Casatenovo: un decreto ingiuntivo mina il futuro di Vismara. Lavoratori in presidio
C'è preoccupazione fra i dipendenti del salumificio Vismara di Casatenovo. La condizione di equilibrio precario in cui versa da tempo l'azienda con sede a Cascina Sant'Anna, ha subito di recente uno scossone che sta turbando non poco i circa 160 lavoratori rimasti alle dipendenze della storica realtà alimentare legata al gruppo Ferrarini. Il motivo risiede nell'azione esecutiva intrapresa da Intesa San Paolo, realtà finanziaria che ha promosso un decreto ingiuntivo (del valore di svariati milioni di euro) nei confronti della società emiliana, rispetto al quale è stata già presentata un'opposizione in sede giudiziaria da parte dell'azienda stessa. L'intento è infatti quello di sospendere i tempi di esecutività dello stesso, in scadenza il 24 dicembre.
A questo proposito questa mattina un numero consistente di lavoratori del salumificio casatese hanno raggiunto Milano per protestare davanti alla sede di Intesa San Paolo, spostandosi poi in Prefettura. Nel corso della manifestazione (a cui hanno preso parte anche dipendenti della Ferrarini a sostegno dei colleghi di Casatenovo per un totale di oltre 200 persone), diversi lavoratori di Vismara hanno letto le motivazioni della protesta chiedendo alla Banca ed agli organi competenti di rivedere le richieste e di sospendere atti e decreti ingiuntivi che potrebbero in prospettiva portare ad una paralisi dell'attività dell'azienda. Distribuiti poi gratuitamente un migliaio di panini ai passanti (la metà con prosciutto cotto e la restante parte con mortadella) con un messaggio di sensibilizzazione relativamente alla vicenda.
Una sorta di deja-vu: lo scorso anno, il 2 dicembre 2021, i dipendenti di Vismara avevano già manifestato insieme ai colleghi della Ferrarini contro la richiesta di Banca Intesa della messa all'asta della sede di Ferrarini a Reggio Emilia. L'iniziativa di oggi si inserisce nella più ampia vicenda del concordato preventivo, iniziato con la domanda della capogruppo Ferrarini nel 2018, e concluso con l'omologa definitiva del concordato Vismara nell'ottobre 2021.
Intanto nel tardo pomeriggio di ieri, le sigle sindacali e i rappresentanti delle Rsu sono stati convocati dal prefetto di Lecco Sergio Pomponio, per un tavolo di confronto sulla delicata vicenda.
''Siamo seriamente preoccupati per i 160 posti di lavoro a rischio nello stabilimento Vismara di Casatenovo, Lecco, e chiediamo agli organi competenti di sospendere atti e decreti ingiuntivi, per poter trovare soluzioni necessarie a garantire continuità aziendale e livelli occupazionali'' si legge nella nota diffusa nelle scorse ore dal segretario nazionale della Fai-Cisl Massimiliano Albanese, a commento dell'evoluzione della vertenza Vismara, riesplosa a pochi giorni dalle festività natalizie.
''La vicenda dura da anni ed ha origine dal fallimento delle Banche Venete, che ha coinvolto tante imprese sane come il gruppo Ferrarini, che detiene l'86% di quote della Vismara. La vertenza che coinvolge quest'ultima società, potrebbe trovare una possibile soluzione dopo la sentenza d'appello del crack veneto, prevista per il prossimo aprile. È per questo - ha concluso Albanese - che come Fai-Cisl siamo impegnati a chiedere tavoli di confronto a tutti i livelli istituzionali, per poter tutelare i lavoratori e le loro famiglie, che in questo momento rischiano di pagare il prezzo più alto di questa vicenda''.A questo proposito questa mattina un numero consistente di lavoratori del salumificio casatese hanno raggiunto Milano per protestare davanti alla sede di Intesa San Paolo, spostandosi poi in Prefettura. Nel corso della manifestazione (a cui hanno preso parte anche dipendenti della Ferrarini a sostegno dei colleghi di Casatenovo per un totale di oltre 200 persone), diversi lavoratori di Vismara hanno letto le motivazioni della protesta chiedendo alla Banca ed agli organi competenti di rivedere le richieste e di sospendere atti e decreti ingiuntivi che potrebbero in prospettiva portare ad una paralisi dell'attività dell'azienda. Distribuiti poi gratuitamente un migliaio di panini ai passanti (la metà con prosciutto cotto e la restante parte con mortadella) con un messaggio di sensibilizzazione relativamente alla vicenda.
Una sorta di deja-vu: lo scorso anno, il 2 dicembre 2021, i dipendenti di Vismara avevano già manifestato insieme ai colleghi della Ferrarini contro la richiesta di Banca Intesa della messa all'asta della sede di Ferrarini a Reggio Emilia. L'iniziativa di oggi si inserisce nella più ampia vicenda del concordato preventivo, iniziato con la domanda della capogruppo Ferrarini nel 2018, e concluso con l'omologa definitiva del concordato Vismara nell'ottobre 2021.
Intanto nel tardo pomeriggio di ieri, le sigle sindacali e i rappresentanti delle Rsu sono stati convocati dal prefetto di Lecco Sergio Pomponio, per un tavolo di confronto sulla delicata vicenda.