Salvini ancora in tribunale a Lecco: è parte civile contro la Pascale, per 'diffamazione'

Dell'approdo a Lecco del fascicolo - formatosi in Procura a Trento ma da "lassù" inviato poi per competenza territoriale "su quel ramo del lago di Como" - sapevamo già dal settembre dello scorso anno (QUI l'articolo). Lo aveva trattato direttamente l'allora numero uno facente funzione Cuno Tarfusser. Mandandolo evidentemente avanti.
Prima udienza questa mattina del processo intentato da Matteo Salvini contro... Francesca Pascale. Diffamazione il reato contestato all'ex compagna di Silvio Berlusconi, ora "coniugata" con la cantante Paola Turci, con la quale vive in provincia di Siena, dopo aver venduto Villa Maria (già Villa Giambelli), la storica dimora di Rogoredo di Casatenovo che il Cavaliere aveva acquistato per lei, sottoponendola a completa ristrutturazione per trasformarla nel loro nido d'amore.

Matteo Salvini e Francesca Pascale

Ed è proprio per una questione di residenza (al tempo dei fatti) che il procedimento nei confronti della 37enne partenopea si è incardinato nel capoluogo lecchese, dopo che l'attuale ministro alle Infrastrutture aveva, per il tramite dell'avvocato Claudia Eccher, sporto querela contro di lei depositandola direttamente in Procura a Trento, dove la toga - la stessa che ha assistito il leader leghista anche nella causa contro don Giorgio De Capitani - esercita.
L'intera vicenda è però "ambientata" sui social. Secondo quanto fino a ora trapelato e suscettibile dunque di imprecisioni, il 21 gennaio 2021 Francesca Pascale avrebbe rilanciato nelle sue Instagram Stories un vecchio "twitt" di Salvini - che lo stesso ha disconosciuto, sostenendo si tratti di un fake - riferito a chi si trasferisce a vivere all'estero con particolare affondo su meridionali e africani considerati "fannulloni", "gente senza la cultura del lavoro". Un re-post, quello dell'ex forzista, correlato da un suo commento contro colui il quale - scriveva - "si appresta a diventare leader indiscusso del centrodestra", attaccato per i presunti pensieri razzisti e violenti espressi. "Piuttosto voterò Paperino" la chiosa.
Breve l'udienza odierna. Il giudice Martina Beggio ha ammesso la costituzione di parte civile dello stesso Salvini - intenzionato a questo punto a non concedere "sconti" alla controparte, pur essendo la stessa l'ex compagna del fondatore di Forza Italia e dunque di un alleato del Carroccio al Governo - oggi rappresentato in Aula dall'avvocato Cristian Manzoni del Foro di Bergamo, in sostituzione della collega trentina. Non si è presentato invece Edno Gargano, legale di fiducia dell'imputato, con la difesa della Pascale affidata così dal giudice, su due piedi, all'avvocato Luciano Bova, in Aula per altra causa. Il professionista lecchese, su sollecitazione della stessa dottoressa Beggio chiamata a portare avanti un tentativo conciliatorio, ha chiesto un rinvio al fine di consentire al titolare del mandato di formulare eventuale istanza di riti alternativi o, trattandosi di un reato procedibile a querela, di intavolare per l'appunto contatti con il denunciante finalizzati a chiudere la vicenda, fuori dal Tribunale. L'eventuale apertura del dibattimento è stata dunque posticipata alla prossima udienza, fissata per l'8 febbraio.
A.M.
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