Sulla direttiva europea relativa agli immobili da rendere a emissioni 0
Pietro Fiocchi
Il nostro Paese ha una percentuale di edifici storici molto importante e circa 9 milioni di immobili poco efficienti energeticamente, pertanto la spesa complessiva per regolarizzarli ammonterebbe addirittura al PIL annuale Italiano.
La direttiva non prevede aiuti, ma soltanto regole. Ciò vuol dire che se un proprietario possiede un edificio a classe energetica considerata bassa o riesce a efficientare il suo immobile o avrà un decremento del valore dello stesso. La posizione della Francia, che ha già dichiarato che vieterà l'affitto di edifici in classe energetica bassa, potrebbe fare da guida anche al resto d'Europa.
Inoltre i tempi sono strettissimi: il regolamento imporrà che tutti gli edifici di nuova costruzione dovranno essere ad emissioni zero, e che quelli esistenti dovranno raggiungere la casse E entro il 2030 e successivamente la classe di emissione zero entro il 2040. Inoltre abbiamo un problema ancor più importante che è emerso con il bonus 110%: non abbiamo ponteggi, non c'è manodopera sufficiente, e soprattutto non disponiamo di materiale isolante. Il costo dei materiali aumenterà in modo esponenziale con il rischio di vanificare la misura di sostegno.
Nessuno parla, invece, del Radon, gas radioattivo naturale che tende ad accumularsi negli edifici e ad aumentare significativamente la percentuale di patologie polmonari, tra cui il cancro. Prima di realizzare un cappotto isolante pertanto vanno previste le necessarie risorse per il monitoraggio del Radon anche per individuare le misure correttive ed eliminare il problema. Contrariamente, rischiamo di ridurre i consumi energetici, ma anche di aumentare le percentuali di cancro ai polmoni, cosa che in Lombardia e in alcune regioni italiane come Lazio e Campania, è un problema reale''.
On.Pietro Fiocchi