Missaglia: 'La Traccia' ha ospitato l'autore Fadigati, in dialogo coi ragazzi delle medie

Una lezione davvero speciale per i ragazzi delle medie della scuola La Traccia di Missaglia. Lunedì 12 dicembre, a partire dalle ore 18.30, gli alunni riuniti in aula magna hanno incontrato Francesco Fadigati, autore del volume ''Ti aspetterò alla fine del mondo'' (edito da San Paolo).
Classe 1981, insegnante di lettere e rettore di un istituto scolastico a Calcinate (Bergamo), l'ospite durante l'incontro ha invitato i numerosi partecipanti a confrontarsi con lui sulla sua ultima fatica letteraria, per un vero e proprio ''dialogo senza cerimonie'', come egli stesso scrive nel suo libro. Un invito ad un dibattito il più sincero possibile con il suo giovane pubblico.

L'autore insieme agli alunni della scuola La Traccia di Missaglia

''In genere come scuola ci piace scegliere periodicamente un volume che gli alunni leggono in autonomia a casa. Per amore della lettura ogni mese noi adulti indichiamo ai ragazzi un libro più attuale; ci piace poi l'idea di riunirci attorno ad un tavolo, mangiando e bevendo, per discuterne, come fosse un vero e proprio caffè letterario'' ha spiegato in apertura la professoressa Paola Pozzi. ''Parlando assieme del libro infatti, emergono anche tutti i diversi pareri, perché i ragazzi sono molto attenti e alle volte mi fanno notare aspetti sui quali non mi ero soffermata. Quando è possibile poi, invitiamo anche l'autore: ad esempio durante il lockdown abbiamo organizzato un incontro a distanza con Luigi Garlando. Cerchiamo sempre di proporre opere con personaggi e messaggi positivi, e sempre adeguate all'età dei ragazzi, per dare sempre riferimenti adatti''.


La scelta è caduta appunto su Francesco Fadigati che è piaciuto molto ai docenti della scuola missagliese. ''L'abbiamo proposto ai ragazzi e il successo è stato tale che un'alunna mi ha confessato che, pur non amando la lettura, questo volume non riusciva più a smettere di leggerlo. Avendo la fortuna di conoscerlo personalmente, abbiamo deciso di contattare Francesco, che ci ha dato la sua disponibilità. Lo ringraziamo tanto per questo''.

Spazio dunque ad un dialogo fra alunni e autore il quale, sollecitato dalle domande curiose ed attente dei ragazzi, ha dipinto un affresco complessivo dell'opera e del percorso svolto per confezionarla. ''Per raccontarvi la genesi del libro devo necessariamente raccontarvi anche di me. Il libro è nato proprio durante i primi giorni di pandemia, quando ancora non si capiva cosa stesse succedendo. Ricordo, in particolare, le facce delle persone, che avevano dipinto il terrore, quello di chi non sa cosa sta succedendo. Era come se mi sentissi in prigione, e ciò che emergeva in me era un desiderio di libertà. Ho cercato perciò di esprimere ciò che avevo dentro scrivendo. E ho scritto di un personaggio - Nik - che ha la faccia di alcuni alunni che, durante il lockdown, vedevo solo attraverso il pc, con la loro paura, e la loro insistente domanda: perché?'' ha spiegato l'ospite ai ragazzi.

''Abbiamo incominciato ad apprezzare maggiormente le persone e le cose che ci circondano, perché improvvisamente acquistano più valore'' ha proseguito l'autore. ''Ho iniziato a scrivere una storia che non sapevo neppure dove sarebbe andato a finire. La prima stesura ha occupato il periodo tra febbraio e agosto 2020: è nata dalla commozione, dalla paura e da tutti quei sentimenti che ho provato durante la pandemia. Ci sono stati tanti momenti di sconforto, e sono state tante le domande a cui dovevo dare risposta. E il primo momento di sconforto nasce proprio quando non riesco a scrivere della vita. Ho imparato un metodo, però, per superare i momenti di sconforto: è quello di vedere lo sguardo degli altri su di te, che rimangono, appunto, fino alla fine del mondo. E quindi mi affido a persone sincere che mi dicono quando una pagina, per così dire, sa di plastica. È un libro che finisce con un finale aperto. I lettori possono capire e rivelare agli scrittori fatti concetti e idee di cui gli scrittori non sono neppure consapevoli. Ecco perché, per me, il finale è un germoglio, un inizio, la parte più delicata che preannuncia un bellissimo fiore''.

''Quando ho scritto il libro mi sono fatto guidare dalla storia che volevo raccontare, senza pensare al messaggio da trasmettere, senza pensare all'insegnamento che volevo dare ai lettori. E il messaggio, alla fine, è uscito da solo, nelle piccolo cose che ho e abbiamo vissuto tutti, e che traspaiono nel libro solo alla fine della stesura. Ho provato ad essere il più sincero possibile, e il messaggio che alla fine ho scoperto è che esserci è il primo miracolo: ho capito la mia strada sbagliando la mia strada. Per scrivere questo libro è stato necessario avere una grandissima lealtà, soprattutto verso me stesso, perché tante cose sono uscite dalle viscere di questa esperienza. Sono grato che questo libro sia stato pubblicato, perché contiene pagine autentiche, ma non sono mai soddisfatto appieno: l'unico motivo per cui consegno il manoscritto è perché ho una data di scadenza, altrimenti andrei avanti a scrivere ad oltranza'' ha concluso Fadigati.

Un incontro con l'autore autentico e diretto, che aiuta i ragazzi a comprendere ed apprezzare ancora di più il magico mondo della lettura, con tutta la fatica e il percorso che c'è dietro ogni singola parola stampata.
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