Lettera aperta a tutte le forze politiche
La transizione ecologica è il tema centrale dell'agenda politica che coinvolge tutti i livelli di governo. La lotta al cambiamento climatico, passa anche attraverso la prevenzione degli effetti nefasti che l'intensificarsi dei fenomeni meteorologici comportano mettendo a dura prova la sicurezza del territorio. La pandemia ci ha portato a riconoscere l'importanza degli ambienti naturali, quali luoghi capaci di generare il nostro benessere psico-fisico e perseguire stili di vita sani. Lo dimostrano l'incredibile crescita della fruizione registrata in tutti i Parchi regionali.Attraverso l'istituzione dei parchi regionali, con una legge illuminata ed innovativa che il prossimo 30 novembre compirà 40 anni (L.R. 86/1983),la nostra regione ha posto le basi per garantire, ai cittadini lombardi, la prospettiva di un futuro di vita sostenibile, in cui le potenzialità di un territorio fortemente abitato ed infrastrutturato, procedessero di pari passo con la valorizzazione di un ambiente naturale e di un paesaggio particolarmente ricco e al tempo stesso fragile e fondamentale per la vita delle comunità umane, in grado anche e soprattutto di portare un valore aggiunto allo sviluppo economico della regione.
Nel 2016 il Consiglio regionale ha promosso una riforma importante di questa legge che attraverso la riorganizzazione delle aree protette, prevede che i parchi giochino un ruolo di protagonisti coordinando l'azione di sistema di tutte le aree protette e della rete ecologica. Ci limiteremo a citare le sfide più importanti che vedono coinvolti i parchi, nel disegno strategico delle politiche regionali, quali:la lotta al consumo di suolo; la realizzazione di una rete ecologica integrata riconosciuta quale infrastruttura verde essenziale per uno sviluppo equilibrato del territorio; la tutela della biodiversità; la corretta gestione delle risorse idriche; la gestione attiva del patrimonio forestale, così importante per la prevenzione del dissesto; la valorizzazione delle aree agricole sia per gli aspetti legati alla produzione, alla base di una sana e corretta alimentazione, sia per la conservazione del paesaggio; la promozione di una fruizione rispettosa del territorio, a beneficio delle comunità e in favore di importanti opportunità per uno sviluppo turistico sempre più green ed attento ai valori ecologici; la cura della salute degli ecosistemi e degli umani.
In sintesi, la riforma della legge, prevede di passare da una visione di mera tutela delle aree di maggior fragilità ed interesse naturalistico ad una prospettiva di gestione attiva ed integrata delle risorse naturali e del territorio, attraverso quelle azioni di promozione e di coordinamento che travalicanoi confini delle aree protette e consentono una effettiva attuazione delle politiche regionali, che altrimenti rischiano di rimanere sulla carta o attuate in forma poco efficace.In tale prospettiva, i parchi regionali non sono più portatori di interessi singoli ed isolati, seppure importanti, nel territorio lombardo, ma sono chiamati a svolgere un ruolo da protagonisti nell'attuazione delle politiche regionali, operando in terminidi sistema regionale. Soprattutto migliorando la qualità ambientale e il benessere delle persone. Il sistema dei parchi lombardi, e delle aree protette, rappresenta un insieme articolato e complesso in grado di intercettare ed operare, in maniera sinergica, su tutte le componenti tematiche e territoriali che costituiscono la nostra regione. In nome di questa ricchezza e peculiarità del sistema delle aree protette della Lombardia sentiamo in dovere di proporre alcuni aspetti che riteniamo fondamentali nell'interesse delle politiche regionali di gestione ambientale ed in senso più ampio del territorio:
• Contribuire all'obiettivo posto dalla Comunità Europea che prevede il raggiungimento del 30% del territorio protetto entro il 2030.Obiettivo che la Lombardia potrebbe raggiungere in maniera semplice e diretta, attraverso il riconoscimento di tutte le aree già tutelate, in quanto parchi regionali, promuovendo al governo un tavolo di concertazione volto a superare gli attuali limiti che derivano da un'attuazione limitativa della legge nazionale sulle aree protette. Completare la rete delle aree protette previste dalla legge costitutiva 86/1983.
• Piena attuazione della riforma delle aree protette, approvata con la L.R. 28/2016,che porterebbe ad un coordinamentopiù razionale ed efficace, attraverso i 24 parchi regionali, della gestione di un sistema complesso che comprende 67 riserve naturali regionali, 33 monumentinaturali e ben 242siti di rete natura 2000, oltre ai 105 parchi locali di interesse sovracomunale (PLIS) Segreteria Federparchi, coordinamento Lombardia Silvia Argentiero. +39 3938475896 lombardia@federparchi.it anch'essi coinvolti nella razionalizzazione del sistema.La riforma potrebbe portare al riconoscimento dei PLIS, che già oggi operano in coordinamento con i parchi Regionali, tra le aree interessate da un adeguato livello di tutela.
