggravante razziale è stata effettivamente esclusa dal pubblico ministero Gobbis nella sua requisitoria, ritenendo che l'imputato abbia agito solo per una supposta provocazione, sentendosi in qualche modo minacciato, e non allo scopo di discriminare il soggetto in quanto straniero.
Ritenendo comunque sussistente la contestazione relativa al reato di minaccia aggravata dall'uso dell'arma e la recidiva reiterata infraquinquennale, il PM ha chiesto la condanna del casatese classe 1983 a sei mesi di reclusione.
Si è battuta per l'assoluzione o comunque per il minimo della pena, l'avvocato Elda Leonardi, difensore dell'imputato, che ha messo in risalto gli elementi a favore del proprio assistito e le contraddizioni emerse a suo dire in sede di istruttoria.
Ritiratosi in camera di consiglio, il collegio giudicante nel pomeriggio ha sentenziato la condanna del casatese al pagamento di una multa di 1500 euro.
G. C.
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