Salvini 'diffamato' da Francesca Pascale? In corso trattative per chiudere la vicenda

Sarebbero pronti a ''fare pace'' fuori dal Tribunale. Trattative in corso tra Francesca Pascale e Matteo Salvini per trovare un accordo per chiudere la vicenda che li vede contrapposti in tribunale a Lecco, dove la ex di Silvio Berlusconi è a processo per ''diffamazione'' su querela dell'attuale ministro delle Infrastrutture del Governo Meloni. Quest'oggi i due nuovi legali di entrambi - con Claudia Eccher, difensore in più occasioni del Segretario della Lega entrata recentemente nel CSM - hanno chiesto al giudice monocratico Martina Beggio per consentire alla persona offesa di valutare la proposta formulata dall'imputata per chiudere bonariamente una faccenda nata suoi social e sfociata per l'appunto in una causa incardinata a Lecco in considerazione dell'allora residenza di Francesca Pascale, insediatasi a Villa Maria - già Villa Giambelli - di Rogoredo di Casatenovo, nido d'amore sistemato per lei da Berlusconi prima del naufragare della loro relazione, con la dimora poi venduta al momento del trasferimento della partenopea in Toscana dove oggi vive con la compagna Paola Turci.

Francesca Pascale ai tempi in cui risiedeva a Rogoredo di Casatenovo e Matteo Salvini,
durante la recente visita al cantiere per la riapertura della Lecco-Ballabio


Secondo quanto fino a ora trapelato e suscettibile dunque di imprecisioni, il 21 gennaio 2021 Francesca Pascale avrebbe rilanciato nelle sue Instagram Stories un vecchio "twitt" di Salvini - che lo stesso ha disconosciuto, sostenendo si tratti di un fake - riferito a chi si trasferisce a vivere all'estero con particolare affondo su meridionali e africani considerati "fannulloni", "gente senza la cultura del lavoro". Un re-post, quello dell'ex forzista, correlato da un suo commento contro colui il quale - scriveva - "si appresta a diventare leader indiscusso del centrodestra", attaccato per i presunti pensieri razzisti e violenti espressi. "Piuttosto voterò Paperino" la chiosa.
Lo scorso dicembre, in assenza tra l'altro del difensore nominato dall'imputata, era stato chiesto un differimento dell'apertura del dibattimento per consentire alle 37enne di adire eventualmente a riti alternativi o valutare la possibilità di intavolare una trattativa con Salvini, possibilità, quest'ultima a cui ora si sta lavorando. Si tornerà dunque in Aula il prossimo 9 maggio per capire se il processo verrà celebrato oppure la remissione di querela chiuderà il caso.
A.M.
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