Greppi: Vito Fiorino parla ai ragazzi dei migranti salvati a Lampedusa nel 2013
L'approccio scelto dall'ospite è stato molto interessante: cinque studentesse (e lo stesso Fiorino) hanno letto alcune testimonianze di migranti e di lampedusani. I vari ricordi di quella notte sono così diventati i cardini di un racconto commovente che non ha lasciato indifferenti gli studenti. Fiorino infatti ha saputo restituire dignità a chi cerca una vita migliore.
Morian, Ndahepuluka, Kebrat, Berekhe. Sono solo alcuni dei nomi delle vittime di quel naufragio. I morti saranno 368, forse 20 i dispersi, in una delle peggiori tragedie del Mediterraneo del XXI secolo. Un Mare nostrum, come lo chiamavano i Romani, che da anni si è trasformato in una tomba d'acqua. Nella sua testimonianza è emersa la necessità morale di dover intervenire e di non lasciare morire chi affronta le onde del mare.
Non sono mancate le stoccate alla Capitaneria di porto, rea di essere intervenuta troppo tardi. Qualche giorno dopo questa strage, 11 ottobre del 2013, una nuova tragedia colpisce Lampedusa: 268 persone perdono la vita in un nuovo naufragio, anche in questo caso una catastrofe che si poteva evitare. Un rimbalzo di responsabilità tra governo italiano e maltese che - a suo parere - non ha permesso di fare il massimo per soccorrere i migranti.
''L'unico responsabile della tragedia è il protocollo, troppo poco per giustificare il ritardo dei soccorsi. Dov'era l'Europa nell'ottobre 2013? La vita non conosce il protocollo'' ha concluso Fiorino.