Educativa Scolastica: giusto pensare ai ragazzi, ma anche a noi educatori. Sono state settimane emotivamente faticose

Buongiorno,
ho letto in questi giorni molti articoli rispetto alla situazione inerente al bando di Retesalute.
Si è parlato, giustamente, dei minori e delle loro famiglie, si e riportata anche la posizione di Retesalute e delle cooperative.
Io vorrei portare un altro punto di vista, fino ad ora forse mai preso in considerazione: quello di noi educatori.
Quello che stiamo vivendo è un periodo di forte incertezza, periodo che ormai dura dall'avvento del Covid. Incertezza non solo per cosa succederà il 1° marzo, ma in generale verso il nostro futuro lavorativo e di conseguenza anche personale.
In questi giorni, noi educatori siamo stati messi davanti ad una scelta: proseguire con le nostre cooperative (con cui lavoriamo da anni) su altri territori o continuare a seguire i nostri minori, ma con una cooperativa nuova, senza sapere (al momento della scelta) quale fosse. Tutto a tre mesi dalla fine della scuola.
Notti insonni a pensare alla scelta migliore da fare per noi, per le famiglie e per i minori che seguiamo e che abbiamo visto crescere.
La responsabilità di spiegare alle famiglie, alle scuole il che cosa sta succedendo ed i meccanismi che a volte, anche a noi, risultano incomprensibili.
Emotivamente queste settimane sono state faticose, ci hanno distrutto: scegliere e cercare di prendere una decisione che non recasse danno alle nostre famiglie (perché i conti a fine mese si devono pagare) e ai minori a cui ormai ci siamo affezionati e che vorremmo sempre proteggere. E spesso (non solo in questo caso) questo senso di responsabilità ci ha portato a scegliere di salvaguardare i bambini, le famiglie con cui quotidianamente ci confrontiamo.
Abbiamo preso una scelta non a cuore leggero (qualunque essa sia stata), scelta che poi verrà messa nuovamente in discussione a fine anno, con altri innumerevoli punti di domanda. Sembra assurdo, ma è così!
Il nostro è un lavoro bellissimo, che ci regala tante gioie e soddisfazioni, ma a cui purtroppo non sempre corrispondono condizioni rispettose del nostro operato.
Poi ci si domanda come mai non si trovano educatori.
Questa situazione deve fare riflettere chi di dovere e portare a nuove soluzioni che possano non solo garantire un servizio di qualità a tutti i minori che seguiamo, ma che porti anche ad una revisione e riorganizzazione del ruolo dell'educatore e delle sue condizioni lavorative.
Una delle tante educatrici coinvolte
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