• Stanziare risorse adeguate al raggiungimento degli obiettivi di cura e gestione territoriale.Nel corso dell'ultimo decennio abbiamo assistito ad una progressiva riduzione delle risorse economiche messe a diposizione dei parchi. I trasferimenti per la sola spesa corrente assegnati ai parchi da Regione, sono passati da 13,5 milioni del 2010, agli attuali 6,5 milioni, con una riduzione superiore al 50%. Se lo rapportiamo alla popolazione della Lombardia, che supera di poco i 10 milioni di abitanti, il contributo che Regione assegna ai parchi per la gestione in parte corrente equivale a 0,60 euro pro-capite. Se ragioniamo in termini di territorio, rispetto ad una superficie complessiva di circa 500 mila ettari, circa il 23% del territorio lombardo è all'interno di aree protette, il contributo per la gestione dei parchi Regionali è di circa 13 euro ad ettaro. Lo svolgimento di un ruolo attivo nella gestione del territorio presuppone lo stanziamento di risorse economiche adeguate, da assegnare agli Enti parco, non solo per gli investimenti, ma soprattutto per la gestione ordinaria e la manutenzione del territorio.
• Mantenere l'attualelivello di autonomia dei parchi e delle aree protetteche per volontà della legge costitutiva mantengono un saldo e importante rapporto con i territori e gli Enti Locali. L'autonomia della governance permette ai parchi di rispondere ai bisogni del territorio attuando politiche in concerto con i Comuni soci.
La gestione regionale del sistema dei parchi regionali e delle aree protette rappresenta un nodo nevralgico per garantire efficienza e un corretto utilizzo delle risorse disponibili per il raggiungimento degli obiettivi regionali. Nelle ultime tre legislature abbiamo assistito ad altrettanti differenti modelli di gestione dell'assessorato dedicato al sistema dei parchi regionali. Abbiamo sperimentato la condizione di un assessorato specificato al sistema delle aree verdi, quella più classica con la gestione da parte dell'assessorato alle politiche ambientali, e l'ultima in ordine di tempo con l'assegnazione delle competenze al settore agricoltura e foreste. La scelta del modello di gestione del sistema dei parchi regionali e aree protette è ovviamente una competenza squisitamente e prettamente politica, crediamo comunque che deve essere mantenuta una coerenza e una stretta relazione tra la cura della biodiversità e la gestione del sistema delle aree protette, garantendo una stretta relazione con l'agricoltura e la gestione territoriale e del paesaggio.
Ciò su cui vorremmo però portare l'attenzione è il ruolo che i parchi svolgono e le molteplici interazioni che in questi anni hanno saputo attivare, proprio in forza delle complessità del territorio che gestiscono e delle diverse criticità ed opportunità che i diversi territori presentano. I parchi hanno imparato a confrontarsi con ampie tematiche, non limitando la propria azione alle sole attività di tutela ambientale e paesaggistica, ma interpretando in senso ampio e aperto il proprio ruolo sono diventati attori o promotori di iniziative e progetti molteplici improntati allo sviluppo sostenibile ed alla promozione di azioni qualificate che possano concorrerealla tutela ed alla valorizzazione del territorio. Possiamo citare tra le diverse azioni: le aree MAB-Unesco, la rete della ciclabilità, il turismo green e l'accoglienza, la tutela idraulica e idrogeologica, la cura della sentieristica, la partecipazione ai progetti di adattamento di contrasto alla crisi climatica, l'azione educativa e culturale verso le giovani generazioni.
Per valorizzare al meglio il ruolo dei parchi regionali in chiave multidisciplinare, è importate che l'assessorato di riferimento interpreti un ruolo di regia, nei confronti degli altri settori regionali, per conseguire un maggiore coinvolgimento dei parchi nelle diverse politiche regionali che interessano i territori: in materia di turismo sostenibile; di attività culturali ed educative; di gestione e tutela della montagna, dei corpi idrici e dell'assetto idrogeologico del territorio; delle aree forestali e di quelle agricoleper finire con il coinvolgimento attivo dei parchi nel campo della transizione energetica. È altresì determinate il ruolo della Regione per sostenere nella Conferenza Stato-Regioniil ruolo dei Parchi regionali all'interno delle politiche di tutela e conservazione, oltre che di finanziamento, stabilite dalla legge nazionale 394/1991. Infine, sarebbe poi auspicabile che la nuova legislatura affronti il tema della semplificazione e razionalizzazione dei modelli di pianificazionee gestione delle aree protette, che comporta una notevole e dispendiosa modalità gestionale da parte degli Enti ed un sistema di tutela spesso vissuto in chiave vincolistica ed eccessivamente burocratica da parte di chi opera o vive nel territorio. La semplificazione degli strumenti di pianificazione e di gestione, a partire dai vincoli in materia di paesaggio che gravano sui territori dei parchi in forma indifferenziata ed inutilmente penalizzante, fino ad arrivare alla sovrapposizione dei livelli di vincoli e tutele che comportano un inutile moltiplicarsi di piani e regolamenti, che rispondono a dettami legislativi differenti e poco coordinati, che operano sulle stesse aree determinando una gestione complicata sia per gli Enti che per gli utenti.