Barzanò: dialetto brianzolo nella mostra di fotografie allestita al centro pensionati
Conoscere il passato per poter affrontare con più consapevolezza il futuro. Si potrebbe riassumere in questa frase il senso della mostra fotografica sul dialetto brianzolo allestita a Barzanò, presso il centro di promozione sociale situato in Via Pirovano, e intitolata ''RicuciAMO il passato''.
L'esposizione, aperta a tutti fino a domenica 30 dicembre dalle ore 14.30 alle ore 18, è un vero e proprio percorso alla scoperta delle tradizioni, dei modi di dire, degli usi e dei costumi che hanno caratterizzato il territorio brianzolo - da Lecco a Milano - del secolo scorso, focalizzandosi in particolare sulla prima metà del ‘900.
Come ci hanno spiegato il presidente del centro sociale Valentino Crippa e il curatore della mostra Clodo Borella, l'obiettivo è proprio quello di seguire un percorso alla riscoperta del passato, attraverso fotografie ma anche e soprattutto modi di dire brianzoli, che sono in grado di esprimere un concetto molto ampio attraverso l'utilizzo di poche parole.
Gli otto pannelli, ognuno dei quali rappresenta un momento particolare dell'esistenza, prendono il via dall'infanzia, per poi svilupparsi attraverso il periodo dell'adolescenza, della giovane vita adulta e del lavoro, fino ad arrivare alla vecchiaia.
''Alcune immagini vogliono ritrarre un modo di vivere più povero e modesto, altre rappresentano la borghesia del tempo'' ci ha detto il curatore Borella. ''La cosa importante, è fermarsi a leggere le frasi in dialetto brianzolo, che ci danno modo di comprendere molte cose sulla società del tempo'' ha continuato, sottolineando anche quanto sia importante fare tesoro di alcuni insegnamenti e, allo stesso tempo, conoscere e superare alcuni preconcetti del tempo, come quelli sulle donne.
Proprio seguendo questo percorso infatti, si giunge all'ultimo pannello della mostra, quello intitolato ''I buontemponi'' e che vuole ritrarre la categoria della società che ''rifiutava'' l'innovazione e i cambiamenti che in quegli anni - in vista della contestazione del '68 - stavano avvenendo nella società.
''Ci è sembrato importante sottolineare anche il punto di vista di coloro che ironizzavano sull'evolversi della società'' ha affermato il presidente Crippa. ''Quelle cose che al tempo sembravano assurde, come una donna che lavora e indossa i pantaloni, sono diventate parte della nostra quotidianità, fortunatamente''.
Insomma, una mostra che è sicuramente in grado di portare alla riflessione, attraverso anche l'ausilio delle fotografie che al tempo rappresentavano qualcosa di eccezionale, in grado di congelare un momento dell'esistenza.
''Sicuramente la vita che facciamo oggi ha tanti vantaggi, ma dovremmo anche riflettere su cosa direbbero i nostri avi guardando il mondo attuale'' ha ricordato Borella, sottolineando quanto alcune cose siano cambiate, si siano evolute, ma anche quanto l'uomo ricada sempre negli stessi errori, come quello della guerra.
Al centro Valentino Crippa e Clodo Borella, curatore della mostra
L'esposizione, aperta a tutti fino a domenica 30 dicembre dalle ore 14.30 alle ore 18, è un vero e proprio percorso alla scoperta delle tradizioni, dei modi di dire, degli usi e dei costumi che hanno caratterizzato il territorio brianzolo - da Lecco a Milano - del secolo scorso, focalizzandosi in particolare sulla prima metà del ‘900.
Come ci hanno spiegato il presidente del centro sociale Valentino Crippa e il curatore della mostra Clodo Borella, l'obiettivo è proprio quello di seguire un percorso alla riscoperta del passato, attraverso fotografie ma anche e soprattutto modi di dire brianzoli, che sono in grado di esprimere un concetto molto ampio attraverso l'utilizzo di poche parole.
Gli otto pannelli, ognuno dei quali rappresenta un momento particolare dell'esistenza, prendono il via dall'infanzia, per poi svilupparsi attraverso il periodo dell'adolescenza, della giovane vita adulta e del lavoro, fino ad arrivare alla vecchiaia.
''Alcune immagini vogliono ritrarre un modo di vivere più povero e modesto, altre rappresentano la borghesia del tempo'' ci ha detto il curatore Borella. ''La cosa importante, è fermarsi a leggere le frasi in dialetto brianzolo, che ci danno modo di comprendere molte cose sulla società del tempo'' ha continuato, sottolineando anche quanto sia importante fare tesoro di alcuni insegnamenti e, allo stesso tempo, conoscere e superare alcuni preconcetti del tempo, come quelli sulle donne.
Proprio seguendo questo percorso infatti, si giunge all'ultimo pannello della mostra, quello intitolato ''I buontemponi'' e che vuole ritrarre la categoria della società che ''rifiutava'' l'innovazione e i cambiamenti che in quegli anni - in vista della contestazione del '68 - stavano avvenendo nella società.
''Ci è sembrato importante sottolineare anche il punto di vista di coloro che ironizzavano sull'evolversi della società'' ha affermato il presidente Crippa. ''Quelle cose che al tempo sembravano assurde, come una donna che lavora e indossa i pantaloni, sono diventate parte della nostra quotidianità, fortunatamente''.
Insomma, una mostra che è sicuramente in grado di portare alla riflessione, attraverso anche l'ausilio delle fotografie che al tempo rappresentavano qualcosa di eccezionale, in grado di congelare un momento dell'esistenza.
''Sicuramente la vita che facciamo oggi ha tanti vantaggi, ma dovremmo anche riflettere su cosa direbbero i nostri avi guardando il mondo attuale'' ha ricordato Borella, sottolineando quanto alcune cose siano cambiate, si siano evolute, ma anche quanto l'uomo ricada sempre negli stessi errori, come quello della guerra.
S.L.F.