Oggionese: i sindaci a Milano per il discorso dell'Arcivescovo

Un discreto numero di amministratori della conferenza dell'oggionese (ai quali si sono aggiunti alcuni colleghi del territorio limitrofo) ha presenziato ieri, martedì 6 dicembre, alla liturgia in occasione della Solennità dell'Ordinazione di Sant'Ambrogio. L'Arcivescovo di Milano ha pronunciato il consueto discorso alla città e ai sindaci della diocesi, elogiando la buona politica e l'inquietudine che contesta paure ed egoismi.

Monsignor Mario Delpini durante il discorso
(fotografie tratte dai canali del sito ChiesadiMilano.it)


''Il discorso alla città non è una forma di presunzione, come se il Vescovo avesse qualche cosa da insegnare alla città e a coloro che l'amministrano e vi esercitano la responsabilità - ha detto Monsignor Mario Delpini nella parte dedicata alla politica - È piuttosto un'occasione per esprimere la gratitudine per il servizio reso alla città e a tutti i comuni della Diocesi dai sindaci e da tutti coloro che collaborano per l'Amministrazione comunale, dagli operatori della sanità e dell'educazione, dalle Forze dell'ordine, dai magistrati, dalle autorità provinciali e regionali. Desidero dunque esprimere la mia riconoscenza e la riconoscenza della comunità della Diocesi ambrosiana perché riconosco segnali di condivisione dei sentimenti profondi e di quelle attitudini di cui ho tessuto l'elogio''.

Alcuni sindaci del territorio intervenuti alla celebrazione di Milano in occasione di Sant'Ambrogio

Il presidente della conferenza dei sindaci oggionesi Giuseppe Chiarella ha sottolineato a nome dei colleghi, l'estrema attualità delle parole spese dall'alto prelato. ''E' stato un discorso di straordinaria profondità con due punti interessanti per chi amministra la cosa pubblica. In un punto l'arcivescovo ha sostenuto: mi sembra che coloro che hanno responsabilità per il bene comune coltivino quel realismo della speranza che incoraggia ogni giorno a fare il proprio dovere, a pensare, a dialogare, a decidere, a interrogarsi sulle vie da percorrere. Chi ha responsabilità ha bisogno, più che del volontarismo, della speranza e del realismo per prendersi cura dell'insieme della comunità, della città, del proprio ambito" ha detto il sindaco di Molteno.


''L'altra frase che voglio riprendere è questa: l'elogio della democrazia rappresentativa chiede che ci sia un impegno condiviso per contestare e correggere la sfiducia che è presente in chi non vuole essere coinvolto, si chiude nel proprio punto di vista e non si interessa degli altri, pretende che siano soddisfatti i propri bisogni ma non si cura del bene dell'insieme. Questa è la caratteristica di tante persone che si chiudono nell'individualismo, pretendono siano soddisfatti i loro bisogni ma non ci curano della cosa comune. Abbiamo letto in queste righe lo spronare di tutti di farsi parte attiva della cura del bene comune. Non si può pretendere che i propri bisogni individualisti siano soddisfatti: quando si chiede una partecipazione di cura del bene comune, lì ci si rifugia nel proprio individualismo. Ritengo il discorso dell'arcivescovo molto toccante e interessante perché concreto''.

L'intervento di Monsignor Delpini è stato un appello alla fraternità, a partire dal titolo interrogativo ''e gli altri?'' volto a spronare all'accoglienza e alla condivisione, a un realismo che crede nella vocazione politica. Una profonda e straordinaria riflessione per i primi cittadini intervenuti alla cerimonia.
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